Ruote d’Italia: “i nodi vengono al pettine: stiamo uniti, ma con intelligenza”

Ruote d’Italia: “i nodi vengono al pettine: stiamo uniti, ma con intelligenza”

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22 febbraio 2023

Potrei affermare che quanto sta succedendo era stato previsto con largo anticipo. Basta leggere le comunicazioni che settimanalmente pubblichiamo, sia attraverso “Ruote d’Italia” che con il “Punto”, per rendersene conto.

Finite le tornate elettorali, sia nazionali che regionali, ora si tratta di riprendere, con maggior intelligenza ed anche consapevolezza della situazione, le nostre iniziative. Chi sostiene che l’impegno delle federazioni non abbia prodotto risultati nel periodo pandemico è un bugiardo, un superficiale o un ignorante (e di certo l’ignoranza altrui non può essere colpa delle federazioni responsabili).

Diversi interventi sono stati effettuati, anche se ora è necessario che i risultati ottenuti divengano reali e le risorse, stanziate per legge, rese spendibili. È necessario altresì che il tema delle regole e quello dei costi minimi, che hanno uno stretto legame con i tempi di sosta e di pagamento, trovino risposte. Ma non voglio fare un elenco delle questioni da portare a compimento. Ritengo, tuttavia, che l’aspetto più decisivo sia riprendere l’interlocuzione. Per questo va messo in atto rapidamente quanto annunciato nel corso dell’incontro che l’Unatras ha avuto con il ministro Salvini. Occorre un interlocutore!

Affrontare i problemi con continuità, eviterà l’inasprimento della situazione, come è già successo nel passato e, soprattutto, impedirà a realtà irrilevanti di innescare malintesi che possono trasformarsi in evoluzioni negative.

Personalmente, e lo riconfermo, ho avuto modo di riconoscere l’impegno che il ministro Salvini ha saputo dimostrare. Altrettanto affermo che se tuttavia non si innescherà, su Sua spinta, il confronto necessario, il rischio di trovarci coinvolti in vertenze non semplici da gestire è facilmente prevedibile. La differenza è una sola tra noi e questi ricercatori di visibilità: noi ci sforziamo, attraverso il confronto, di trovare soluzioni; altri ricevono indicazioni solo per sollevare problematiche e mettere in difficoltà il governo. 

Ho iniziato con questi richiami anche perché nei prossimi mesi ci troveremo ad affrontare gravi problematiche che ricadranno sulle imprese che rappresentiamo. Abrogazione degli obblighi contributivi nei confronti dell’Art; modifiche annunciate al codice della strada (i trasporti eccezionali non possono più vivere nell’incertezza e subire rinvii); il tema della permeabilità dell’arco alpino che dovrà essere affrontato con una strategia adeguata. Oltre al capitolo Brennero, si dovrà fare i conti con le nuove chiusure del tunnel del Monte Bianco, che necessita lavori manutentivi; si dovrà lavorare sulla funzionalità del sistema portuale e sul rifinanziamento di mare-bonus e ferro-bonus, così come sull’individuazione delle misure più idonee di contrasto all’abusivismo. Mi fermo qui. Certo che, pur nel rispetto dei ruoli, non ci asterremo dal far valere le nostre ragioni. È ovvio che il nostro compito è quello di tutelare gli interessi delle imprese che rappresentiamo senza rinunciare, se costretti, ad assumere ogni iniziativa utile.

Le criticità fin qui esposte, si innestano purtroppo su un clima di grave incertezza, aggravato dall’atteggiamento ondivago di taluni rispetto ai tentativi di colonizzare il mercato europeo attuati dai nostri competitor orientali (la Cina è un esempio ma anche altri paesi dell’Est non sono da meno).

A questo proposito, vale la pena citare la nuova normativa europea per lo stop ai motori endotermici, sostenuta dalla Commissione, dagli stati membri e da tanti partiti - anche di casa nostra! - che non sembrano preoccuparsi di quanto potrà succedere alle nostre imprese, soprattutto medio-piccole ed ai lavoratori ivi impiegati. Proprio in questi giorni, stanno emergendo molti pareri contrastanti su questa decisione e sui tempi di attuazione. Dopo il presidente Draghi, che ebbe a criticare alcune leggi del governo Conte annunciandone profonde modifiche perché si mettevano a rischio i conti dello Stato (si riferiva al super bonus), anche il presidente Romano Prodi si è unito alle grida d’allarme relativamente alla guerra ideologica dichiarata ai motori endotermici, prevedendo la perdita di circa 50 mila posti di lavoro, se la decisione sarà attuata. I timori che abbiamo rappresentato non scaturiscono dunque da una appartenenza partitica. Chi sottovaluta questi risvolti, commette un’evidente superficialità che rischia di avere ripercussioni reali. La questione dei cambiamenti climatici sta suscitando dibattiti e prese di posizione tra scienziati ed esperti. Basta osservare le pubblicità tutte tendenti a magnificare l’elettrico e non invece il principio della neutralità tecnologica. Significa che le forze in campo sono ben motivate da realtà interessate all’obiettivo.

Insomma, si avvicinano tempi difficili. Noi di Conftrasporto, ma penso che lo stesso valga per i rappresentanti di tutte le federazioni responsabili, non staremo zitti e ci mettiamo a disposizione per combattere quella che riteniamo invece una battaglia giusta a difesa delle imprese. Certamente, saremo più forti se l’Esecutivo sarà con noi. Più volte abbiamo sentito da esponenti del Governo in carica pronunciamenti che mettono sul medesimo piano, ambiente, economia e tenuta sociale. Noi siamo su questa linea. Ecco perché riteniamo non più a lungo rinviabile l’identificazione di una figura politica del ministero dei trasporti che apra il confronto costante con noi. Ricordiamoci sempre che se la palla di neve non viene fermata in tempo, diviene una valanga potenzialmente disastrosa.         

 

Paolo Uggè

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