Sistema Confcommercio su voucher

Sistema Confcommercio su voucher

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26 maggio 2017

Federazione Moda Italia: "Subito una nuova normativa"

"Auspichiamo che il Governo trovi quanto prima una soluzione sui voucher, senza limitarsi ad una mera semplificazione del lavoro intermittente": così il Presidente di Federazione Moda Italia, Renato Borghi, interviene sul tema dei voucher. "Il dettaglio moda – continua Borghi - ha mal digerito l'abolizione dei voucher e, a distanza di oltre due mesi dalla loro ‘rottamazione', urge invece una soluzione valida per tutti. Il problema è contingente perché anche nel nostro settore le prestazioni saltuarie ed occasionali servono a far fronte ad emergenze improvvise non solo dei punti vendita di piccole dimensioni ma anche di quelli più strutturati e organizzati. Serve uno strumento concreto e ‘legale' per rispondere con efficacia a situazioni impreviste come, ad esempio, particolari picchi di lavoro, manifestazioni fieristiche e campionari". "Il nostro lavoro – conclude il Presidente di Federazione Moda Italia - non può permettersi un vuoto normativo o strumenti che non rispondono pienamente alle esigenze di tutte le imprese. Riteniamo che vada fatto uno sforzo sull'operatività, la tracciabilità, la semplificazione ed il controllo per garantire una soluzione definitiva".

 

Federalberghi: "Senza voucher danni per imprese e lavoratori"

Federalberghi torna ad esprimere la propria preoccupazione riguardo le dinamiche che hanno investito il tema dell'occupazione nel settore turistico, relativamente all'abolizione del lavoro accessorio, in sostanza i cosiddetti voucher o buoni lavoro. "L'abolizione dei voucher è stato un provvedimento non sufficientemente ponderato, preso sulla scorta di considerazioni politico-ideologiche che poco hanno a che vedere con la realtà delle imprese e del mondo del lavoro e che crea un vuoto normativo nel quale può insinuarsi l'odiosa pratica del lavoro nero". E' quanto si legge nella nota di Federalberghi, l'associazione maggiormente rappresentativa delle aziende alberghiere italiane. "Per questo motivo – prosegue la nota - auspichiamo che il Governo tenga fede agli impegni presi e assuma in tempi rapidi l'iniziativa per colmare il vuoto legislativo, garantendo a tutte le imprese la possibilità di accedere a questo importante strumento e creando inoltre le condizioni per un più agevole ricorso a strumenti già esistenti, come il lavoro intermittente".

 

Fida: "Serve uno strumento aperto a tutte le imprese"

L'abolizione dei voucher, con un improvviso colpo di spugna nel marzo scorso, ha messo le imprese di tutte le dimensioni nell'impossibilità di remunerare le prestazioni di lavoro saltuarie, spesso anche non programmabili, con strumenti che consentano di operare nella legalità e senza adempimenti burocratici tali da renderli inservibili. FIDA, la Federazione Italiana Dettaglianti dell'Alimentazione di Confcommercio-Imprese per l'Italia, ritiene che la soluzione che si sta prefigurando, pur condivisibile in parte, non sia in grado di rispondere adeguatamente all'esigenza delle imprese di remunerare in modo legittimo queste prestazioni. "Siamo alla vigilia del periodo estivo nel quale, specialmente nelle zone turistiche, ci sarà la necessità di far fronte a picchi di attività, non programmabili o inquadrabili in un rapporto di lavoro, e ancora non abbiamo strumenti per rispondere a queste esigenze»: così interviene Donatella Prampolini Manzini, Presidente FIDA e Vice Presidente Confcommercio, auspicando che la soluzione che verrà infine adottata contenga alcuni importanti correttivi. "Concordiamo –spiega, infatti, Donatella Prampolini Manzini- sulla necessità di creare uno strumento tracciabile e di rafforzare i controlli. Occorre tuttavia che tale strumento sia accessibile a tutte le imprese, non soltanto quelle fino a cinque dipendenti, e che si superi il tetto dei 5.000 euro complessivi che il prestatore non deve superare per poter essere retribuito attraverso di esso".

 

Fipe: "Sul lavoro occasionale bisogna fare in fretta"

"Il settore dei pubblici esercizi si aspetta e necessita il prima possibile di una risposta efficace da parte delle istituzioni per colmare il vuoto creato dall'abolizione dei voucher, uno strumento che rispondeva pienamente all'esigenza per le imprese di remunerare prestazioni occasionali, la cui eliminazione sta comportando gravi difficoltà per il nostro settore" - è il commento di Fipe - Federazione Italiana Pubblici Esercizi alle ultime notizie legate alla complicata vicenda dei voucher. "Ancora oggi manca per le nostre imprese una valida alternativa ai voucher che consenta di operare con semplicità e soprattutto nella legalità - prosegue il Presidente di Fipe Lino Enrico Stoppani -. Le attività saltuarie non sono certo scomparse in parallelo all'abolizione dei voucher, restano presenti e caratterizzano un settore come il nostro che ha anche una componente di stagionalità. Per questo serve una risposta concreta e in tempi rapidi, che ponga finalmente fine ad una situazione paradossale. Ricordiamo infatti che i voucher rappresentavano solo lo 0,23% del totale del costo del lavoro in Italia, e i numeri dell'Inps confermano che la quasi totalità dei prestatori percepiva meno di 1000 euro all'anno, e circa il 70% di queste persone erano lavoratori non esclusivi, per i quali i voucher non rappresentavano la fonte principale di reddito ma solo una fonte di ulteriore guadagno".

 

Federpreziosi: "Quale e quando la soluzione alternativa?"

"Abolire i voucher non ha certo significato abolire le attività occasionali per le quali venivano utilizzate". Secondo il presidente di Federpreziosi Confcommercio Giuseppe Aquilino "si trattava di uno strumento adeguato alle esigenze delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi che ora si trovano in difficoltà nel gestire alcune prestazioni con conseguente danno sia per il lavoratore che per il datore di lavoro. Detto fatto: le imprese sono state private in men che non si dica della possibilità di far fronte a esigenze operative, e quello che è realmente grave, senza avere una valida alternativa. Mi sembra sarebbe stato ragionevole, se errori c'erano, trovare prima una soluzione da applicare per porvi rimedio e contrastare abusi. Rapidità di intervento per un'alternativa e, nel contempo, per estenderne l'accessibilità a tutte le imprese sono la speranza di tutto il sistema Confcommercio. Ma che non resti una speranza!"

 

Confcommercio Veneto: "Serve un'alternativa valida"

"Il vuoto creato dall'abolizione dei voucher rischia di produrre disoccupazione". A dirlo è il presidente di Confcommercio Veneto Massimo Zanon, che ricorda come lo strumento dei voucher fosse preziosissimo per le imprese del commecio, del turismo e dei servizi, soggette a picchi improvvisi e imprevisti di lavoro. "Dopo la loro eliminazione è impossibile trovare adeguate alternative in grado di consentire alle imprese di operare legalmente e con snellezza rispondendo alla flessibilità connaturata alle attività del terziario". "La decisione di abolire i voucher ha messo in difficoltà migliaia di imprese alle soglie di una stagione estiva che per quanto riguarda il Veneto si annuncia intensa – prosegue Zanon – Invochiamo uno strumento che, anche se più rigido nei controlli e tracciabile in ogni caso, sia accessibile alle imprese di tutte le dimensioni, non solo a quelle fino a 5 dipendenti e con un tetto di 5mila euro annui per impresa, e che ci consenta di far fronte a circostanze occasionali".

 

Confcommercio Emilia Romagna: "Occorre una soluzione in tempi rapidi"

"Le imprese del commercio, del turismo e dei servizi – dichiara Enrico Postacchini, Presidente di Confcommercio Emilia Romagna - si aspettano una risposta efficace in grado di colmare il vuoto creatosi con l'abolizione dei voucher, uno strumento che rispondeva pienamente all'esigenza per le imprese di remunerare prestazioni saltuarie ed occasionali mentre oggi, dopo la loro eliminazione, non si trova un'adeguata alternativa in grado di consentire alle imprese di operare legalmente con semplicità. Non si può pensare che l'abolizione dei voucher porti come conseguenza l'eliminazione delle attività occasionali per cui era utilizzato, attività che restano presenti nelle imprese e tanto più in una Regione come la nostra caratterizzata dalla fortissima presenza di attività legate al Turismo". "I voucher" - prosegue Postacchini - rappresentavano solo lo 0,23% del totale del costo lavoro in Italia e i numeri dell'INPS confermano che la quasi totalità dei prestatori percepiva meno di 1000 euro l'anno, cifra ben lontana dalle remunerazioni di un lavoro continuativo, e circa il 70% di queste persone erano lavoratori non esclusivi, per i quali il voucher rappresentava una opportunità di ulteriore guadagno, non la fonte principale del proprio reddito". "E' urgente quindi - conclude Postacchini - dare una risposta rapida e concreta a questo problema, prevedendo subito un nuovo strumento, pur rafforzato nei controlli e verificato attraverso la tracciabilità piena con una piattaforma dedicata, ma superando definitivamente l'equivoco di fondo per cui una prestazione occasionale, spesso imprevedibile, debba essere inquadrata in un rapporto di lavoro. Rimane però fondamentale rendere accessibile alle imprese di tutte le dimensioni, non solo fino a 5 dipendenti e con un tetto di 5000 euro annui per impresa la possibilità di remunerare legittimamente quelle attività occasionali che oggi non hanno alternative efficaci".

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