Se è online la piccola impresa corre

Se è online la piccola impresa corre

Studi e dati convergono nel decretare il successo soprattutto all'estero delle realtà minori che hanno investito per utilizzare connessioni internet. Chi e rimasto indietro dovrà sfruttare flessibilità decisionale e investimenti diretti. Solo una società su tre usa il web.

DateFormat

12 giugno 2017

Il digitale agisce chiaramentemente come un acceleratore per le piccole e medie imprese, che sono il cuore pulsante dell'economia italiana: 8 occupati su 10 lavorano in aziende con meno di 50 dipendenti, producendo quasi i tre-quarti del fatturato del sistema produttivo nazionale. Le conclusioni alle quali arriva uno studio della Doxa — dedicato al rapporto tra Pmi, innovazione digitale ed export — non lasciano spazi a dubbi. La quota di piccole imprese digitalizzate che intrattiene relazioni commerciali con l'estero è quattro volte superiore rispetto alle realtà non digitalizzate. Inoltre, al crescere del livello di maturità digitale, sale in parallelo la percentuale di piccole aziende che esportano. La fotografia dell'esistente, tuttavia, suscita più di una preoccupazione, dato che solo un terzo delle Pini italiane è presente online con un proprio sito Internet, mentre il presidio dei social media è appannaggio di poche realtà. Di pari passo, sottolineano gli analisti, solo una quota contenuta di medie imprese intrattiene rapporti con l'estero nello svolgimento delle proprie attività. Eppure sono proprio le aziende che hanno già adottato un orizzonte capace di superare i confini nazionali quelle che meglio hanno resistito durante gli anni della recessione e oggi presentano mediamente i migliori indicatori relativamente alla crescita del giro d'affari e della redditività. Perché sono andate a cercare nuovi consumatori nei mercati caratterizzati da un potenziale di crescita di gran lunga superiore a quello del nostro Paese, che non paga solo i problemi legati all'elevato debito pubblico e alla pesantezza della burocrazia, ma anche una struttura demografica (siamo n-a i più anziani al mondo) che non è favorevole a una crescita sostenuta dei consumi. Se ancora poche aziende si sono internazionalizzate, dal lato dei consumatori il mercato è già globalizzato sotto vari aspetti, con il digitale a fare da collante. Nei 28 Paesi dell'Unione europea, tre-quarti degli abitanti si connettono frequentemente a Internet, spesso si informano sui medesimi network o acquistano online da piattaforme omogenee tra loro. Quindi vi è un'abitudine a utilizzare gli stessi strumenti che per le aziende costituisce un'opportunità straordinaria per crescere senza necessariamente svenarsi sul fronte economico. Anche perché il trend è destinato a rafforzarsi nel tempo: diversi studi stimano che entro il 2020 ci saranno più di 50 miliardi di dispositivi — tra sensori, soluzioni indossabili veicoli autonomi, apparecchiature mediche e infrastrutture urbane — connessi a Internet e capaci di comunicare tra di loro. Certo, entrare nell'era digitale significa dover mettere mano al portafoglio per effettuare gli investimenti necessari dall'Internet delle cose ai big data, dalle piattaforme cloud ai sistemi di cyber-sicurezza, non esistono nuove frontiere da cavalcare a costo zero), ma è pur vero che i costi di molte soluzioni It sono scesi sensibilmente negli ultimi anni. Così, la sfida principale diventa di tipo culturale, con la necessità di rimettere in discussione la tradizionale organizzazione (e spesso anche gli equilibri di comando) aziendale per accogliere l'innovazione digitale. Non è un caso se da uno studio dell'Università Cattolica di Milano sia emerso il ruolo decisivo della formazione digitale per far crescere le aziende. Il 67% dei 382 imprenditori intervistati ha dichiarato che, dopo aver partecipato a un progetto di questo tipo, ha registrato una crescita dell'attività, il 18% del fatturato, il 29% delle esportazioni. II 21% è poi entrato in nuovi mercati e il 9% ha aumentato le vendite attraverso il canale del commercio elettronico. "La digitalizzazione ha fatto un salto di qualità e sta accelerando", scrive Assinform nel suo ultimo rapporto dedicato all'innovazione nel nostro Paese. "Il cambiamento che ne consegue è al contempo una sfida e un opportunità. Lo è per le imprese, che vedono svanire le posizioni acquisite, ma ancora di più le barriere a nuovi business e mercati". Le Pmi dalla loro hanno una carta importante da poter giocare sul fronte dell'innovazione, rappresentata dalla flessibilità che le caratterizza. Di fronte alle nuove opportunità di crescita individuate, non occorrono passaggi da un ufficio all'altro per i vari processi autorizzativi, che spesso richiedono settimane, ma di solito è sufficiente che via sia il via libera del capo (in genere l'imprenditore) per adottare i nuovi processi. Mentre più difficile è acquisire consapevolezza del fatto che piccolo non è necessariamente bello e che, per restare competitivi nel mercato globale, dotarsi di spalle robuste può risultare decisivo. Questo non significa necessariamente aprire il capitale a nuovi azionisti, con la conseguenza di dover rivoluzionare la governance (magari disegnata non solo con un focus sulle prospettive di business, ma anche per cercare di garantire determinati equilibri nella famiglia imprenditoriale), ma anche scegliere partner capaci di trainare la trasformazione digitale senza mettere in discussione la guida strategica di chi rischia capitali propri. Entrare nell'era digitale significa per le Pmi dover mettere mano al portafoglio per effettuare i Investimenti necessari Su questo fronte c'è da dire che l'offerta è ormai molto ampia nel nostro Paese, sia sul fronte delle tecnologie, che dei servizi fiduciari per l'accesso e la sicurezza in campo digitale, per cui la vera sfida è individuare chi fa al caso della singola impresa. Non è solo una questione di specializzazioni in determinati settori o mercati, ma anche di capacita e volontà di condividere il percorso di crescita, con costi e soluzioni flessibili.

tratto da Repubblica Affari&Finanza di Luigi dell'Olio

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca