PER IL TURISMO UN'ESTATE DA DIMENTICARE

PER IL TURISMO UN'ESTATE DA DIMENTICARE

Secondo un'indagine di Fipe-Confcommercio, la stagione si chiuderà con una flessione delle presenze pari al 2,3 per cento e perdite reali superiori ad 800 milioni di euro. Si salva solo agosto (+0,5 per cento), che torna "il mese" delle vacanze.

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6 agosto 2007
Roma, 22 dicembre 1999

Per il turismo un’estate da dimenticare

 

Secondo l’annuale indagine realizzata dal centro studi di Fipe-Confcommercio sui comportamenti dei turisti, la stagione estiva si chiuderà con una flessione del 2,3%.  Un dato che, tradotto in presenze sulla base dell’indicatore di permanenza media,  significa  14 milioni di pernottamenti in meno, con perdite reali per oltre 800 milioni di euro. E’ un risultato che sarebbe stato ancor più pesante senza i buoni risultati attesi nel mese di agosto, con presenze in crescita di mezzo punto percentuale, mentre la stima a consuntivo per giugno e luglio dà una flessione delle presenze superiore al 3% e la previsione per settembre arriva al -4,5%.

A soffrire in particolare sono le località di montagna, considerate troppo care, seguite a ruota da quelle marine ritenute troppo classiche come genere di vacanza. Nel primo caso il calo tocca addirittura il 4,6%, mentre il mare potrebbe perdere il 2,4% delle presenze. Tale flessione però non sembra ripercuotersi sugli stabilimenti balneari, i cui ingressi rimangono stabili rispetto a quelli della stagione precedente. I turisti, nella maggior parte stranieri, sembrano preferire le città d’arte e i centri minori, premiando le politiche culturali attuate dai relativi Comuni. Dal punto di vista territoriale, il Centro Nord tiene un andamento stabile, a differenza del Sud e delle Isole dove il calo di presenze è più sentito.

In fatto di consumi, la domanda sembra orientarsi sugli stili salutistici, ma non troppo dispendiosi. Oltre all’intramontabile pizza e birra, vanno di moda anche piatti di pesce, gelati e acqua a volontà. Male, invece, il mordi e fuggi di tramezzini e panini. In calo i pasti al ristorante e quello di superalcolici. I consumi si stanno polarizzando sull’eccellenza e sull’essenzialità, il che lascerebbe pensare ad un assottigliamento della fascia media di reddito.

Sul fronte prezzi, per la stragrande maggioranza degli intervistati (81,3%) i prezzi sono rimasti invariati rispetto al 2006. Il settore dei pubblici esercizi continua invece a dare il suo contributo a livello di impiego: nel solo mese di agosto darà lavoro a 813.000 persone (53% donne e 47% uomini), di cui 512.000 dipendenti e 301.000 autonomi.

 

 

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