Primo piano

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4 maggio 2006
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PRIMO PIANO

 

Consiglio europeo di Bruxelles

23 e 24 marzo 2006

 

I Capi di Stato e di Governi dei 25 paesi dell'Unione europea si sono riuniti in Consiglio nell'ambito del quale sono stati definiti:

 

·           i settori specifici per azioni prioritarie sugli investimenti nella conoscenza e nell'innovazione, il potenziale delle imprese, in particolare le PMI e l'occupazione per le categorie prioritarie e

·           le misure che devono essere prese per mantenere lo slancio in tutti i pilastri del partenariato per la crescita e l'occupazione

 

Dopo il rilancio della strategia di Lisbona e l'accordo al Consiglio europeo del dicembre 2005 sulle prospettive finanziarie 2007-2013, il Consiglio europeo ha evidenziato la necessità di concludere quanto prima il nuovo accordo interistituzionale per l'attuazione di tale accordo e di adottare rapidamente i necessari strumenti giuridici.

 

In un contesto europeo, caratterizzato da una maggiore concorrenza dall'estero, dall'invecchiamento della popolazione, dall'aumento dei prezzi dell'energia e dalla necessità di salvaguardare la sicurezza energetica, è in atto, dal dicembre 2005, una graduale ripresa economica. Si prevede che, nel 2006, i livelli di crescita tornino vicino al loro potenziale.

 

I Capi di Stato e di Governo hanno pertanto ipotizzato di creare sei milioni di nuovi posti di lavoro nel triennio 2005-2007 e di contribuire in tal modo a ridurre la disoccupazione dall'1% circa nel 2007 della punta massima del 9% registrata alla fine del 2004. Le sfide più grandi cui deve far fronte l'Unione rimangono tuttavia l'ulteriore riduzione del livello di disoccupazione, l'incremento della produttività e l'aumento del potenziale di crescita. Far fronte all'invecchiamento della popolazione e beneficiare appieno della globalizzazione costituiscono pertanto i due principali fattori delle riforme strutturali, tuttavia ulteriori riforme sono necessarie per aumentare la competitività dell'Europa e sostenere la crescita, contribuendo così ad un aumento del tenore di vita e alla creazione di nuovi posti di lavoro.

 

Parallelamente, politiche macroeconomiche adeguate sono, secondo il Consiglio europeo, la chiave per trarre tutti i vantaggi delle riforme strutturali in termini di crescita e occupazione. Il miglioramento della fiducia delle imprese e dei consumatori contribuirà a portare stabilmente la crescita al suo livello potenziale. Un risoluto risanamento di bilancio rafforzerà ulteriormente le condizioni per una maggiore crescita e occupazione.

 

Il Vertice ha pertanto accolto positivamente la comunicazione della Commissione "È ora di cambiare marcia", il lavoro svolto dal Consiglio, e il fatto che tutti gli Stati membri abbiano rapidamente elaborato i loro programmi nazionali di riforma (PNR) in base agli orientamenti integrati. Ora che i PRN sono definiti, è essenziale mantenere lo slancio assicurandone l'effettiva, tempestiva e globale attuazione e rafforzare, se necessario, le misure previste nei PNR, in conformità del quadro, delle procedure e degli obblighi di comunicazione definiti dal Consiglio europeo del marzo 2005, nonché degli orientamenti adottati nel giugno 2005. Di conseguenza, il Consiglio europeo ha:

 

§       invitato gli Stati membri a riferire nell'autunno 2006 sulle misure prese per attuare i PNR, secondo le loro priorità; ha inoltre invitato a tener conto dei PNR al momento dell'elaborazione dei quadri strategici nazionali di riferimento per la coesione;

§       invitato il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri a organizzare lo scambio di esperienze in modo pratico e la Commissione a rivolgere particolare attenzione alle azioni prioritarie, proponendo ogni misura supplementare necessaria.

 

Il Consiglio europeo ha confermato che gli orientamenti integrati per la crescita e l'occupazione per il 2005-2008 restano validi e in questo contesto esso ha convenuto quanto segue:

 

DEFINIZIONE DI SETTORI SPECIFICI PER AZIONI PRIORITARI

 

Investimenti maggiori nella conoscenza e nell'innovazione

 

Il Consiglio europeo ha chiesto a tutti gli Stati membri di promuovere politiche e azioni per conseguire l'obiettivo generale stabilito del 3% entro il 2010. Al fine di prevedere maggiori e migliori risorse per la ricerca e l'innovazione, gli Stati membri dovrebbero riorientare la spesa pubblica sulla ricerca e l'innovazione, come pure promuovere la R&S da parte del settore privato, specialmente perfezionando la combinazione degli strumenti di sostegno. Il Consiglio europeo ha invitato a procedere prontamente all'adozione del settimo programma quadro di ricerca e sviluppo e del nuovo programma per la competitività e l'innovazione. la BEI è stata sollecitata a sostenere l'innovazione e a rafforzare la sua azione nella R&S, mediante un meccanismo di finanziamento con ripartizione dei rischi da mettere a punto il più presto possibile. Il Consiglio europeo prevede che fino a 30 miliardi di EUR in capitale di rischio e prestiti bancari garantiti siano finanziati mediante i nuovi strumenti finanziari basati sul cofinanziamento di bilancio della BEI e dell'UE per il periodo fino al 2013 e il coinvolgimento del settore privato. Andrebbe promosso un ambiente dinamico con la creazione di cluster attraenti. Il Consiglio europeo ha di conseguenza chiesto una vasta strategia di innovazione per l'Europa che converta gli investimenti nella conoscenza in prodotti e servizi.

 

In tema di istruzione e di formazione, è fondamentale ambire all'eccellenza e all'innovazione, specialmente migliorando i collegamenti tra istruzione superiore, ricerca e imprese. Il Consiglio europeo ha invitato gli Stati membri, in linea con le pratiche nazionali, ad agevolare l'accesso delle università a fonti di finanziamento complementari, parti private comprese, e ad eliminare gli ostacoli che si frappongono ai partenariati fra settore pubblico e settore privato con le imprese. Inoltre, ha sottolineato il ruolo cruciale delle università e dei loro ricercatori nella divulgazione e nel trasferimento dei risultati della ricerca alla comunità imprenditoriale e, quindi, l'esigenza di sviluppare capacità e competenze manageriali per gli interessati. Il Consiglio europeo ha rilevato l'importanza della comunicazione della Commissione sull'Istituto europeo di tecnologia ed esaminerà ulteriormente le idee, al fine di intensificare, insieme ad altre azioni, la messa in rete e le sinergie tra i centri di eccellenza per la ricerca e l'innovazione in Europa.

 

Sblocco del potenziale delle imprese, soprattutto quello delle PMI

 

Il Consiglio europeo ha richiesto agli Stati membri di sviluppare proattivamente strategie nazionali e di attuare misure per promuovere la competitività, l'innovazione e la produttività mediante politiche che affrontino la dimensione sociale e le esigenze dei singoli nel processo di internazionalizzazione e cambiamento strutturale. Esso ha riconosciuto che è della massima importanza creare un contesto imprenditoriale più favorevole, specialmente per le PMI. Progressi significativi sono stati compiuti a livello Ue, segnatamente grazie alle valutazioni d'impatto della Commissione per proposte nuove e alla maggiore importanza da esse attribuita alla dimensione competitività nonché alla realizzazione del programma modulato convenuto in materia di semplificazione. A livello nazionale, il Consiglio europeo ha pertanto invitato gli Stati membri a recepire, applicare e attuare pienamente la normativa comunitaria affinché i consumatori, i lavoratori e le imprese possano godere dei vantaggi del mercato interno. Il Consiglio ha ribadito la necessità di elaborare politiche globali di sostegno per PMI di ogni genere nonché un contesto normativo semplice, trasparente e di facile applicazione. Il principio "Pensare anzitutto in piccolo" deve essere applicato sistematicamente e divenire il principio guida per tutta la pertinente legislazione sia comunitaria, sia nazionale. Il Consiglio europeo ha quindi invitato la Commissione a presentare disposizioni specifiche per incoraggiare la crescita e lo sviluppo delle PMI, come costi ridotti, minori obblighi in materia di rendiconto e di deroghe. La Commissione è stata invitata ad attivare uno strumento per misurare i costi amministrativi associati a normative dell'UE in settori specifici, attribuendo particolare attenzione alle PMI, e per stabilire quali costi derivano direttamente dalla normativa dell'UE e quali costi risultano dalle diverse modalità di recepimento della normativa dell'UE da parte degli Stati membri.

 

Gli Stati membri dovrebbero istituire entro il 2007 uno "sportello unico" o dispositivi ad effetto equivalente che consenta di avviare un'impresa in modo rapido e semplice. Gli Stati membri dovrebbero adottare misure adeguate per abbreviare notevolmente il tempo medio necessario per avviare un'impresa, in particolare una PMI, con l'obiettivo di effettuare tale operazione in una settimana in tutta l'UE entro la fine del 2007. Le spese di avviamento dovrebbero essere le più basse possibile e l'assunzione di un primo dipendente dovrebbe richiedere, al massimo, l'intervento di un unico punto di contatto dell'amministrazione pubblica.

 

Un mercato finanziario completamente integrato e una sufficiente accessibilità ai finanziamenti sono fondamentali per la crescita di imprese piccole e medie. A livello comunitario saranno messe a disposizione fonti di finanziamento tramite gli strumenti finanziari previsti dai futuri programmi comunitari, in particolare dal settimo programma quadro di ricerca e dal programma per la competitività e l'innovazione (CIP). Il Consiglio ha altresì invitato gli Stati membri a sfruttare appieno le possibilità offerte dai fondi strutturali, tramite gli strumenti di finanziamento tradizionali e nuovi quali JEREMIE. Inoltre, meritano maggiore attenzione le potenzialità delle PMI relativamente ai diritti di proprietà intellettuale (DPI). L'accesso delle PMI ai mercati sarà migliorato facilitando il loro accesso alla standardizzazione e al mercato degli appalti pubblici, nonché sostenendone l'internazionalizzazione.

 

In tema di aiuti di Stato, il Consiglio europeo ha accolto molto positivamente la proposta della Commissione di esaminare la possibilità di modificare le norme sugli aiuti di Stato in vigore in relazione alle PMI e di semplificare le procedure amministrative, tra l'altro prevedendo maggiori esenzioni per categoria, mantenendo anche l'obiettivo della riduzione degli aiuti di Stato e di una loro migliore destinazione. In questo contesto, esso ha rilevato le possibilità di aiuti agli investimenti e all'occupazione fino a 15 milioni € per le PMI, senza necessità di notifica, e la possibilità di quasi raddoppiare l'importo del massimale "de minimis" tenendo conto delle consultazioni in corso e in linea con il trattato e con la giurisprudenza esistente.

 

Aumento delle opportunità di occupazione per le categorie prioritarie

 

Un obiettivo fondamentale è la crescita della partecipazione al mercato del lavoro, specialmente dei giovani, delle donne, dei lavoratori anziani, dei disabili, degli immigrati legali e delle minoranze. Per raggiungere tale obiettivo, i lavori dovrebbero essere svolti in stretta cooperazione con le parti sociali. Ulteriori misure attive sono necessarie per realizzare un aumento dell'occupazione europea di almeno 2 milioni di posti di lavoro all'anno fino al 2010 come ulteriore passo per raggiungere gli obiettivi in materia di occupazione del partenariato per la crescita e l'occupazione. Il Consiglio europeo ha pertanto invitato gli Stati membri a:

 

§      sviluppare un approccio al lavoro basato sul ciclo di vita che faciliti la transizione rapida da un'occupazione all'altra lungo l'intera vita attiva e comporti un aumento del numero totale di ore di lavoro nonché un miglioramento dell'efficienza degli investimenti in capitale umano;

§      perseguire la transizione a politiche attive e preventive, incoraggiando ed aiutando le persone a trovare un lavoro remunerato;

§      mirare meglio le misure a favore dei lavoratori poco qualificati e poco pagati, in particolare quelle a favore di chi si trova ai margini del mercato del lavoro.

 

Per ridurre significativamente la disoccupazione giovanile, il Consiglio europeo ha sottolineato che in linea con l'obiettivo concordato per il 2010 dovrebbero essere intensificati gli sforzi per ridurre al 10% la dispersione scolastica e per assicurare che almeno l'85% dei ventiduenni abbiano completato l'educazione secondaria superiore. Per la fine del 2007 a tutti i giovani che hanno lasciato la scuola e sono disoccupati dovrebbe essere offerto entro sei mesi un lavoro, un apprendistato, una formazione supplementare o qualsiasi altra misura atta a favorire il loro inserimento professionale; entro il 2010 questo termine deve essere al massimo di 4 mesi. Per incentivare i lavoratori anziani a svolgere più a lungo un'attività professionale, il Consiglio ha messo in risalto l'importanza di attuare strategie per l'invecchiamento attivo, come incentivi per prolungare la vita lavorativa, pensionamenti progressivi, lavoro a tempo parziale, miglioramento della qualità del lavoro e incentivi mirati per assicurare che il numero dei lavoratori anziani che seguono una formazione aumenti più rapidamente del numero corrispondente rispetto alla popolazione attiva totale.

 

In tema di parità di genere, per il Consiglio europeo occorre impegnarsi decisamente a livello europeo per attuare politiche che promuovano l'occupazione delle donne e per assicurare un migliore equilibrio tra vita professionale e familiare. Esso ha pertanto approvato il patto europeo per la parità di genere e ha concordato che la disponibilità di strutture valide per la custodia dell'infanzia dovrebbe essere aumentata in funzione degli obiettivi nazionali dei singoli Stati membri. Il Consiglio ha evidenziato la necessità di sviluppare in modo più sistematico nei PNR strategie a tutto campo per migliorare l'adattabilità dei lavoratori e delle imprese. In questo contesto, il Consiglio europeo ha chiesto agli Stati membri di porre particolare attenzione alla sfida chiave della "flessicurezza" (ossia bilanciamento tra flessibilità e sicurezza).

 

 

UNA POLITICA ENERGETICA PER L'EUROPA

 

L'Europa è di fronte a numerose sfide nel settore dell'energia e in risposta a tali sfide e sulla base del Libro verde della Commissione "Una strategia europea per un'energia sicura, competitiva e sostenibile", il Consiglio europeo ha evidenziato la necessità di definire una politica energetica per l'Europa, finalizzata a politiche comunitarie efficaci e alla coerenza tra gli Stati membri e tra le azioni nei diversi settori di intervento e che soddisfi i tre obiettivi della sicurezza dell'approvvigionamento, della competitività e della sostenibilità ambientale.

 

La politica energetica per l'Europa dovrebbe contribuire in modo equilibrato ai suoi tre obiettivi principali:

 

Aumentare la sicurezza dell'approvvigionamento mediante:

 

§       lo sviluppo di un approccio comune in materia di politica delle relazioni esterne a sostegno degli obiettivi di politica energetica e la promozione del dialogo in materia di energia tra, da un lato, l'UE ed i suoi Stati membri e, dall'altro, i loro principali partner, siano essi paesi produttori, di transito o consumatori, in sinergia con le competenti organizzazioni internazionali;

§       una maggiore diversificazione riguardo alle fonti energetiche sia interne sia esterne, ai fornitori ed alle vie di trasporto, sostenuta da investimenti nelle necessarie infrastrutture, inclusi gli impianti di GNL;

§       approcci operativi comuni per far fronte alle situazioni di crisi in uno spirito di solidarietà, tenendo conto degli aspetti di sussidiarietà.

 

Assicurare la competitività delle economie europee e prezzi abbordabili dell'approvvigionamento energetico a vantaggio sia delle imprese sia dei consumatori, in un quadro normativo stabile:

 

§       cooperando con gli Stati membri per completare l'apertura del mercato interno dell'elettricità e del gas per tutti i consumatori entro la metà del 2007, accettando nel contempo la particolare situazione di alcuni Stati membri piccoli e isolati;

§       assicurando l'applicazione completa, effettiva e trasparente della legislazione del mercato interno, che dovrebbe svolgere altresì un ruolo fondamentale nella sicurezza dell'approvvigionamento;

§       promuovendo approcci simili a quelli del mercato interno dell'energia ai paesi vicini e rafforzando il coordinamento e il ruolo delle autorità di regolamentazione nel settore energetico;

§       accelerando lo sviluppo della cooperazione regionale in materia di energia all'interno dell'UE, facilitando l'integrazione dei mercati regionali nel mercato interno dell'UE e il suo ulteriore sviluppo, con particolare attenzione ai paesi e alle regioni in ampia misura isolate dal mercato energetico dell'UE;

§       incoraggiando lo sviluppo rapido e coerente delle capacità di stoccaggio e delle infrastrutture, in particolare delle interconnessioni del gas e dell'energia elettrica, con, nel caso dell'energia elettrica, un obiettivo pari ad almeno il 10% della capacità di produzione installata degli Stati membri; come convenuto dal Consiglio europeo di Barcellona del 2002, ai finanziamenti dovrebbero provvedere soprattutto le imprese interessate;

§       riesaminando le direttive ed il quadro giuridico esistenti al fine di snellire le procedure di autorizzazione amministrativa per i progetti di investimento e sviluppare un contesto normativo più favorevole a tali progetti.

 

Promuovere la sostenibilità ambientale:

 

§       rafforzando il ruolo guida dell'UE mediante l'adozione di un piano d'azione ambizioso e realistico sull'efficienza energetica, tenendo presente il potenziale di risparmio energetico dell'UE del 20% entro il 2020, secondo le stime della Commissione, e tenendo conto delle misure già attuate dagli Stati membri;

§       rafforzando il ruolo guida dell'UE mediante la prosecuzione dello sviluppo a livello dell'UE di energie rinnovabili (tabella di marcia) in base ad un'analisi della Commissione su come raggiungere gli obiettivi esistenti (2010) e su come sostenere, in maniera efficiente in termini di costi, gli attuali sforzi a lungo termine, ad esempio prendendo in considerazione l'aumento, entro il 2015, della quota di energie rinnovabili, con un obiettivo del 15%, e la proporzione di biocombustibili, con un obiettivo dell'8%, e sviluppando una strategia a medio e lungo termine per ridurre la dipendenza dell'UE dalle importazioni di energia in modo da realizzare gli obiettivi della strategia per la crescita e l'occupazione tenendo conto dei problemi delle isole o delle regioni fortemente isolate dal mercato dell'energia UE;

§       attuando il piano d'azione per la biomassa;

§       nel contesto della definizione di una strategia dell'UE a medio-lungo termine di lotta ai cambiamenti climatici, completando il riesame del regime UE per lo scambio di quote di emissioni in quanto strumento atto a realizzare gli obiettivi in materia di cambiamenti climatici in maniera efficace sotto il profilo dei costi, assicurando certezza a medio e lungo termine per gli investitori e valutando il potenziale di vari settori rispetto a tali obiettivi;

§       assicurando un sostegno adeguato da parte degli strumenti di R, S & D a livello nazionale e comunitario a favore dell'efficienza energetica, delle energie sostenibili e delle tecnologie a bassa emissione.

 

Nel realizzare tali obiettivi, la politica energetica per l'Europa dovrebbe: - assicurare la trasparenza e la non discriminazione nei mercati; - essere coerente con le regole di concorrenza; - essere coerente con gli obblighi di servizio pubblico; - rispettare pienamente la sovranità degli Stati membri sulle fonti primarie di energia e sulla scelta della combinazione di fonti energetiche.

 

Il Consiglio europeo ha accolto con favore l'intenzione della Commissione di presentare, su base regolare a decorrere dal 2007, un riesame strategico della politica energetica che tratti in particolare gli obiettivi e le azioni necessari per una politica energetica esterna a medio-lungo termine.  Data l'urgenza delle sfide da affrontare, il Consiglio europeo ha invitato la Commissione ad iniziare con le seguenti misure:

 

§       presentare un piano d'azione sull'efficienza energetica entro il primo semestre del 2006;

§       attuare il piano d'azione per la biomassa;

§       sviluppare un piano prioritario di interconnessione e facilitare la realizzazione di progetti di infrastrutture prioritarie contribuendo alla diversificazione  dello approvvigionamento e all'integrazione dei mercati regionali nel mercato interno dell'UE, prendendo atto del ruolo primario delle imprese interessate;

§       rendere più efficace il dialogo UE-Russia incluso per quanto concerne la ratifica della Carta dell'energia e la conclusione del protocollo sul transito durante la presidenza russa del G8;

§       sviluppare una strategia per l'esportazione dell'approccio del mercato interno dell'energia ai paesi vicini;

§       garantire un'adeguata priorità all'energia nel settimo programma quadro;

§       avviare l'analisi delle prospettive a lungo termine dell'approvvigionamento e della domanda;

§       migliorare la trasparenza del mercato energetico, in particolare dei dati sulle capacità di stoccaggio del gas e sulle scorte di petrolio.

 

 

MANTENERE LO SLANCIO A TUTTI I LIVELLI

 

Assicurare finanze pubbliche sane e sostenibili

 

Alcuni Stati membri registrano ora un disavanzo eccessivo e livelli di debito superiori al 60% del PIL. Viene pertanto richiesto agli Stati membri di cogliere l'opportunità della ripresa economica in atto per proseguire il risanamento del bilancio conformemente al patto di stabilità e crescita. Il Consiglio europeo ha accolto favorevolmente la relazione sull'impatto dell'invecchiamento della popolazione sulle spese pubbliche, e ha ribadito la strategia trivalente, mirante a ridurre il debito pubblico, incrementare i tassi d'occupazione e la produttività e a riformare i regimi pensionistici e sanitari. Il Consiglio europeo ha inoltre invitato la Commissione ad avviare una valutazione complessiva della sostenibilità delle finanze pubbliche degli Stati membri entro la fine del 2006, secondo il quadro concordato in comune, che sarà discusso in seguito dal Consiglio.

 

Completamento del mercato interno e promozione degli investimenti

 

In tema di mercato interno, il Consiglio europeo invita a:

 

§       raggiungere un accordo finale sul pacchetto REACH prima della fine del 2006, così come sul regolamento strettamente correlato relativo alla classificazione e all'etichettatura delle sostanze e miscele pericolose;

§       completare un quadro giuridico efficace per la protezione dei diritti di proprietà intellettuale a livello UE e internazionale;

§       fare ulteriori progressi nella semplificazione e nell'ammodernamento del sistema doganale e dell'IVA;

§       promuovere un mercato finanziario pienamente integrato e ben funzionante, nonché un migliore accesso ai finanziamenti, in particolare attraverso l'attuazione delle misure attinenti al piano d'azione per i servizi finanziari (PASF) e del programma di lavoro della Commissione abbozzato nel Libro bianco sulla politica in materia di servizi finanziari (2005-2010), compiere progressi in materia di compensazione e regolamento delle transazioni in titoli, creare uno spazio unico dei pagamenti nell'UE, il migliorare il quadro per la sorveglianza transfrontaliera dei settori finanziari e la gestione delle crisi e riconoscere reciprocamente le norme contabili con gli Stati Uniti.

 

In tema di Servizi, il Consiglio europeo ha accolto favorevolmente il voto del Parlamento europeo nell'attesa della proposta modificata da parte della Commissione europea. Esso ha preso debitamente atto dell'intenzione della Commissione di basare ampiamente la sua proposta modificata sui risultati della prima lettura del Parlamento europeo, ed esprime l'auspicio che le istituzioni saranno in grado di concludere il processo legislativo in tempi rapidi.

 

Rafforzare la coesione sociale

 

Il Consiglio europeo ha accolto favorevolmente la relazione comune sulla protezione sociale e l'inclusione sociale ed i nuovi obiettivi e metodi di lavoro in questo settore ed ha chiesto agli Stati membri di presentare entro settembre 2006 delle relazioni nazionali in materia di protezione sociale e inclusione sociale per il periodo 2006-2008. Il Consiglio ha inoltre sottolineato il potenziale contributo che le imprese possono offrire tramite la loro responsabilità sociale. Il Consiglio europeo ha inoltre ribadito l'obiettivo del partenariato per la crescita e l'occupazione, secondo cui si debbono prendere iniziative per ottenere un impatto decisivo nella riduzione della povertà e dell'esclusione sociale entro il 2010. Il Consiglio europeo ha sottolineato che, tenuto conto dei cambiamenti demografici nell'Ue, i tassi di occupazione debbono essere aumentati, promuovendo altresì la riconciliazione fra lavoro e vita familiare. Per far fronte a queste sfide demografiche sarà necessario sostenere politiche che consentano di conciliare la vita lavorativa, i figli e la vita familiare, e che favoriscano le pari opportunità, una maggiore solidarietà fra generazioni, la promozione della salute, il miglioramento della custodia a prezzi accessibili per i bambini e le altre persone che necessitano assistenza, l'apprendimento permanente ed un maggiore tasso di occupazione dei giovani, dei lavoratori anziani e dei gruppi svantaggiati. In questo contesto un ruolo importante sarà svolto dal Fondo sociale europeo. Un ulteriore progresso è altresì necessario per quanto riguarda le misure destinate ai giovani, compresa l'attuazione del Patto europeo per la gioventù. Il Consiglio europeo ha richiesto agli Stati membri di rafforzare i legami fra le politiche in materia di istruzione, formazione, occupazione, inclusione sociale e mobilità, così da sviluppare strategie trasversali più efficaci.

 

Crescita sostenibile dal punto di vista ambientale

 

In tema di politica ambientale, il Consiglio europeo ha approvato le seguenti linee d'azione:

 

§       forte promozione e diffusione delle innovazioni ecologiche e delle tecnologie ambientali, inter alia attraverso il Piano di azione per le tecnologie ambientali e prevedendo la fissazione di obiettivi di prestazione;

§       in seguito al piano d'azione di Montreal nell'ambito della convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, preparazione tempestiva di opzioni per un accordo post-2012 coerente con l'obiettivo di 2°C mediante un impegno costruttivo in un ampio dialogo su un'azione cooperativa a lungo termine e nel contempo mediante un processo ai sensi del protocollo di Kyoto;

§       rivedere gli indicatori strutturali ambientali per una più completa e coerente copertura della dimensione ambientale della strategia per la crescita e l'occupazione;

§       attuare con urgenza l'obiettivo dell'UE di arrestare la perdita di biodiversità entro il 2010, in particolare integrando le misure necessarie in tutte le pertinenti politiche dell'agenda di Lisbona, compresa l'elaborazione di un indicatore strutturale sulla biodiversità e mediante la rapida presentazione e discussione della comunicazione della Commissione sulla biodiversità;

§       esplorare azioni specifiche intese a conseguire modelli di consumo e modelli di produzione più sostenibili a livello UE e globale, compreso lo sviluppo di un piano d'azione dell'UE in materia di consumo e produzione, e promuovere gli appalti pubblici rispettosi dell'ambiente, inter alia, sostenendo criteri ambientali e obiettivi di prestazione ambientale, esaminando quanto prima la proposta di direttiva sulla promozione di veicoli non inquinanti per il trasporto su strada e progredendo verso la realizzazione di un'ambiziosa politica europea basata sulle fonti;

§       esplorare ulteriormente gli incentivi e i disincentivi appropriati, nonché una riforma dei sussidi che hanno notevoli effetti negativi sull'ambiente e sono incompatibili con lo sviluppo sostenibile, in vista di una loro graduale eliminazione.

 

 

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