SONDAGGIO: I GIOVANI VEDONO A RISCHIO LA LORO PENSIONE

SONDAGGIO: I GIOVANI VEDONO A RISCHIO LA LORO PENSIONE

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2 aprile 2007
Sondaggio Confcommercio: i giovani temono per la loro pensione

Sondaggio Confcommercio: i giovani temono per la loro pensione

 

Quasi la metà dei giovani italiani (per la precisione il 46,8%) pensa che sia improbabile che anche a loro verrà assegnata una pensione. Il 61,8% degli stessi giovani si  dice molto o abbastanza preoccupato per la situazione del sistema  pensionistico italiano. A conferma di ciò, solo il 21,9% è convinto che al termine della sua vita lavorativa godrà di un trattamento  pensionistico pubblico, mentre il 31,3% lo ritiene probabile ma non  certo. Sono questi alcuni dei dati che emergono da un sondaggio  promosso per conto di Confcommercio, a cura di Centro Studi Sintesi, condotto su un campione di 800 giovani italiani dai 18 ai 35 anni sul tema delle pensioni. I primi risultati del sondaggi sono stati  presentati ad Arezzo in occasione del V Forum nazionale dei  giovani imprenditori di Confcommercio dedicato al tema delle pensioni e del Tfr, alla presenza di Michela Vittoria Brambilla, presidente  nazionale dei giovani imprenditori di Confcommercio. Contrariamente a quello che si può pensare, solo una parte marginale dei giovani italiani e' disinteressata alla  tematica delle pensioni (16%). Ma è la preoccupazione per il futuro  la caratteristica principale che emerge dal sondaggio. Solo per un quarto del campione i contributi pensionistici versati oggi vanno  effettivamente a costituire la base per il pagamento delle pensioni  future, mentre per il 65,5% vanno, totalmente o per la gran parte, a  pagare gli assegni degli attuali pensionati. Dal sondaggio commissionato da Confcommercio risulta che il  sistema pensionistico pubblico ha bisogno di una riforma strutturale  in tempi rapidi: è questa l'opinione quasi unanime dei giovani  italiani, dato che ben il 90% degli intervistati e' convinto che una  riforma delle pensioni sia molto o abbastanza urgente, nella  convinzione diffusa che il sistema così com’è non sia sostenibile a lungo termine. Parlando dell’età che i giovani considerano "giusta" per andare in pensione, il valore medio emerso dalle interviste effettuate e' di  60 anni; ma non va trascurato il 30% circa che dichiara che si può andare in pensione anche tra i 61 ei 65 anni. Solo un intervistato su 10 pensa che l'attuale  struttura previdenziale pubblica possa reggersi anche in futuro senza  interventi, mentre per il 16,7% dei giovani ci si dovrebbe svincolare  dall'idea di previdenza pubblica, non versando più, dunque,  contributi all'Inps, ma lasciando tali quote ai lavoratori in modo da  potersi gestire autonomamente, indirizzandosi verso un privato di fondi o assicurazioni. Lo sguardo d'insieme e' abbastanza critico da parte dei giovani  italiani sull'attuale sistema previdenziale, viene ulteriormente  esplicitato dal fatto che la maggioranza degli intervistati (55,8%) ha poca o nessuna fiducia nell'Inps come gestore delle pensioni  pubbliche. I giovani intervistati sono, peraltro, convinti che oltre  agli interventi combinati sul sistema pensionistico sia necessario  muoversi autonomamente per garantirsi un futuro sereno: ecco allora  che il 15,7% ha affermato di avere gia' avviato una pensione  integrativa privata, ed il 36,2% si orienterà a breve verso questa  soluzione. Vi sono poi gruppi numericamente più ristretti che pensano di  rivolgersi ad investimenti immobiliari o ad altri investimenti  finanziari. Solo il 31% dice che non farà nulla in aggiunta  all'assegno previdenziale pubblico, pensando dunque che grazie ad una  riforma consistente sul tema non ci sarà necessità di rivolgersi anche a sistemi di integrazione della pensione.

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