Sangalli: "Bene gli incentivi ma servono più risorse per i consumi"

Sangalli: "Bene gli incentivi ma servono più risorse per i consumi"

Il presidente di Confcommercio, intervenendo a Mattino Cinque, ha sottolineato l'importanza della riforma del sistema fiscale. "Più attenzione verso il commercio per irrobustire la ripresa".

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25 marzo 2010
Intervistato da Maurizio Belpietro a Mattino Cinque, il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha sottolineato che “gli

Intervistato da Maurizio Belpietro a Mattino Cinque, il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha sottolineato che “gli incentivi certamente sono importanti, tutto ciò che può stimolare i consumi deve essere visto sempre positivamente. Però, pur considerando i vincoli della finanza pubblica, occorrerebbero più risorse. Non possiamo dimenticare che la domanda per consumi vale circa il 60% del Pil e sostenerla sarebbe un po' il modo per assicurare nel 2010 una più robusta ripresa della nostra economia”. Sangalli poi ha analizzato la situazione economica generale sottolineando l’importanza di una riforma del sistema fiscale: “Il vero problema - ha detto Sangalli - è fare in modo che questi timidi segnali di ripresa vengano accelerati e irrobustiti. Per fare questo bisogna mettere in campo delle risorse e certamente l'economia dei servizi che noi rappresentiamo può dare un valido contributo”. “Queste risorse devono essere coltivate non solo attraverso una buona politica, ma anche attraverso delle riforme, e non c’è dubbio che quella che riteniamo più importante riguarda il sistema fiscale, con due obbiettivi fondamentali: un fisco più semplice e, incrociandosi al federalismo fiscale, la riduzione della pressione tributaria”. Altro tema “caldo” è quello dell’occupazione: “L’incremento della disoccupazione, che tuttavia nel nostro Paese è meno marcato per via di un sistema di sicurezza che il nostro governo ha approntato in maniera molto decisa, accompagnato da consumi che sono in sofferenza - ha sottolineato il presidente di Confcommercio - crea una forte preoccupazione. E’ una spirale negativa che deve essere contrastata. La crisi ha colpito tutto il settore distributivo, non ha fatto sconti a nessuno. Chi ha pagato il prezzo più alto sono state proprio le imprese del commercio. Nel 2009 ne sono scomparse 28mila, di cui oltre 16mila negozi di vicinato. Insomma, non si può parlare di una vera e propria desertificazione ma in molte città alcune insegne si sono già spente”. Riguardo al diverso impatto della crisi sui piccoli esercizi e la grande distribuzione, Sangalli, ha fatto presente che occorre tutelare i negozi. “Certamente - ha detto Sangalli - bisogna fare in modo che il valore del pluralismo distributivo giochi un ruolo importante e si deve tenere sempre in conto tutto ciò che già esiste. Però il vero problema è che c’è stata una crisi molto forte che ha colpito tutto il settore distributivo. In modo particolare ha colpito il piccolo commercio e noi dobbiamo fare di tutto perché esso continui ad esistere, perché  non ha solo un valore economico ma anche sociale. Quando chiude un negozio e' un pezzo di città che muore perché i piccoli negozi, soprattutto negli insediamenti urbani, hanno anche una precisa funzione sociale”.

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