Moody's "vede" un ritorno alla crescita nel 2010

Moody's "vede" un ritorno alla crescita nel 2010

L'agenzia di rating internazionale prevede per quest'anno una contrazione dell'economia italiana del 4,4 per cento ed una crescita dello 0,1 per cento nel prossimo. E' la stima più ottimista tra quelle apparse sino ad ora per quest'anno.

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8 settembre 2009
L’agenzia Moody’s prevede per quest’anno una contrazione dell’economia italiana del 4,4%, con una crescita dello 0,1% il pross

L’agenzia Moody’s prevede per quest’anno una contrazione dell’economia italiana del 4,4%, con una crescita dello 0,1% il prossimo. Si tratta della stima più ottimista tra quelle apparse sino ad ora per quest’anno, assieme solo a quella diffuse in maggio dalla Commissione europea che affermava però di attendersi un andamento piatto nel 2010.

Nel 'Credit Opinion' sull’Italia, un aggiornamento periodico della ricerca sul Paese, Moody’s stima inoltre un’inflazione all’1% per quest'anno e all’1,8% l’anno prossimo. Nel 2010 è atteso poi al 4,8% il deficit sul Pil (4,5% nel 2009), con un debito al 116,1% del Pil, rispetto al 113% di quest’anno. Resta comunque invariata la valutazione sul merito del credito italiano (rating), confermata al livello Aa2 con prospettive (outlook) stabili. Nel Paese Moody's vede livelli molto elevati di forza economica e un settore privato in salute grazie anche ai bassi livelli di indebitamento. Tra le sfide principali, identifica poi la competitività sul fronte della produttività, oltre all’invecchiamento e alla conseguente riduzione della popolazione. Punto cruciale è poi l’alto debito pubblico assieme ai limiti nella crescita, che limitano anche la sostenibilità nel lungo periodo sia del debito e sia delle politiche fiscali.

Il giudizio dato da Moody’s all'Italia (i rating assegnati dalle agenzie internazionali influiscono anche sui rendimenti delle obbligazioni pubbliche determinando il costo del debito di Stato) potrà migliorare se ci saranno riduzioni significative e sostenibili del debito pubblico, anche grazie a delle riforme fiscali credibili. Mentre peggiorerà di fronte a una prolungata dinamica di deterioramento del debito.

Secondo l’agenzia, “il saldo primario dovrebbe ridursi intorno allo zero nel 2009 e nel 2010”, a causa del minor gettito e della maggior spesa pubblica, portando alla fine a un aumento del deficit. Il basso indebitamento del settore privato e la limitata esposizione del settore bancario rendono comunque meno pressante il bisogno dell’Italia di ridurre il proprio indebitamento rispetto ad altri Paesi. Moody’s nota infine come sia necessario migliorare ancora l’efficienza nella pubblica amministrazione e ridurre in maniera strutturale la spesa pubblica. Ma vede nell’attuazione del federalismo anche alcune “importanti potenzialità di risparmio”, soprattutto grazie a una miglior qualità e a una maggior responsabilizzazione a livello locale sulla spesa pubblica.

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