Referendum costituzionale, confronto a Trieste

Referendum costituzionale, confronto a Trieste

La Confcommercio provinciale ha promosso un "faccia a faccia" tra due esponenti degli schieramenti avversi. Paoletti: "un'opportunità di informazione diretta aper le imprese di un terziario principale forza motrice del territorio".

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14 novembre 2016

Le ragioni del "sì" e quelle del "no". Questo il tema del confronto, svoltosi presso la sede di Confcommercio Trieste, durante il quale il capogruppo PD alla Camera, Ettore Rosato e la deputata forzista Sandra Savino, hanno presentato  le  rispettive motivazioni in vista del voto per il referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. "Il derby bipartisan fra i due esponenti parlamentari triestini – ha detto in apertura il presidente dell'associazione di categoria, Antonio Paoletti – è stato proposto intanto per dare un'opportunità di informazione diretta alle imprese di un terziario principale forza motrice del territorio a livello di rappresentatività produttiva ( il 79% delle aziende), economica ( 86% del valore aggiunto) ed occupazionale ( il 61% complessivo dei lavoratori). In seconda battuta l'appuntamento del 4 dicembre, al di là di un voto di assenso od opposizione -  tocca diverse questioni e problematiche di forte interesse per l'apparato  produttivo ed i territori in generale, specie quelli in fase di notevole cambiamento, sotto molteplici aspetti, com'è il caso di quello giuliano". Il confronto si è sviluppato attraverso una serie di quesiti su vantaggi o svantaggi, a seconda dei punti di vista, derivanti dal referendum costituzionale. Temi trattati il rafforzamento o meno della democrazia, utilità o ulteriori aggravi per il cittadino quanto a costi della politica e tempistiche, il miglioramento o peggioramento circa i rapporti tra Stato e Regioni e condivisone o no del metodo utilizzato per giungere alla consultazione del prossimo dicembre. A conclusione del confronto, Rosato e Savino sono stati chiamati ad evidenziare le tre motivazioni per l'assenso o lo bocciatura dei contenuti la proposta referendaria.  Per il capogruppo del PD alla Camera, un semaforo verde alla riforma garantirebbe un incremento dei presidi democratici, maggiore stabilità politica, che incentiverebbe anche   investimenti e sviluppo in termini infrastrutturali, e risparmi consistenti sui costi della politica. Per l'esponente di FI,  invece, dalla vittoria del "Sì" di una proposta, frutto peraltro non di espressione dei cittadini, ma della volontà di solo parte della maggioranza di Governo,  deriverebbero rischi per la specialità del Friuli Venezia Giulia, uno stop definitivo al federalismo ed una prevedibile impasse nei rapporti fra le istituzioni in un contesto di permanente  instabilità che ne peggiorerebbe conseguentemente le funzionalità.

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