Sangalli a Smau: "serve più tecnologia ma le nostre imprese fanno da sole"

Sangalli a Smau: "serve più tecnologia ma le nostre imprese fanno da sole"

Al convegno inaugurale di Smau il presidente di Confcommercio ha sottolineato che in Finanziaria non ci sono risorse per l'innovazione nel terziario. Così non si inverte "la tendenza che considera trainante per lo sviluppo il solo settore industriale".

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12 ottobre 2007
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Sangalli a Smau: “serve più tecnologia, ma le nostre imprese stanno facendo da sole�

 

Con il convegno “Il contributo dell’innovazione tecnologica allo sviluppo economico del Paese� si è aperta ufficialmente Smau 2007, l’edizione numero 44 dell’Esposizione internazionale di Information & Communications Technology in programma a Fiera Milano (nuovo Quartiere di Rho-Pero) fino a sabato 20 ottobre prossimo. Confcommercio partecipa alla manifestazione con un’area espositiva di 3.200 metri quadri, situata nel padiglione 24, dove trovano spazio gli stand di una dozzina di organizzazioni di categoria.

Tutti gli interventi dei relatori del convegno si sono mossi su direttrici comuni: l’ICT è fondamentale per la crescita ed il futuro del Paese, ma l’Italia è ancora indietro ed esiste un problema Pmi, nelle quali è insufficiente la penetrazione delle nuove tecnologie. I medici che si affollano attorno al malato, insomma, sono concordi sulla diagnosi. Ciò che sembra mancare è l’identità di vedute sulla terapia. In questo senso è emblematico e ha rappresentato il “sale� del convegno - il confronto tra quanto dichiarato dal presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, e da Pasquale Pistorio, presidente del gruppo Telecom Italia e vice presidente di Confindustria. Sangalli ha sottolineato con forza che “tutte le imprese hanno bisogno, per essere più competitive, di una forte accelerazione nell’adozione di soluzioni tecnologiche�. E “le imprese del terziario questo sforzo, basandosi sulle proprie forze, lo stanno portando avanti con tenacia e convinzione�. Ma “occorrono politiche attive�, ovvero “regole, strumenti e risorse che vanno dalla possibilità di ricorrere ad un credito d’imposta dedicato o ad ammortamenti anticipati degli investimenti, a rapporti tra banca e impresa che consentano di costruire risposte compiute e agibili a questo fabbisogno di innovazione�. Purtroppo, ha però concluso Sangalli, nella Finazniaria il Governo “non ha trovato spazi di manovra per dedicare risorse a questo settore, ma soprattutto ad invertire una tendenza che considera trainante per lo sviluppo il solo settore industriale�.

Pistorio, da parte sua, ha ricordato che la penetrazione dell’ICT nelle Pmi “è in linea con la media europea�, ma rispetto ai principali Paesi l’Italia sconta il fatto che le imprese con più di 10 dipendenti sono soltanto il 5% del totale. Quello che ci svantaggia, insomma, è “la frammentazione del panorama produttivo�. Occorre, dunque, “abbattere il digital divide strutturale� e promuovere un’innovazione del Paese a “360 gradi�. Diametralmente opposta, rispetto al presidente di Confcommercio, è la valutazione in questo senso della Finanziaria licenziata dal Governo: “le misure sono adeguate allo sviluppo dell’ICT�.

“Arbitroâ€� della contesa il sottosegretario al Ministero delle Comunicazioni, Luigi Vimercati, il cui intervento ha concluso il convegno. “Il trend innovativo italiano â€" ha affermato â€" è piuttosto lento ed il gap con gli altri Paesi piuttosto marcato, anche se negli ultimi tempi c’è qualche segnale positivoâ€�. Il Governo, ha aggiunto, “ha le idee chiare, ma la battaglia è difficileâ€�. Come segnale di apertura all’innovazione e come direzione di marcia, però, ha emblematicamente citato il piano d’azione “Industria 2.015â€�: “vogliamo che tra dieci anni l’Italia sia ancora tra le grandi economie e ancora un Paese con una grande industriaâ€�.

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