Si fa strada l'ipotesi di un Fondo Monetario Europeo

Si fa strada l'ipotesi di un Fondo Monetario Europeo

La Commissione europea è pronta a proporre la creazione di un nuovo strumento di sostegno per i membri dell'eurozona che si trovassero in difficoltà analoghe a quelle della Grecia.

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9 marzo 2010
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La Commissione europea è pronta a proporre la creazione di un nuovo strumento di sostegno per i membri dell’eurozona che si trovassero in difficoltà analoghe a quelle attuali della Grecia. La conferma di un'ipotesi di “Fondo monetario europeo” è stata data questa mattina dal portavoce del commissario agli Affari Economici e Monetari, Olli Rehn, Amadeu Altafaj-Tardio. “L'idea è che non si debba più riprodurre una situazione come quella greca - ha detto Altafaj - per questo serve un rafforzamento del coordinamento delle politiche economiche dell’eurozona. Per noi è una priorità”. “Siamo ancora in una fase di discussione preliminare – ha precisato Altafaj - tutto dipende dal consenso che l’ipotesi di creare un Fondo europeo avrà tra gli Stati membri”. E se Francia e Germania trainano il progetto, c’è da sondare ancora l’accoglienza che la proposta avrebbe in altri Paesi. Un’occasione potrebbe essere il duplice appuntamento di lunedì e martedì prossimi con le riunioni di Eurogruppo ed Ecofin. E’ soprattutto Berlino, che a suo tempo bocciò la creazione di un fondo non volendo pagare per altri, a spingere ora con Bruxelles per la creazione dell’Fme. Il ministro delle Finanze, Wolfgang Schauble ha parlato chiaramente della “necessità di un’istituzione che disponga dell'esperienza dell’Fmi e di poteri di intervento analoghi”. Secondo alcune fonti ci sarebbe già un piano tedesco ben dettagliato, che prevede anche la possibilità per l’Fme di comminare “sanzioni severe” per i Paesi della zona euro troppo lassisti sul piano dei conti pubblici. Come, ad esempio, la soppressione delle sovvenzioni europee, il ritiro temporaneo del diritto di voto nel corso delle riunioni ministeriali dell’Ue, e persino l’esclusione provvisoria dalla zona euro. La Germania, insieme alla Francia, sarebbe favorevole anche ad una limitazione del ricorso ai credit default swap, gli strumenti finanziari attraverso cui alcuni Paesi hanno potuto “assicurare” i propri titoli pubblici, mascherando di fatto l’entità del proprio debito. Questa misura potrebbe quindi andare a finire nell'altro pacchetto di interventi in fase di elaborazione a Bruxelles. Pacchetto a cui sta lavorando in particolare il commissario Ue ai servizi finanziari, Michel Barnier, con misure che vanno dall'attuazione della riforma della vigilanza finanziaria alla stretta sugli hedge fund e sui prodotti finanziari più a rischio. Intanto, mentre anche il Portogallo, dopo la Grecia, adotta nuove misure correttive del deficit congelando i salari dei dipendenti pubblici, Tajani assicura come “l’Italia non è un Paese a rischio, anche perché – ha spiegato - ha un buon sistema bancario e imprenditoriale”. La valutazione del Programma di stabilità italiano da parte di Bruxelles è attesa per il 17 marzo.

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