Pensioni, Prodi: "lo scalone è iniquo"

Pensioni, Prodi: "lo scalone è iniquo"

L'innalzamento dell'età pensionabile sarà graduale. Pensioni più alte per 2 milioni di anziani. Tra pochi giorni le proposte del governo sulla previdenza. Oggi terzo round con le parti sociali a Palazzo Chigi. Fiducioso il ministro Damiano.

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15 giugno 2007
Pensioni: Prodi, “lo scalone è iniquo e va sostituito�

Pensioni: Prodi, “lo scalone è iniquo e va sostituito�  

 

“Lo scalone è iniquo. Va sostituito gradualmente. A giorni arriveranno le nostre proposte�. Romano Prodi ha voglia di chiudere in fretta la partita con le parti sociali su previdenza, Dpef e mercato del lavoro. La maggioranza ha infatti ormai chiaro di non potersi permettere il rinvio a settembre. E il premier rispondendo ieri al question time alla Camera, dopo aver definito la linea nella colazione a Palazzo Chigi con i ministri economici, ha criticato la legge Maroni aprendo alla riforma. Ha annunciato cioè che il governo metterà presto sul tavolo il suo pacchetto di misure per rendere meno brusco il salto dell'età pensionabile (da 57 a 60 anni). Le proposte ruotano attorno al nodo rappresentato dallo scalone previsto dalla legge Maroni. Uno scalone iniquo, appunto, che sarà ha precisato Prodi "sostituito gradualmente". Il premier ha anche ribadito l'intenzione di destinare più della metà del 'tesoretto' (cioè 1,3 miliardi di euro) per aumentare le pensioni più basse. Sono perciò "in arrivo benefici per due milioni di anziani". Benefici giudicati comunque insufficienti dalla sinistra radicale, che con Rifondazione e Pdci in testa chiede anche l'abbattimento dello scalone e incentivi per chi vuole rimanere al lavoro. E porta avanti un duro braccio di ferro con il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa. Tra gli altri impegni dell'esecutivo a sostegno dei redditi, c'è pure l'attenzione ai precari e ai giovani. "Vogliamo perseguire misure che portino a una riduzione del precariato - ha detto Prodi - Le risorse potranno essere raccolte anche attraverso la razionalizzazione degli enti previdenziali. Per i giovani è prevista la possibilità del riscatto degli anni di laurea e la continuità dei versamenti. Se l'accordo governo-sindacati sembra ormai a portata di mano, dunque entro il 28 giugno quando sarà varato il Dpef, per presentare una proposta definitiva i tecnici stanno cercando nuove risorse. Stando al leader della Cisl Luigi Bonanni l'ipotesi che sta prendendo piede è "il mix quote-scalini, e può consentire un accordo". Il governo deve trovare risorse "aggiuntive", ha confermato il ministro del Lavoro. Che ha aperto alle quote, caldeggiate dalle confederazioni, purchè si mantengano i risparmi. A parità di costi per l'esecutivo - ha spiegato Cesare Damiano - "è indifferente seguire la strada degli scalini o quella delle quote, tra età pensionabile e contributi previdenziali". Il ministro del Lavoro sembra orientato a scegliere "la strada maggiormente condivisa e più utile". L'ipotesi più accreditata sarebbe quella di uno "scalino" a 59 anni, con la possibilità di uscire nello stesso anno con 58 anni di età e 36 di contributi. E gli è sembrato che da parte di Cgil, Cisl e Uil "ci fosse una valutazione largamente favorevole all'impostazione del governo".

 

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