Previdenza complementare: vantaggi per dipendenti e aziende

Previdenza complementare: vantaggi per dipendenti e aziende

Un convegno promosso da Confcommercio Vicenza ha fatto il punto sui vantaggi del secondo pilastro previdenziale.

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7 dicembre 2006
Un convegno della Confcommercio di Vicenza ha fatto il punto sui vantaggi del “secondo pilastro� previdenziale

La previdenza complementare conviene ai dipendenti, ma anche alle aziende

 

Sono quasi 190mila i dipendenti del terziario della provincia di Vicenza che dal primo gennaio 2007 dovranno fare una scelta fondamentale per il loro futuro: aderire alla previdenza complementare o mantenere il trattamento di fine rapporto. Proprio per capire quali vantaggi e svantaggi, sia per i dipendenti che per le aziende, comporterà questa decisione si è tenuto nella sala convegni della Confcommercio di Vicenza un seminario dal titolo “Il nuovo scenario della previdenza Italiana� che ha visto tra i relatori Giovanni Pollastrini, presidente di Fon.Te (Fondo pensione per i dipendenti del commercio, turismo e servizi) e il responsabile dell’Area legislazione d’impresa della Confcommercio nazionale, Alessandro Vecchietti.

“Oggi c’è ancora l’opinione diffusa, anche tra i giovani, che la pensione pubblica coprirà l’ottanta per cento dell’ultima retribuzione. Ma è un’illusione, perché dovremo fare i conti con prestazioni molto più basse�, ha detto in apertura Vecchietti, esponendo cifre per certi versi “drammatiche�. La prospettiva futura, infatti, è di una pensione che arriverà a coprire, per chi inizia a lavorare oggi, poco più del 40 per cento delle retribuzioni. Morale: serve un secondo pilastro complementare e serve subito. E allora ecco l’urgenza di fare subito una scelta e di scegliere, su questo il convegno non ha lasciato margini di dubbio, l’adesione alla previdenza complementare. E ciò sia per le aziende che per i dipendenti.

Il perché lo hanno illustrato chiaramente sia Vecchietti che il presidente di Fon.te, che è tra l’altro consulente del Mministro del Lavoro Cesare Damiano, oltre che commissario di Enasarco, la Cassa di previdenza degli agenti di commercio. “Aderendo ad un fondo pensione â€" ha spiegato Vecchietti - i dipendenti hanno forti vantaggi: deducono le somme versate dai redditi e abbassano l’imponibile ai fini delle tasse fino ad un massimo dei 10 milioni delle vecchie lire. Non solo, sulla valorizzazione annuale delle somme versate ai fondi di categoria si applica, come previsto dalla Finanziaria, una trattenuta dell’11 per cento contro il 20 per cento di qualsiasi altro investimento finanziario. E poi un altro grande vantaggio riguarda la  rendita perché, a differenza delle pensioni dell’Inps, a cui si applicano le normali aliquote fiscali, la pensione complementare sarà tassata al massimo del 15 per cento, aliquota che può diminuire fino al 9 per cento a seconda degli anni di iscrizioneâ€�. Chi poi aderisce al fondo di categoria Fon.te, ha spiegato Pollastrini, “potrà godere di una contribuzione aggiuntiva, oltre al Tfr, versata dal proprio datore di lavoro che va, a seconda dei contratti collettivi di riferimento, dallo 0,55 per cento all’1,55. Insomma, alla fine scegliere di tenersi il Tfr non è per nulla conveniente, perché si perdono soldi e la cifra erogata è sottoposta ad una tassazione ben superioreâ€�.

E per le aziende, anche per loro è conveniente che i propri dipendenti optino per la previdenza complementare? Conti alla mano sembra proprio di sì. “Le misure compensative alle imprese â€" ha spiegato Pollastrini â€" prevedono una serie di agevolazioni che vanno dalla deducibilità dal reddito d’impresa dei versamenti all’abrogazione del contributo di solidarietà, fino ad una progressiva riduzione dei contributi a partire dal 2008â€�. Dati alla mano, secondo il responsabile dell’Area legislazione d’impresa di Confcommercio nazionale, “se il dipendente destina a Fon.Te la propria liquidazione le aziende risparmiano  una cifra pari all’11,48 del Tfr maturato. Consideriamo poi che per le aziende con almeno 50 dipendenti quel Tfr va a confluire all’Inps in un conto a disposizione dello Stato, un danno a cui si aggiunge anche la beffa di dover comunque, pur avendone perso la disponibilità, compiere tutti gli adempimenti obbligatori previsti precedentemente, a cominciare dalle anticipazioni fino al pagamento diretto delle liquidazioni. Le somme versate, infatti, vengono restituire solo attraverso un conguaglio con i contributi da pagare all’Inpsâ€�.

Sulla convenienza della previdenza complementare dunque, non sembrano esserci dubbi. Le difficoltà operative, invece, iniziano sugli obblighi burocratici e gli adempimenti che comporta questo primo, faticoso, avvio della riforma. “Il consiglio operativo è quello di fare presto â€" ha affermato Vecchietti â€" per evitare di dover gestire situazioni ibride in cui alcuni mesi il Tfr resta in azienda, o va all’Inps nel caso di imprese con almeno 50 dipendenti, e i mesi successivi invece viene destinato al fondoâ€�.

 

 

 

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