Monti convince Londra: "Liberalizzazioni e lotta all'evasione"

Monti convince Londra: "Liberalizzazioni e lotta all'evasione"

Il premier ha incontrato il premier inglese Cameron e gli investitori della City al London Stock Exchange. Da Londra e Roma "messaggio" a Berlino: "per uscire dalla crisi il rigore non basta, serve una crescita più sostenuta".

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18 gennaio 2012

L'obiettivo l'aveva dichiarato appena arrivato a Londra: "Convincere i mercati che l'Italia è solida e
affidabile". Se la missione di Mario Monti avrà avuto successo, lo si capirà anche guardando lo spread dei prossimi giorni. Ma un risultato il premier pare averlo portato a casa, ovvero
l'iscrizione di David Cameron al fronte di chi spinge sulla crescita, oltre che sul necessario rigore. Al pressing su Angela Merkel si aggiunge dunque anche il primo ministro britannico: "La priorità di Italia e Gran Bretagna è la crescita economica, e siamo d'accordo che la disciplina fiscale è condizione necessaria ma non sufficiente per la crescita", dirà Monti dopo il colloquio. Perchè nel suo tour londinese, Monti insiste più volte su un punto: l'Italia "non chiede niente alla Germania", tantomeno "concessioni o eccezioni al rigore". Quello che serve a tutta l'Europa, compresa la Germania, è invece "una migliore governance europea", stante la "inadeguatezza" di quella attuale. Solo così i sacrifici degli italiani avranno il "ritorno" necessario per renderli "sostenibili", solo così lo spread tra Btp e Bund potrà calare, aiutando anche la crescita condizionata negativamente - spiega agli studenti della London School of Economics - dai livelli attuali. Temi sui quali Monti registra la convergenza di Cameron, che chiede "sul breve termine" l'attivazione dei "firewall" anti-contagio, e sul lungo periodo "un'agenda che parli della competitività", a partire dal 'pallino' del premier, ovvero la maggiore integrazione del mercato unico. Argomenti che il Professore ha illustrato anche nel lungo incontro con 120 investitori della City, uomini - spiegano dalla delegazione italiana al London Stock Exchange - che "muovono miliardi, decisivi per il nostro debito". Nella sede della Borsa londinese, Monti conferma che al Cdm di venerdì ci saranno le misure per la crescita: "Apertura delle professioni, farmacie, public utilities degli enti locali, separazione della produzione
dalla distribuzione del gas". Seguirà l'apertura del mercato del lavoro, "ora sclerotico", dopo che già si è intervenuti sul sistema previdenziale. Insomma, l'Italia è "determinata", assicura il premier, e la strada del risanamento è imboccata: con la conferma dell'obiettivo del deficit zero nel 2013 e con un avanzo primario del 5%. Numeri rari in altri Paesi europei, fa notare alla City. E se qualcuno aspetta la svendita dei gioielli di Stato per far fronte alle difficoltà italiane, resterà deluso: "La crisi di mercato che ha ridotto i prezzi delle azioni spinge molti investitori a voler acquistare" le azioni di Eni, Snam e Finmeccanica, ma quegli stessi prezzi di mercato "non inducono il Governo" a vendere. Dunque "lo Stato al momento non ha necessità di andare sul mercato". Un orgoglio nazionale che il premier tira fuori anche per rispondere alla domanda della Bbc, che chiedeva perchè i contribuenti britannici dovessero pagare per i disastri di Berlusconi: "Che io sappia l'Italia per ora non è costata un penny ai contribuenti britannici. E nemmeno viceversa, per lo meno in questa fase storica. Non vedo ragioni perchè questo debba cambiare in futuro". Quello che Monti spera cambi in futuro è il livello dello spread: "Spero ci sia presto un cap, un tetto", dice ridendo, con in testa il cappellino della LSE.


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