Pisa: il conto delle sagre? Lo pagano i pubblici esercizi
Pisa: il conto delle sagre? Lo pagano i pubblici esercizi
Il giro d'affari di sagre e circoli privati costa ai pubblici esercizi della provincia Di Pisa oltre 4 milioni e mezzo di euro. Lo rivela un’indagine della Fipe sull'impatto della somministrazione parallela (sagre) sull'economia dei pubblici esercizi
Secondo quasi il 95% dei titolari di pubblici esercizi, le maggiori criticità evidenziate dalle sagre sono il mancato rispetto delle regole igienico-sanitarie, fiscali e del lavoro e uno scarso coinvolgimento degli operatori locali.
In provincia di Pisa, si organizzano una media di 20 giorni di sagre per comune ogni anno, per un numero medio annuo di giorni di sagre pari a 780 giorni. In termini assoluti, sagre e feste paesane sono più di cento ogni anno nella nostra provincia.
E le cose non vanno meglio nel resto della regione dove, secondo l’indagine, le sagre “sottraggono” ai pubblici esercizi oltre 43 milioni di euro l’anno.
“Il fenomeno troppo diffuso delle sagre – dice Federico Pieragnoli, direttore della Confcommercio Pisa – incide negativamente sugli affari e sulle prospettive di lavoro dei pubblici esercizi. Niente da dire sulle sagre di qualità, che valorizzano i prodotti tipici di un territorio e arricchiscono l'offerta enogastronomica complessiva. Ma ci sono troppe sagre di scarso valore, improvvisate e create solo per eludere le normative. Le amministrazioni locali devono stilare un calendario ufficiale delle sagre di qualità autorizzate e cominciare a vietare tutte le altre che con il territorio, la tradizione e i prodotti tipici non hanno nulla da spartire”.