Racket: patto Governo-Confindustria

Racket: patto Governo-Confindustria

L'accordo siglato al Viminale prevede l'impegno degli imprenditori a non pagare più il pizzo e a denunciare gli estorsori e quello dello Stato a garantire assistenza e tutela alle imprese sotto minaccia.

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12 settembre 2007
Racket: patto Governo-Confindustria

Racket: patto Governo-Confindustria

 

Impegno degli imprenditori a non pagare più il pizzo e a denunciare gli estorsori e quello dello Stato a garantire da un lato assistenza e dall’altro tutela alle imprese sotto minaccia. E' questo il senso dell’accordo siglato al Viminale dal ministro dell’Interno, Giuliano Amato, e dal presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo.

Un patto, ha spiegato Amato, nato sull’onda della denuncia dell’imprenditore catanese Del Vecchio e della decisione di Confindustria siciliana di espellere gli imprenditori che pagano il pizzo. Una decisione “molto apprezzata�, ha sottolineato il ministro. “Non ci deve essere - ha detto ancora Amato - nessuna connivenza neanche coatta. E’ giusto e bello che Confindustria abbia fatto questo passo ma non possiamo lasciare solo chi ha fatto questa scelta�. E dunque dobbiamo “creare una rete di garanzie alle imprese affinché non si sentano isolate�.

In sostanza l’accordo prevede una sorta di patto tra imprenditori, associazioni industriali, prefetture e associazioni anti-racket basato su diritti e doveri. I primi si impegnano a denunciare gli estorsori e a non pagare il pizzo, i secondi ad assistere imprese e imprenditori nell’iter delle denunce e a tutelarli nel momento in cui ricevano minaccia.

L’accordo è valido sia per le imprese già esistenti sia, soprattutto, per coloro che intendano aprire nuove attività nel Sud Italia.

“La ratio del progetto - ha spiegato il vice ministro dell’Interno, Marco Minniti - è di funzionare come riferimento sia per le nuove imprese sia per imprese già esistenti che vogliono investire. L’impresa si impegna a rispettare il patto che contiene una serie di principi deontologici e la struttura dello Stato si impegna a sua volta ad assistere ed aiutare le imprese ad insediarsi�. L’accordo partirà inizialmente in via sperimentale in sei aree: Lametia Terme, Gela, Napoli, un’area della provincia di Caserta tra Napoli e il capoluogo, Messina e Siracusa. Il coordinamento del progetto è affidato al presidente della Federazione italiana anti-racket, Tano Grasso.

 

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