Riforme: "ultimo chilometro" alla Camera

Riforme: "ultimo chilometro" alla Camera

Dopo la pausa dei lavori dovuta all'elezione del Capo dello Stato, riprende l'iter del ddl che riscrive l'architettura istituzionale. Non e' detto però che l'ok possa arrivare già questa settimana.

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10 febbraio 2015

 

Ultimo miglio ma in salita per le riforme costituzionali alla Camera. Dopo la pausa dei lavori dovuta all'elezione del Capo dello Stato, riprende l'iter del ddl che riscrive l'architettura istituzionale ma nonostante il timing serrato (sedute dalle 9 alle 23, sabato incluso) non e' detto che l'ok possa arrivare gia' questa settimana. Sono infatti oltre 2000 i voti ancora e le opposizioni promettono battaglia. "Le chiacchiere non ci interessano - assicura la deputata M5S Carla Ruocco -. Noi continueremo a fare le nostre proposte senza se e senza ma". E, almeno per ora anche Fi si mostra tranchant: "Renzi e' stato un imbroglione. E chi e' troppo furbo - pronostica il capogruppo azzurro alla Camera Renato Brunetta - alla fine finisce in pellicceria". Oltre al rischio ostruzionismo, restano comunque da sciogliere ancora alcuni nodi dentro la stessa maggioranza. Due
i capitoli principali, su cui insiste la minoranza Pd: quello legato alle norme transitorie per il ricorso preventivo alla Corte costituzionale in materia di legge elettorale e quello relativo alla possibilita' di scorporare le spese per investimenti dal pareggio di Bilancio previsto in Costituzione, a cui si aggiungono i capitoli relativi al procedimento legislativo, alle competenze Stato-Regioni nonche' quello relativo al quorum necessario per la dichiarazione di guerra. Per quanto riguarda il cosiddetto sindacato di costituzionalita' all'interno dello stesso Pd si confrontano diverse posizioni: il testo attuale prevede che sia necessario 1/3 dei parlamentari per chiedere una valutazione preventiva alla Corte costituzionale delle riforme del sistema di voto mentre tra gli esponenti della minoranza Dem c'e' chi vorrebbe portare l'asticella a 1/10 e chi addirittura vorrebbe che il meccanismo fosse automatico, prevedendo tra l'altro che possa valere anche in via transitoria per l'Italicum. E in attesa che le riforme costituzionali incassino il via libera della Camera (superando cosi' il secondo dei quattro passaggi necessari nel caso delle riforme costituzionali), proprio la riforma della legge elettorale, viene congelata. L'Italicum, dopo il rush del Senato, e' infatti approdato a Montecitorio ma - secondo quanto viene spiegato - non sara' all'ordine del giorno dei lavori della commissione prima di marzo. In attesa che la partita entri nel vivo, intanto nel partito democratico si continuano a contrapporre due linee: il governo insiste nel sostenere che non via sia piu' spazio per ulteriori modifiche mentre la minoranza Dem chiede di aprire di nuovo il dibattito, soprattutto sui capilista bloccati.
 

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