Ok della Camera al decreto reddito-pensioni, torna al Senato

Ok della Camera al decreto reddito-pensioni, torna al Senato

L'Aula di Montecitorio ha approvato con 291 sì e 141 no il provvedimento che contiene le due misure bandiera del governo giallo-verde. A Palazzo Madama terza e ultima lettura entro il 29 marzo.

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21 marzo 2019
Con 291 sì e 141 no, l'Aula della Camera ha approvato il 'decretone' con il reddito di cittadinanza e quota 100, le due misure bandiera del governo giallo-verde. Sul provvedimento il governo ha già incassato la fiducia di Montecitorio. Il decreto torna adesso all'esame del Senato per la terza e ultima lettura entro il 29 marzo. Salvo sorprese dell'ultima ora Palazzo Madama confermerà tutte le novità dell'ultimo passaggio parlamentare. Tra queste, il beneficio extra fino a 50 euro per il reddito alle famiglie numerose e con disabili, il superamento del limite dei 45 anni per il riscatto agevolato della laurea, l'introduzione della figura del vicepresidente Inps, più controlli e paletti più stringenti sui furbetti. Le novità introdotte in seconda lettura riguardano soprattutto reddito e pensioni di cittadinanza (tra sostegno a famiglie con disabili e rafforzamento dei controlli). Non sono peraltro mancati interventi sulla governance di Inps e Inail (i relativi cda disporranno, come preannunciato, di un vicepresidente), per le assunzioni nella Pa, prioritariamente per sanità e beni culturali alle prese con le uscite innescate da 'quota 100', e per agevolare il riscatto della laurea anche ha chi più di 45 anni (ma solo se con contributi   versati a partire dal 1996). Le modifiche al testo votate da Senato e Camera non faranno comunque decadere le domande presentate prima della conversione in legge del decreto. In caso di accettazione sarà possibile integrare entro sei mesi la documentazione in base agli eventuali nuovi requisiti richiesti.Tra le prime correzioni al testo votate dalle commissioni Lavoro e Affari sociali della Camera figura un miglioramento delle condizioni di accesso a reddito e pensioni di cittadinanza per le famiglie al cui interno vivono persone con disabilità gravi o non autosufficienti. Aumentano così da 5mila e 7.500 euro le soglie Isee (già innalzate in prima lettura) per accedere al reddito, e il massimale della scala di equivalenza (fino a un massimo di 2,2). E' stato inoltre rivisto il requisito anagrafico per l'ottenimento della pensione di cittadinanza nelle famiglie al cui interno si registrano tali disagi. L'assegno previdenziale potrà poi essere riscosso anche in contanti, alle Poste o in banca, e non dovrà essere necessariamente caricato sulla 'card'. Il decreto legge registra inoltre, nel passaggio a Montecitorio, un rafforzamento sul versante dei controlli e delle misure cosiddette antifurbetti del reddito di cittadinanza. Si giustificano così le assunzioni di 100 ispettori della Guardia di finanza e l'assegnazione all'Ispettorato nazionale del Lavoro di 65 carabinieri (a fronte di un'analoga quota di arruolamenti nell'Arma e di una riduzione di assunzioni previste per l'Istituto stesso). Le Commissioni hanno anche chiarito, al fine di "evitare comportamenti opportunistici", che i genitori con minori dovranno esibire l'Isee dell'altro genitore anche se non sposato o non convivente (a meno che non sia risposato, o che abbia avuto un figlio con una altra persona o che se ne dimostri la non compartecipazione alle spese familiari). L'erogazione del reddito o della pensione di cittadinanza verrà poi sospesa a chi ha subito una misura cautelare  personale, "anche adottata all'esito di convalida  dell'arresto o del fermo", o una condanna "anche con sentenza non definitiva". La misura scatta anche anche per i latitanti o per chi "si è sottratto volontariamente alla ''esecuzione della pena". La Camera  ha anche recepito l'accordo Governo-Regioni che prevede il rafforzamento dei centri per l'impiego, grazie allo  stanziamento di 340 milioni in tre anni, l'assunzione di 3mila navigator. Mentre per agevolare l'accesso al reddito di cittadinanza si potrà presentare la relativa domanda anche ai patronati (già chiamati in causa per le pratiche relative alla pensione di cittadinanza). Centri per l'impiego e Comuni  potranno, tra l'altro, contattare i beneficiari del reddito per mail o sms. Saranno quindi ammessi ai patti per il lavoro anche i cosiddetti 'working poor'. Chi ha un'occupazione retribuita pochissimo viene pertanto considerato disoccupato e inserito nei programmi previsti dal reddito di cittadinanza. 
 

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