Ocse: Italia tra i Paesi più colpiti dall'onda lunga della crisi

Ocse: Italia tra i Paesi più colpiti dall'onda lunga della crisi

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10 marzo 2010
L’Italia è tra i Paesi più colpiti dall’impatto a lungo termine della crisi economica

L’Italia è tra i Paesi più colpiti dall’impatto a lungo termine della crisi economica. L’Ocse, nel rapporto 'Obiettivo crescita' stima la perdita di Pil nel lungo termine a 4,1 punti percentuali rispetto al potenziale, derivanti per 1,9 punti dal calo persistente dell’occupazione e per 2,1 punti dal maggior costo del capitale. Nell’area Ocse i danni maggiori saranno a carico di Irlanda (-11,8), Spagna (10,6), Polonia (4,5) e, appunto, Italia. In media, la perdita di output sul lungo termine è stimata a 3,1 punti ed è atteso un rallentamento della crescita all’1,75% l’anno (da 2-2,25% nei sette anni ante-crisi), legato anche ai fattori demografici.

Inoltre, il divario tra l’Italia e i principali Paesi industrializzati in termini di Pil pro capite e produttività “si è ampliato in modo sostanziale”. Il Nostro Paese è infatti in ventesima posizione per Pil pro capite sui 30 Paesi aderenti all’Organizzazione. Il gap rispetto ai 'primi della classe', vicino al 30%, deriva in primis dalla minore produttività (-25% rispetto alla metà migliore dei Paesi Ocse).

L’Ocse invita quindi a ridurre la pressione fiscale, privatizzare e abolire la golden share, rafforzare l’Antitrust e deregolamentare, aumentare il numero dei laureati. Gli introiti fiscali del 2010 sono stimati al 42,8% del Pil (42,6% nel 2009 e 41,1% nel 2000-2007) contro una media Ocse del 35,8%. Tra le priorità, la riduzione del cuneo fiscale sui redditi da lavoro, con le raccomandazioni di “abbassare le aliquote marginali sui redditi e i contributi pensionistici e di ampliare il campo delle deduzioni dei costi della manodopera nell’Irap”. Per finanziare i tagli alle tasse, una maggiore lotta all’evasione. Stop, inoltre, ai condoni.

 

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