Prezzi: la nuova 'sparata' di Coldiretti

Prezzi: la nuova 'sparata' di Coldiretti

L'organizzazione degli agricoltori ripete la solita litania: l'aumento dei prezzi dal campo alla tavola dipende dai ricarichi eccessivi applicati dalla distribuzione. La replica di Fida, Federdistribuzione ed Assipan.

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16 ottobre 2009

Le cause della moltiplicazione dei prezzi dal campo alla tavola sono da imputare, nell’ordine, a tutti i passaggi intermedi, ai ricarichi eccessivi applicati dalla distribuzione e alle speculazioni. E’ quanto asserisce per l’ennesima volta, e in poco tempo, Coldiretti. Questa volta in un’indagine presentata a Cernobbio. E ovviamente senza tenere conto delle numerose smentite – con i fatti, più che con le parole – di chi ogni volta viene chiamato in causa dall’organizzazione degli agricoltori. Ovvero, in prima battuta, la distribuzione commerciale.

Il primo a replicare è stato il presidente della Fida, Dino Abbascià. “Più che le indagini o i sondaggi – ha detto - sarebbe opportuno far sapere a tutti i consumatori italiani che le formule di vendita come l’acquisto diretto dal produttore agricolo o i farmers market, oltre a configurarsi come una vera e propria forma di concorrenza sleale sia rispetto all’equità fiscale che alle condizioni igienico sanitarie, non mantengono nemmeno le promesse per cui sono nate e cioè di attuare prezzi inferiori a quelli praticati dalla distribuzione. E questo è ormai rilevato anche da autorevoli organi di informazione e dagli stessi consumatori che hanno già smascherato il ‘bluff’”. “Speriamo che Coldiretti – ha aggiunto Abbascià - la smetta di portare avanti la sua personale battaglia contro il commercio italiano, additando presunti atteggiamenti speculativi da parte della distribuzione, peraltro smentiti dai dati ufficiali sull’inflazione, e si decida invece a collaborare e cooperare con tutti gli attori della filiera per una maggiore efficienza e produttività”.

“Anziché accusare la grande distribuzione, Coldiretti guardi in casa propria” è invece la risposta di Paolo Barberini, presidente di Federdistribuzione, secondo il quale “ancora una volta siamo di fronte a ingiustificabili e false affermazioni della Coldiretti, che preferisce chiamare in causa la grande distribuzione per nascondere la mancanza di efficienza del sistema agroalimentare italiano, nonostante i rilevanti contributi europei, nazionali e regionali ricevuti ogni anno”. “Gli operatori della GDO – ha proseguito Barberini - sono impegnati da sempre nel mantenimento del potere d'acquisto dei consumatori. Nel mese di agosto, spiega, a fronte del calo delle materie prime denunciato dagli agricoltori, i prezzi al banco nei supermercati e ipermercati sono diminuiti per la frutta dell’11% rispetto al 2008 e del 9,5% per la verdura. I dati seguono il calo del 13,5% registrato a luglio per la frutta e quello del 7,4% sempre a luglio per la verdura”.

“E’ inoltre singolare – ha concluso il presidente di Federdistribuione - che mentre la GDO viene così ripetutamente attaccata in ambito nazionale, a livello locale la Coldiretti cerchi la collaborazione della stessa Distribuzione Moderna per favorire la promozione del prodotto agricolo. Se questi atteggiamenti dovessero continuare la GDO sarà costretta a cessare il dialogo finora sempre tenuto aperto in ambito regionale”.

“Legare il prezzo del pane al costo del grano è come pretendere di determinare il prezzo di un’auto partendo dal solo prezzo del ferro”: lo ha affermato Claudio Conti, presidente di Assipan, l’Associazione italiana Panificatori aderente a Confcommercio, in replica ad un’altra analisi di Col diretti, questa volta sull’aumento del prezzo del pane. Secondo l’organizzazione degli agricoltori, infatti, nel settembre scorso il pane è aumentato dello 0,4% su base annua pur in presenza di un prezzo del grano riconosciuto agli agricoltori che è oggi molto più basso di quello di 25 anni fa.

“Innanzitutto – ha ribattuto Conti - noi non compriamo grano ma farina e, comunque, la sola materia prima ha un’incidenza sul prezzo al consumo del pane di circa il 10-12%. Da Coldiretti possiamo solo apprezzare l’invito ai consumatori a fare i loro acquisti direttamente sui luoghi di produzione, ovvero presso gli oltre 20mila panifici artigiani italiani, dove tutte le mattine è sempre possibile trovare prezzo e qualità”.

“Quindi – ha concluso il presidente di Assipan – piuttosto che innescare continui conflitti e inutili allarmismi su presunti aumenti indiscriminati del prezzo del pane, Coldiretti farebbe bene a mettere da parte, una volta per tutte, le sue demagogiche campagne sindacali e ad informarsi direttamente dai produttori agricoli sulle varie iniziative che panificatori e coltivatori realizzano insieme per dare valore ai loro prodotti”.

 

 

 

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