Sicurezza: Amato "rassicura" la sinistra
Sicurezza: Amato "rassicura" la sinistra
Sicurezza: Amato rassicura la sinistra
“Non ci saranno espulsioni di massa�. Di fronte al rischio di un nuovo voto travagliato in Senato, mentre è ancora aperto il confronto anche su Finanziaria e Welfare, il governo corre ai ripari e, dopo un vertice a Palazzo Chigi, il ministro dell’Interno Amato apre a una serie di ritocchi che renderanno il decreto sulla sicurezza più digeribile alla sinistra e in paricolare a Rifondazione Comunista. “E’ possibile arrivare a un’intesa con il Prc�, assicura il ministro dell’Interno Giuliano Amato al termine dell'incontro con il premier Romano Prodi, il ministro degli Esteri Massimo D'Alema e Paolo Ferrero, ministro del Prc. “Ci sono proposte - ha spiegato il titolare del Viminale - che non ho nessuna difficoltà  ad accettare: il decreto non prevede espulsioni per motivi non gravi, ma non ho difficolta' a specificare ulteriormente. Ad esempio, condivido che la convalida delle espulsioni per motivi di pubblica sicurezza, come chiede Rifondazione, passi dal giudice di pace al giudice ordinario del tribunale monocratico�. Una decisa apertura dunque e termine del vertice, Ferrero fa trasparire una certa soddisfazione: “siamo in una fase interlocutoria e si è ragionato su possibili miglioramenti sia dal punto di vista costituzionale che rispetto alla direttiva europea, c'e' una positiva volontà di discussione�. Sul decreto, il governo sceglie quindi la via della compattezza interna, con buona pace della Cdl che da giorni chiede modifiche che vanno nella direzione dell'inasprimento del testo, decisamente all'opposto di quelle chieste dalla sinistra.
“Le dichiarazioni del ministro Amato - fa sapere il capogruppo di An al Senato, Altero Matteoli - allontanano la possibilità di un accordo con la Cdl sul decreto visto che c'e' un'ulteriore concessione a Rifondazione comunista sul giudice monocratico e per la ratifica delle espulsioni che ne allungherà l'iter�. Il centrodestra prosegue comunque con la strategia della compattezza. Una riunione dei capigruppo dell'opposizione a Palazzo Madama, alla quale ha partecipato anche il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, è servita a mettere a punto un pacchetto di proposte di modifica comuni da presentare entro giovedì 15 novembre, il termine per presentare gli emendamenti  in commissione Affari Costituzionali. Nella riunione, la Cdl ha anche deciso di votare si' domani ai presupposti di urgenza e necessita' del decreto. Sara' il primo voto sul provvedimento che ha iniziato oggi il suo iter a Palazzo Madama. E gia' si profila un primo no all'interno della maggioranza. “Votero' no ai presupposti di necessita' e urgenza - fa sapere il senatore dissidente (ex Pdci) Ferdinando Rossi - perche' non e' urgente ma e' un problema serio sul quale si ragionera' con calma�. Dalla prossima settimana si esamineranno gli emendamenti e il relatore, Giannicola Sinisi (Ulivo) si dice ottimista: “Mi sembra ci sia voglia di collaborare costruttivamente�. Intanto la commissione Giustizia, presieduta da Cesare Salvi (Sd) ha chiesto al presidente Franco Marini un esame congiunto con la Affari Costituzionali del provvedimento. Parallelamente al Senato, la Camera e' al lavoro sulla legge sull'immigrazione, la Amato-Ferrero, che corregge la Bossi-Fini. La commissione Affari Costituzionali ha votato, infatti, in serata il disegno di legge del governo come testo base. ''Questa e il decreto sono due facce della stessa medaglia - osserva il relatore, Gianclaudio Bressa (Ulivo) - e per avere sicurezza in Italia bisogna modificare l'attuale legge sull'immigrazione che e' una vera e propria fabbrica di illegalita'''.