Primo piano

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30 novembre 2004
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PRIMO PIANO

 

1° maggio 2004, un'Europa a 25

 

Dal 1° maggio 2004, 75 milioni di abitanti dei dieci nuovi Stati sono diventati cittadini dell'Unione europea. Da mezzo secolo, l'Unione si è costruita attraverso quattro grandi tappe: i sei paesi fondatori (1957) sono diventati  nove nel 1973, dodici tra il 1981 e il 1986, quindici nel 1995, per arrivare a venticinque nel 2004; il più ampio allargamento della sua storia. Una Comunità che è riuscita a realizzare un'unificazione del continente in pace e in  democrazia.

 

Identità dei nuovi membri:

 

Repubblica ceca:

Stato fondato nel 1993 – Popolazione: 10,3 milioni di abitanti – Superficie: 79.000 km2 - PIL: 75,7 Mrd € - PIL pro capite: 15.500€ - Crescita: 2,9% - Inflazione: -0,1% - Disoccupazione: 7,8%. Religioni: cattolica (39%), protestante (4%).

 

Cipro:

Stato indipendente dal 1960 – Popolazione: 900.000 abitanti – Superficie: 9.251 km2 - PIL: 11,3 Mrd € - PIL pro capite: 18.860€ - Crescita: 2% - Inflazione: 4% - Disoccupazione: 4,4%.  Religioni: ortodossa (80%) e musulmana (18%).

 

Estonia:

Stato indipendente dal 1991 – Popolazione: 1,32 milioni di abitanti – Superficie: 45.227 km2 - PIL: 7,4 Mrd € - PIL pro capite: 10.550€ - Crescita: 4,8% - Inflazione: 1,4% - Disoccupazione: 10,1%.  Religioni: protestante, seguita dall'ortodossa.

 

Lettonia:

Stato indipendente dal 1991 – Popolazione: 2,346 milioni di abitanti -  Superficie: 64.600 km2 - PIL: 9,2 Mrd € - PIL pro capite: 9.050€ - Crescita: 7,4% - Inflazione: 2,9% - Disoccupazione: 10,5%.  Religione: principalmente protestante, seguita dalla cattolica e dall'ortodossa.

 

Lituania:

Stato indipendente dal 1991 – Popolazione: 3,5 milioni di abitanti – Superficie: 65.200 km2 - PIL: 16,1 Mrd € - PIL pro capite: 10.560€ - Crescita: 8,9% - Inflazione: -1,1% - Disoccupazione: 12,7%.  Il cattolicesimo è la religione principale.

 

Malta:

Stato indipendente dal 1964 – Popolazione: 390.000 abitanti – Superficie: 316 km2 - PIL: 4,4 Mrd € - PIL pro capite: 16.810€ - Crescita: 0,4% - Inflazione: 1,3% - Disoccupazione: 8,2%.  Religione principale: cattolica (98%).

 

Polonia:

Stato fondato nel circa 960 – Popolazione: 38,6 milioni di abitanti – Superficie: 312.685 km2. PIL: 185,2 Mrd € - PIL pro capite: 10.350€ - Crescita: 3,7% - Inflazione: 0,7% - Disoccupazione: 19,2%. Religioni: oltre il 90% della popolazione è cattolica.

 

Slovacchia:

Stato fondato nel 1993 – Popolazione: 5,4 milioni di abitanti – Superficie: 49.035 km2 - PIL: 28,8 Mrd € - PIL pro capite: 11.750€ - Crescita: 4,2% - Inflazione: 8,5% - Disoccupazione: 17,1% - Religioni: cattolica (69%), protestante (9%) e ortodossa (4%).

 

Slovenia:

Stato fondato nel 1991 – Popolazione: 2 milioni di abitanti – Superficie: 20.000 km2 - PIL: 24,2 Mrd € - PIL pro capite: 10.090€ - Crescita: 2,3% - Inflazione: 5,7% - Disoccupazione: 6,5% - Religioni: cattolica (71%), protestante (1%), musulmana (1%) ed altre (23%).

 

Ungheria:

Stato fondato nel 1918 – Popolazione: 10,2 milioni di abitanti – Superficie: 93.036 km2 - PIL: 73,2 Mrd € - PIL pro capite: 13.380€ - Crescita: 2,9% - Inflazione: 4,7% - Disoccupazione: 5,8% - Religioni: cattolica (55%), protestante (24%), ortodossa (2,7%) e ebrea (1%).

 

Questioni economiche

 

Dal 1° maggio, l'Unione europea è diventata la prima entità commerciale del mondo, con circa 450 milioni di cittadini (+20% di popolazione rispetto all'UE a 15) e un quinto del reddito commerciale mondiale (+5% di PIL rispetto all'UE a 15). Questo allargamento non provocherà grandi rivolgimenti, soprattutto nel campo del commercio in cui non si prevedono distorsioni o tendenze dei nuovi Stati membri a cambiare atteggiamento nelle loro pratiche commerciali. Ciò è dovuto al fatto che dal punto di vista commerciale, l'allargamento ha già avuto luogo negli anni '90. In effetti, il settore del commercio venne aperto con gli Accordi europei nei quali si prevedeva un libero scambio bilaterale e attualmente, oltre il 95% del commercio, nei settori industriale e agricolo, con i futuri Stati membri è già libero. Gli Accordi europei contenevano anche tappe verso il libero movimento dei servizi e dei capitali, come pure impegni dei nostri partner ad acquisire anche in campo economico l'acquis communautaire. Ad oggi, il 70% del commercio dei nuovi Stati membri ha luogo con l'UE (percentuale simile a quella intracomunitaria UE 15). L'Ue richiede, pertanto, da un lato, l'esistenza di un'economia di mercato funzionante (la liberalizzazione dei prezzi e del commercio - l'esistenza di un sistema legale di implementazione che includa i diritti di proprietà - la stabilità macroeconomica e il consenso riguardo la politica economica - un settore finanziario ben sviluppato e l'assenza di barriere significative all'entrata al mercato); dall'altro, la capacità di saper affrontare le pressioni della concorrenza e delle forze del mercato all'interno dell'UE (l'esistenza di un'economia di mercato e di un quadro macroeconomico stabile nel quale gli agenti economici possano prendere decisioni in clima di certezza ed una maggiore efficienza delle imprese, grazie alla ristrutturazione).

 

Alcuni dati statistici Eurostat:

 

Nei nuovi Paesi membri la percentuale di imprese con meno di 250 lavoratori (99,7%) è quasi identica a quella nell'UE a 15 (99,8%), rispettivamente 2.402 milioni e 13.178 milioni di unità. Le micro e piccole imprese (< 50 lavoratori) contano per poco meno del 55% dei posti di lavoro nell'UE a 25. La maggior differenza è data dalla percentuale delle micro-imprese (< 10 lavoratori): 93,4% rispetto al 90,6% nell'UE. Detta categoria appare particolarmente debole nei nuovi Stati membri.

 

Imprese e occupazione: Nel 2000, 2,5 milioni di imprese erano attive nel settore dell'industria, dell'edilizia, del commercio e dei servizi nei nuovi 10 Stati membri, impiegando 15 milioni di persone.

La ripartizione dell'occupazione per settore era piuttosto simile tra i nuovi 10 Paesi. Tuttavia, in generale, l'industria era largamente il settore più importante in termini di numero di occupati, seguita dal commercio e dai servizi. Solo Malta si caratterizza per una maggiore percentuale di occupati nel settore del commercio e dei servizi rispetto agli altri nuovi Paesi.

 

Volume d'affari e valore aggiunto: Il volume d'affari realizzato dalle imprese attive nell'industria, nell'edilizia, nel commercio e nei servizi si attesta oltre i 780 miliardi di euro. Rispetto all'edilizia e ai servizi, il commercio e i settori industriali costituiscono la maggior parte del volume d'affari nei nuovi 10 Paesi UE.

 

Tassi di crescita:

 

1998

1999

2000

2001

2002

2003

Nuovi Stati

3.8

3.3

4.1

2.4

2.4

3.5

UE 15

2.9

2.9

3.5

1.6

1.0

0.7

 

L'Euro

 

Il Trattato UE indica chiaramente le modalità di integrazione dei nuovi Stati membri nella zona euro. Prima dell'adozione della moneta unica, i nuovi Stati membri dovranno raggiungere un elevato grado di convergenza relativo a:

 

ü     un alto livello di stabilità dei prezzi;

ü     la sostenibilità della posizione finanziaria del governo;

ü     una divisa stabile rispetto all'euro all'interno del meccanismo del tasso di cambio per almeno due anni (stabilità - definita quale il rispetto di bande di oscillazione normali all'interno del Meccanismo del Tasso di Cambio, ovvero ±2,25% intorno al tasso medio dell'euro - tale banda venne usata quale riferimento per la valutazione dell'ammissibilità per l'adozione dell'euro in tutte le passate Relazioni di Convergenza – 1998, 2000, 2002);

ü     i tassi di interesse a lungo termine vicini ai migliori in termini di stabilità dei prezzi.

 

Spetterà pertanto alla Commissione europea e alla Banca Centrale Europea decidere in merito, tenendo conto anche di altri fattori quali l'integrazione dei mercati, la situazione e lo sviluppo della bilancia dei pagamenti a prezzi correnti, come pure qualche prezzo indice. Da ultimo, saranno gli Stati membri (a maggioranza qualificata) a valutare la situazione di ciascuno Stato membro. In pratica, i futuri Stati membri potranno adottare l'euro non prima del 2006. Inoltre, sarà necessario un po' di tempo anche per il passaggio dalla loro divisa all'euro e per la coniatura delle nuove monete e banconote. Di conseguenza l'introduzione dell'euro non appare possibile prima del 2008, o nella migliore delle ipotesi, nel  2007, con il conio delle monete dato in out-sourcing.

 

 

Questioni istituzionali

 

Il Consiglio dell'Unione europea

 

Il trattato di Nizza aveva l'obiettivo di preparare le Istituzioni europee all'allargamento dell'UE, pertanto contiene disposizioni adattabili a diversi scenari possibili. Infatti all'epoca della conclusione del trattato non si poteva ancora prevedere esattamente quali paesi candidati sarebbero stati in grado di concludere i negoziati e in quale data l'allargamento sarebbe entrato in vigore (e se in una o più ondate). Per questo motivo il trattato di Nizza contiene due disposizioni:

 

ü       L'articolo 3 del protocollo sull'allargamento dell'Unione europea introduce una nuova definizione di maggioranza qualificata che, a partire dal 2005, attribuisce ai voti dei 15 Stati membri attuali una nuova ponderazione;

ü       Due dichiarazioni (n. 20 e 21) della CIG allegate al trattato fissano le posizioni comuni che gli Stati membri intendono prendere nei negoziati di adesione per quanto riguarda la questione della ponderazione dei voti.

 

Ricordiamo che una decisione è adottata dal Consiglio se ottiene i voti favorevoli della maggioranza dei membri. Il trattato di Nizza attribuisce ai voti dei quindici Stati membri una nuova ponderazione in sede di Consiglio. A tali Stati membri sono stati attribuiti in totale 237 voti e la soglia della maggioranza qualificata è fissata a 169 voti. Tuttavia, poiché l'adesione avverrà prima del 1° gennaio 2005, data prevista dal trattato di Nizza per l'applicazione della nuova ponderazione, questa disposizione è stata sostituita dal trattato di adesione. Questo trattato contiene una disposizione che regola la ponderazione attribuita ai voti espressi in sede di Consiglio dai 25 Stati membri, in base al trattato di Nizza e con effetto a decorrere dal 1° novembre 2004, dopo un periodo di transizione da maggio a ottobre 2004.

 

Clausola demografica. La nuova definizione di maggioranza qualificata contiene un'altra novità. All'articolo 205 del trattato CE è aggiunto un paragrafo nel quale si specifica che un membro del Consiglio può chiedere che, in caso di adozione di una decisione a maggioranza qualificata, si verifichi se tale maggioranza rappresenta almeno il 62% della popolazione totale dell'Unione. Qualora tale condizione non fosse soddisfatta, la decisione non sarà adottata. Questa disposizione si aggiunge alle altre condizioni necessarie all'adozione di un atto (maggioranza qualificata e maggioranza degli Stati membri). Essa garantirà che le decisioni adottate dal Consiglio conservino il carattere di rappresentatività della maggioranza della popolazione dell'Unione.

 

La ponderazione dei voti con 25 Stati membri. Il trattato di adesione firmato il 16 aprile 2003 ad Atene applica, e in certi punti modifica, alcune disposizioni del trattato di Nizza:

 

ü       la data di entrata in vigore della nuova ponderazione dei voti è posticipata al 1° novembre 2004, data che coincide con l'insediamento della nuova Commissione;

ü       ogni paese aderente riceve il numero di voti previsto nella dichiarazione n. 20, allegata al trattato di Nizza;

ü       conformemente alla dichiarazione n. 21, allegata al trattato di Nizza, la soglia della maggioranza qualificata (nuovo numero di voti che rappresenta la maggioranza dei membri del Consiglio) è fissata a 232 su un totale di 321, vale a dire al 72,3%;

ü       le modalità di ponderazione dei voti durante il periodo di transizione, tra il 1° maggio e il 31 ottobre 2004, ricalcano il sistema di ponderazione precedente e, per le deliberazioni del Consiglio, accordano agli Stati membri tra 2 e 10 voti, mentre la soglia della maggioranza qualificata è fissata a 88 voti su un totale di 124.

 

Di conseguenza, a partire dal 1° novembre 2004, una decisione è adottata dal Consiglio se, su un totale di 321 voti, ne ottiene almeno 232 favorevoli, espressione della maggioranza dei membri, fatta salva la clausola demografica.

 

 

Il Parlamento europeo, il Comitato Economico e Sociale, il Comitato delle Regioni

 

Per la prossima legislatura 2004-2009, il numero totale dei parlamentari sarà di 732, l'Italia passerà pertanto da 87 seggi a 78.

Per il Comitato economico e sociale e il Comitato delle Regioni, il numero di rappresentanti sarà di 317, di cui, per ogni Istituzione, 24 seggi per l'Italia.

 

 

La Commissione europea

 

Dal 1° novembre 2004, data di entrata in funzione della nuova Commissione europea, l'Esecutivo sarà composto da un Commissario per Stato membro. Viene inoltre rafforzato il ruolo del Presidente della Commissione europea. Competono ormai al Presidente le decisioni sull'organizzazione interna della Commissione, per garantire la coerenza, l'efficacia e la collegialità della sua azione. Il principio di collegialità viene così formalmente enunciato per la prima volta nei trattati. Il Presidente attribuisce le competenze ai commissari e può modificarne la ripartizione nel corso del mandato. Il Presidente nomina i vicepresidenti, previa approvazione del collegio. Ogni membro della Commissione deve rassegnare le dimissioni se il Presidente, previa approvazione del collegio, glielo chiede.

 

Segnaliamo che per il periodo di transizione, dal 1° maggio al 30 ottobre 2004, la Commissione europea ha accolto ufficialmente dopo l'approvazione del Parlamento europeo il 5 maggio, i dieci rappresentanti dei Governi dei nuovi Stati membri. In tal modo salgono a 30 i membri dell'Esecutivo comunitario, anche se i nuovi dieci non hanno portafogli specifici ma affiancano i Commissari in funzione.

 

Per questa fase transitoria, la Commissione europea intende, in primo luogo collaborare intensamente con la Presidenza del Consiglio per arrivare alla conclusione di un patto costituzionale. Il secondo grande obiettivo, compreso nel piano di lavoro dell'Esecutivo per il 2004, è garantire il successo dell'allargamento riservando un'ampia considerazione alle aspirazioni di altri candidati. Il processo di negoziato continua in modo positivo con Bulgaria e Romania; la Commissione ha già raccomandato l'apertura dei negoziati con la Croazia ed il Consiglio prenderà una decisione sulla Turchia alla fine dell'anno, sulla base della raccomandazione che l'Esecutivo adotterà in autunno. Infine, la Commissione dovrà portare avanti la preparazione delle nuove Prospettive finanziarie per il periodo successivo al 2006, che si fonda su tre grandi pilastri: lo sviluppo sostenibile, la cittadinanza europea e il ruolo dell'Europa nel mondo.

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