Ocse: "debito pubblico spinga i governi ad una maggiore efficienza"

Ocse: "debito pubblico spinga i governi ad una maggiore efficienza"

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22 ottobre 2009
L’aumento del debito pubblico, conseguenza dei piani anticrisi, dovrà costringere i Governi ad aumentare l’efficienza e il rap

L’aumento del debito pubblico, conseguenza dei piani anticrisi, dovrà costringere i Governi ad aumentare l’efficienza e il rapporto costi-benefici nei servizi pubblici. L’avvertimento arriva da uno studio dell’Ocse, secondo cui “i livelli di spesa pubblica” raggiunti dopo la crisi dai Paesi dell'area Ocse “potrebbero essere insostenibili e porre un problema urgente di razionalizzazione, anche se i Governi dovranno bilanciare le strategie di contenimento con la necessità di sostenere la ripresa economica, ancora fragile”. Lo studio sottolinea come prima della crisi tutte le economie nazionali dell'area Ocse abbiano visto diminuire la percentuale di Pil dedicata alla spesa pubblica, con l'unica eccezione di Corea (dal 21% del 1995 al 30% del 2005) e Portogallo (dal 43% al 46%). Nello stesso periodo sono rimasti invece stabili i dipendenti pubblici in percentuale al totale della forza lavoro di ogni singolo Paese: si va dal 5% di dipendenti pubblici del Giappone al 29% della Norvegia. Forte la presenza femminile, che tra i dipendenti pubblici arriva a rappresentare tra il 40% e il 50% del totale La tendenza degli ultimi anni, nota lo studio Ocse, è quella di una maggiore esternalizzazione e al ricorso a partnership pubblico-privato nell’erogazione dei servizi: nel 2007 il 43% della spesa pubblica in beni e servizi era “canalizzata” attraverso operatori privati, in aumento rispetto al 39% del 1995. Lo studio evidenzia inoltre come i Governi abbiano iniziato ad applicare procedure più sofisticate nella gestione delle risorse umane, riformando le pratiche per delegare le decisioni ai ministeri, per reclutare candidati esterni e introdurre pratiche di valutazione delle prestazioni. L’utilizzo di servizi online (e-government), rileva inoltre l'Ocse riferendosi ai dati 2008, varia dal 62% della Norvegia a al 10% della Grecia, con l'Italia terzultima a quota 15%.

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