Pensioni: il Governo fa "catenaccio"

Pensioni: il Governo fa "catenaccio"

Rischia di slittare dopo il 30 giugno la conclusione del confronto tra Governo e parti sociali sulla riforma delle previdenza. La maggioranza sembra ancora divisa sulla proposta da fare al tavolo.

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6 giugno 2007
PENSIONI: RISCHIO SLITTAMENTO, SINDACATI PREOCCUPATI/ANSA ANGELETTI, PROBABILMENTE NON SI FARA' A GIUGNO MA IN AUTUNNO (ANS

Pensioni: il governo fa “catenaccio�

 

Rischia di slittare dopo il 30 giugno la conclusione del confronto tra Governo e parti sociali sulla riforma delle previdenza. Secondo il segretario generale della Uil Angeletti, gli interventi sulle pensioni “era preferibile attuarli a gennaio ma temo non si faranno neanche a giugno: la cosa prevedibile è che lo showdown avverrà con la Finanziaria�. E mentre mancano poco più di tre settimane al termine previsto per la presentazione del Dpef (e al limite più volte indicato dal Governo per la chiusura del negoziato) la maggioranza sembra ancora divisa sulla proposta da fare al tavolo. I sindacati hanno espresso preoccupazione per il rischio di allungamento dei tempi e sono tornati a chiedere al Governo di riaprire al piu' presto il confronto con una proposta unitaria ma ad oggi dalla presidenza del Consiglio non e' ancora partita la convocazione alle parti sociali. Oggi il ministro del Lavoro Cesare Damiano ha comunque ribadito l'auspicio del Governo di chiudere il confronto entro il 30 giugno e ha sottolineato che in ogni caso il lavoro fatto non sara' buttato. Sulla stessa linea il segretario Ds Piero Fassino ha riaffermato l'intenzione del Governo di accelerare sulla riforma delle pensioni. E se per ora gli occhi sembrano puntati sul dibattito di domani al Senato sul caso Visco sembra difficile che una convocazione alle parti sociali possa arrivare prima di giovedi'. Il 7 infatti i parlamentari della sinistra radicale e della sinistra Ds si riuniranno a Roma per mettere a punto un documento da presentare a Prodi sulle pensioni che dovrebbe ribadire la richiesta di abolizione dello scalone e del ripristino quindi, anche dopo il 2008, della soglia dei 57 anni per l'accesso alla pensione di anzianita' a fronte di 35 anni di contributi. La maggioranza quindi appare ancora divisa mentre dal fronte sindacale arrivano nuove aperture. Dalla direzione della Cgil e' emersa la disponibilità, in presenza di precise garanzie, a discutere anche della trasformazione dello scalone (l'aumento adesso previsto dalla legge Maroni da 57 a 60 anni per la soglia per l'anzianita') in scalini (aumento quindi a 58 anni per cominciare) purche' siano mantenuti gli attuali coefficienti, siano esclusi i lavoratori precoci e quelli impegnati in attivita' usuranti e purche' sia mantenuta l'attuale eta' di pensionamento di vecchiaia per le donne (60 anni contro i 65 degli uomini). E se dalla Cisl una disponibilita' sull'aumento dell'eta' di pensionamento di anzianita' era gia' stata espressa la Uil conferma la richiesta di eliminazione dello scalone perche' ''previsto dal programma'' del Centro-sinistra e perche' contro questa misura e' stato fatto lo sciopero generale�.

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