Reggio Calabria ripiomba nel clima delle intimidazioni

Reggio Calabria ripiomba nel clima delle intimidazioni

Indagini serrate per individuare i responsabili dell'esplosione davanti al portone dell'abitazione del procuratore generale Salvatore Di Landro. Solidarietà al magistrato da tutte le forze politiche e sociali.

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26 agosto 2010
Un boato improvviso e Reggio Calabria è ripiombata nel clima cupo delle intimidazioni

Un boato improvviso e Reggio Calabria è ripiombata nel clima cupo delle intimidazioni. Ad essere preso di mira, ancora una volta, è stato il procuratore generale, Salvatore Di Landro. Un ordigno di medio potenziale composto da circa 800 grammi di tritolo collegati ad una miccia a lenta combustione di 10 centimetri ha divelto nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi il portone del palazzo in cui abita il magistrato, danneggiato l’atrio e l’ascensore, e mandato in frantumi i vetri  di alcune finestre dei primi due piani della palazzina situata in una zona residenziale della città. Al magistrato è’ stata subito rafforzata la scorta ed è stata disposta una vigilanza fissa davanti all’edificio.

Per risalire all’autore dell’attentato, gli investigatori sperano nell’aiuto di un video registrato dalla telecamera di un negozio posto in fondo alla strada dove abita Di Landro.

L’attentatore, o gli attentatori, nella fuga, potrebbero essere passati da lì. Il responsabile, però, potrebbe anche essersi allontanato a piedi, passando dai giardinetti che si trovano davanti al palazzo in cui abita Di Landro. Il che renderebbe inutili le riprese.

Ieri sera, intanto, alcune centinaia di persone hanno voluto manifestare a Di Landro la loro solidarietà con un sit-in davanti alla sua abitazione. Un gesto apprezzato dal magistrato, che è sceso in strada per ringraziare, accolto con un applauso.

Di Landro ha invitato tutti “a starci vicini. Senza di voi non possiamo farcela”.

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