Sette furti in due anni, "adesso basta"
Sette furti in due anni, "adesso basta"
"Si verificano episodi che inducono gli imprenditori a chiedersi se sia il caso di proseguire nella loro impresa, perché esausti e demoralizzati. Non solo per la pressione fiscale, ma anche in virtù di episodi di microcriminalità, frutto dell'estrema leggerezza con cui nel nostro Paese si gestiscono episodi di furto e rapina". Elena Bordin, 33 anni, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confcommercio Venezia e titolare insieme al fratello del ristorante pizzeria "La Capinera" di Pianiga (Venezia), ha scritto una ha scritto una lettera aperta alle istituzioni, ai parlamentari e alle autorità locali per chiedere che lo Stato dia sicurezza e tutela contro la criminalità. Il motivo è tanto facile da spiegare quanto ai limiti dell'incredibile: nella notte tra venerdì e sabato scorso la sua attività ha subito la settima rapina in appena 24 mesi. E allora è facile comprendere queste parole: "lavoriamo 15 ore al giorno, ti chiedi se ne valga la pena. È solo un pensiero, certo: abbiamo investito tanto e andiamo avanti, pur con un livello altissimo di insofferenza e stanchezza", ha spiegato Elena Bordin. Il "film" dell'ultima, ennesima rapina somiglia a tanti altri: l'allarme è scattato alle 4.10. I ladri hanno prima tolto il tombino di fronte al locale, poi lo hanno scagliato contro la vetrata antisfondamento. Quindi hanno forzato la cassa di legno che fa da montante e rompendo quella si è divelta pure la parete. La banda in poche decine di secondi ha fatto razzìa di tabacchi, soprattutto sigarette, e di gratta&vinci, per un danno di qualche migliaia di euro. "Non è possibile aspettare un gesto estremo. Situazioni di questo genere non colpiscono solo gli imprenditori ma anche i dipendenti che rischiano di perdere il lavoro anche a fronte di episodi di criminalità. Abbiamo ricevuto 7 visite in 24 mesi. Dato che qualsiasi danno materiale non è minimamente paragonabile al valore di una vita, mi chiedo quali siano le motivazioni che inducono un imprenditore a rischiare la vita nella completa indifferenza di chi lo governa", scrive ancora la Bordin alle istituzioni. Speriamo che qualcuno la ascolti e agisca di conseguenza.
A. M.