Nota di aggiornamento sulle spese obbligate

Nota di aggiornamento sulle spese obbligate

1. La congiuntura

Le evidenze statistiche che mensilmente emergono dalle fonti ufficiali non contribuiscono a delineare una sicura evoluzione del quadro congiunturale. L’incertezza che prevale tra gli operatori, imprese e famiglie, testimoniata dalla crescente varianza registrata dai tassi di variazione dei climi di fiducia, impone anche ai commentatori cautela nelle valutazioni.

Tab. 1 – Il quadro macroeconomico

v.m.a. % in termini reali delle componenti del PIL (se non diversamente indicato)

  2008-2013 2014-2019 2020 2021 2023 2024
PIL -1,5 0,9 -9,0 8,3 0,9 0,9
Importazioni -2,8 3,8 -12,1 15,6 -0,5 2,7
Spesa delle famiglie residenti -1,3 1,0 -10,3 5,4 1,2 0,8
- Spesa sul territorio economico -1,3 1,1 -11,3 5,6 1,2 0,8
Investimenti -5,2 1,8 -7,9 7,3 2,0 0,8
Esportazioni -0,7 3,0 -13,5 14,1 0,2 3,0
Prezzi (IPC) 2,1 0,5 -0,2 1,9 5,7 1,3
Elaborazioni, stime e previsioni Ufficio Studi Confcommercio (USC) su dati Istat.

Stante la debolezza dell’industria (con variazioni tendenziali mensili dell’indice della produzione industriale attorno al -3% in ciascuno dei primi cinque mesi dell’anno), al turismo e ai servizi appaiono affidate le chance di raggiungere l’obiettivo di crescita del PIL attorno all’1% nell’anno in corso. La nostra previsione (tab. 1) non è dissimile dal target del Governo. Vi si perverrebbe compensando la caduta degli investimenti in costruzioni con quelli derivanti direttamente o indirettamente dal PNRR, con il contributo e il rafforzamento di risorse private. Questa congettura è, tuttavia, ostacolata da tassi d’interesse reali (riferimenti BCE al netto dell’inflazione, passata o attesa) storicamente elevati: il processo di mitigazione della restrizione monetaria appare troppo lento per l’Italia che esibisce un tasso d’inflazione standard o core già sotto l’1%, e il 2% rispettivamente. Non preoccupa la moderata crescita dei prezzi al consumo registrata a luglio scorso (1,3%).

2. Le spese obbligate

L’aggiornamento al 2024 della scomposizione dei consumi delle famiglie tra spese obbligate e spese commercializzabili[1] è rappresentato dalla figura 1.

Fig. 1 – Spese obbligate e commercializzabili

composizione (%) in valore

figura 1

Elaborazioni, stime e previsioni USC su dati Istat.

Il messaggio chiaro che emerge dalle elaborazioni (e dalle stime riferite al 2024) è che a causa di prezzi fortemente crescenti e di quantità che si riducono meno che proporzionalmente, l’aggregato delle spese obbligate occupa quote crescenti del bilancio familiare. E, cosa alquanto preoccupante, non sembra si ritornerà al 40% circa del 2019. Rispetto alla scorsa edizione della nota (14 luglio 2023) la valutazione della quota delle spese obbligate per il 2023 passa dal 41,5% all’attuale 42,2%, con una moderata riduzione, comunque al 41,8%, per il 2024.

Potendo, poi, immaginare, nell’orizzonte del prossimo biennio, un ritorno dei servizi commercializzabili oltre il 21% grazie ai turismi attivi (italiani in Italia e stranieri in Italia), si capisce che lo spazio per i beni commercializzabili, quelli che in larga parte passano dai negozi fisici, è destinato a ridursi ulteriormente. Le strutture commerciali che producono servizi di prossimità nelle nostre città, e soprattutto nei centri storici, saranno ancora di più sotto pressione, tenuto conto anche del continuo sviluppo del commercio online che prevediamo si rafforzerà ulteriormente.

La questione che a spingere le spese obbligate sono i prezzi e non le preferenze dei consumatori, è esplicitamente affrontata nella tabella 2. I consumi di obbligati a prezzi costanti si riducono per varie componenti, a cominciare dall’energia. Certo, gli obbligati coprono anche esigenze fondamentali delle famiglie, come la sanità. Si capisce che dentro l’aggregato si muovono tendenze di lungo termine come l’invecchiamento della popolazione italiana, fenomeno senz’altro positivo e benvenuto, ma che domanda investimenti e governance strutturale perché spese come quelle sanitarie o per l’abitazione non siano precluse ad alcuno.

Tab. 2 – Consumi obbligati e commercializzabili pro capite

  valori a prezzi 2024 (euro) var. ass
  1995 2007 2019 2023 2024 2024-2023 2024-2019
Obbligati e affitti imputati 8.481 8.872 8.751 8.995 9.099 104 348
- abitazione 4.416 4.634 4.703 4.786 4.830 43 127
- sanità 611 656 682 746 753 7 70
- assicurazioni, carburanti, altro 2.722 2.688 2.289 2.417 2.454 37 164
- altro (**) 989 962 1.084 1.045 1.063 18 -22
Energia, gas e carburanti (***) 2.468 2.207 1.762 1.727 1.721 -6 -40
Commercializzabili 10.703 13.033 12.497 12.594 12.679 85 182
Beni 7.471 8.760 8.055 8.384 8.347 -37 292
- alimentari (****) 3.707 3.834 3.443 3.363 3.313 -50 -130
Servizi 3.200 4.262 4.442 4.209 4.332 123 -110
TOTALE CONSUMI 19.031 21.915 21.250 21.588 21.778 190 529
  composizione % prezzi correnti    
  1995 2007 2019 2023 2024    
Obbligati e affitti imputati 36,6 39,1 40,6 42,2 41,8    
- abitazione 18,0 20,4 22,5 22,8 22,2    
- sanità 3,3 3,1 3,5 3,4 3,5    
- assicurazioni, carburanti, altro 9,6 10,5 9,9 11,1 11,3    
- altro (**) 5,7 5,2 4,6 4,8 4,9    
Energia, gas e carburanti (***) 8,8 8,3 7,2 8,8 7,9    
Commercializzabili 63,4 60,9 59,4 57,8 58,2    
Beni 46,1 41,4 38,4 38,7 38,3    
- alimentari (****) 17,9 15,4 15,2 15,4 15,2    
Servizi 17,3 19,5 21,0 19,2 19,9    
TOTALE CONSUMI 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0    
nota: i dati espressi a valori concatenati non sono sommabili, il totale dei consumi differisce pertanto dalla somma delle singole aggregazioni. Le differenze aumentano nel tempo allontanandosi dall’anno di riferimento; (**) comprende: protezione sociale; servizi finanziari; altri servizi n.a.c.; (***) la voce è un di cui degli obbligati e affitti imputati e include capitoli di spesa già presenti nelle altre disaggregazioni; (****) incluse bevande alcoliche e non alcoliche. Elaborazioni, stime e previsioni USC su dati Istat.

3. I prezzi dei consumi obbligati

Il pezzo mancante nelle riflessioni fin qui proposte riguarda, ovviamente, la dinamica dei costi per le famiglie dei vari aggregati considerati.

Tab. 3 – Deflatori dei consumi

  Indice base 1995 Variazioni %
  2000 2007 2019 2023 2024 2019-1995 2024-2019 2024-1995
Spese obbligate (inclusi fitti imputati) 123,0 160,8 187,9 222,4 222,7 87,9 18,5 122,7
Energia, gas e carburanti 116,7 145,9 178,5 260,4 238,6 78,5 33,7 138,6
Beni commercializzabili 108,0 120,2 135,1 152,9 155,6 35,1 15,2 55,6
Servizi commercializzabili 112,0 132,7 153,0 172,2 177,4 53,0 16,0 77,4
Totale Consumi 113,9 136,4 156,6 180,4 182,8 56,6 16,7 82,8
Elaborazioni, stime e previsioni USC su dati Istat.

Sia la tabella 3 sia la figura 2 evidenziano una strutturale difformità delle inflazioni che interessano le spese obbligate rispetto ai beni e servizi dentro l’ambito dei commercializzabili.

Fig. 2 – Dinamica dei prezzi (deflatori, 1995=100)

figura 2

Elaborazioni, stime e previsioni USC su dati Istat.

Permangono, dunque, problemi di offerta. In particolare, di concorrenza tra imprese che offrono beni e servizi che fanno parte dell’aggregato dei consumi obbligati. Le dinamiche di lungo termine sono inequivocabili: pure al netto di importanti fenomeni sociali e demografici – famiglie più piccole, crescita dei metri quadrati di abitazione disponibili pro capite, invecchiamento in buona salute della popolazione anziana –resta il fatto che il deflatore degli obbligati in trent’anni è cresciuto molto più del doppio di quanto sia aumentato l’indice di prezzo per i beni commercializzabili.

Sul benessere economico – o sul disagio sociale, cambiando il segno all’effetto – questo fenomeno ha avuto certamente un impatto significativo, quando, per chi e quanto ha ridotto la libertà di scelta sui consumi.

 

La nota è stata redatta con le informazioni disponibili al 2 agosto 2024 da Mariano Bella,
Silvia Criscuolo e Livia Patrignani.


[1] Categorie e gruppi di spesa che costituiscono gli aggregati dei consumi obbligati e dei consumi commercializzabili:
consumi obbligati e affitti imputati: fitti effettivi, fitti imputati, manutenzione e riparazione dell’abitazione, acqua e altri servizi per l’abitazione, energia elettrica, gas ed altri combustibili, sanità, spese d’esercizio dei mezzi di trasporto esclusi i combustibili, combustibili e lubrificanti, assicurazioni, protezione sociale, servizi finanziari, altri servizi n.a.c.;
consumi commercializzabili - beni: alimentari, bevande alcoliche e non alcoliche, tabacco, vestiario e calzature, mobili elettrodomestici e manutenzione casa, acquisto di mezzi di trasporto, apparecchiature per la telefonia, articoli audiovisivi, fotografici, computer ed accessori, altri beni durevoli per la ricreazione e la cultura, altri articoli ricreativi ed equipaggiamento, fiori, piante ed animali domestici, libri, giornali ed articoli di cancelleria, apparecchi, articoli e prodotti per la cura della persona, effetti personali n.a.c.; servizi: servizi di trasporto, servizi postali, servizi di telefonia, servizi ricreativi e culturali, vacanze tutto compreso, pubblici esercizi, servizi alberghieri ed alloggiativi, barbieri, parrucchieri e saloni e altri servizi per la persona, istruzione.

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