Ristoranti italiani all'estero: nasce il marchio Doc

Ristoranti italiani all'estero: nasce il marchio Doc

Da Unioncamere, Isnart e Assocamere Estero è nato il progetto 'Ospitalità italiana, Ristoranti italiani nel mondo'. Collaborano la Fipe e i Ministeri degli Esteri, dello sviluppo Economico, dei Beni culturali e del Turismo.

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5 luglio 2010
L’Italia, per uno straniero su dieci, è sinonimo di ottimo cibo: non a caso i prodotti agroalimentari italiani sono anche i pi

L’Italia, per uno straniero su dieci, è sinonimo di ottimo cibo: non a caso i prodotti agroalimentari italiani sono anche i più imitati al mondo e a rimetterci non è solo il gusto perché a fare le spese più gravi di questo fenomeno sono proprio i produttori, potenzialmente 'derubati' di 50 miliardi di euro. Per salvaguardare il settore agroalimentare, da Unioncamere, Isnart (Istituto nazionale ricerche turistiche) e Assocamere Estero è nato il progetto 'Ospitalità italiana, Ristoranti italiani nel mondo' con cui - grazie al contributo delle associazioni imprenditoriali del settore, come la Fipe, e dei Ministeri degli Esteri, dello sviluppo Economico, dei Beni culturali e del Turismo - i ristoranti italiani nel mondo potranno certificare la propria 'italianità' e qualità con un bollino DOC. L’iniziativa è stata presentata a Roma nella sede di Unioncamere in occasione dell’unicesimo meeting dei segretari generali delle Camere di commercio italiane all’estero.

“Se con questo progetto riducessimo di un centesimo il fatturato realizzato con i prodotti imitati o contraffatti, recupereremmo al made in Italy 500 milioni di euro”, ha detto il presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello, spiegando che “in questo modo chi ha intrapreso la strada della gastronomia italiana all’Estero va ad assumere un ruolo di fondamentale interesse per l’economia nazionale contribuendo a valorizzare l’immagine dell’Italia nel suo complesso”. “La tutela del made in Italy è la prima battaglia del nostro Paese e quest’iniziativa si inserisce in un piano più ampio di lotta alla pirateria che il Ministero dello Sviluppo economico sta promuovendo”, ha evidenziato il viceministro allo Sviluppo Economico, Adolfo Urso.

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