Dura presa di posizione dei balneari dopo la riduzione nel dl sviluppo da 90 a 20 anni della concessione del diritto di superficie delle spiagge. Il presidente Borgo: "Se sarà necessario, a giugno chiuderemo per una giornata gli stabilimenti balneari".

Non piace ai sindacati dei balneari la nuova versione del decreto sviluppo che si occupa anche di
concessione delle spiagge. Il provvedimento ''non risponde appieno alle aspettative delle 30.000 imprese balneari, ne' alle necessita' e alle esigenze del turismo italiano'' afferma
Riccardo Borgo, presidente del Sib-Confcommercio. "Se sarà necessario, a giugno chiuderemo per un'intera giornata gli stabilimenti balneari''. La presa di posizione della Sib si aggiunge a quella di altre organizzazioni di categoria, dopo la riduzione da 90 a 20 anni della concessione del diritto di superficie degli arenili ai privati. Borgo chiede a Governo e Parlamento di ''intervenire sulla parte del decreto dedicato al settore per correlare i suoi contenuti agli impegni assunti dall'esecutivo''. Tra questi, indica, ''proporre alla Commissione Ue modifiche volte ad escludere le concessioni
demaniali ad uso turistico ricreativo dalla 'direttiva servizi'; valutare iniziative per non penalizzare il settore e i relativi livelli occupazionali, promuovere l'introduzione di una norma transitoria di lungo periodo per garantire il principio della tutela del legittimo affidamento''. Su questi tematiche, sono stati richiesti incontri con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, Commissioni parlamentari, Regioni e Associazione dei Comuni, dice il presidente della Sib, annunciando una probabile richiesta di incontro anche con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al quale illustrare ''la preoccupazione per il futuro di 30.000 famiglie, l'occupazione del settore, l'offerta e l'immagine turistica del nostro Paese''.