Spiagge: "botta" e "risposta" tra Calenda e i balneari

Spiagge: "botta" e "risposta" tra Calenda e i balneari

Il ministro dello Sviluppo Economico: "Chiederò un registro di trasparenza sulle concessioni balneari". Il presidente del Sib, Riccardo Borgo: "Calenda parla senza conoscere la realtà".

DateFormat

9 marzo 2017

La questione delle concessioni balneari è sempre d'attualità. A riaccendere la miccia ci ha pensato il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda: "Come governo chiedero' un registro di trasparenza sulle concessioni balneari". "Vogliamo che i consumatori, che magari spendono 100 euro per affittare degli ombrelloni, sappiano qual e' il valore della concessione, fino a quando durera'". Il ministro ha spiegato che e' rimasto colpito dalla "mancanza di informazione: lo Stato incassa per le concessioni balneari 100 milioni di euro e sono circa 25 mila. Questo vuol dire che si paga meno di quanto paga un ambulante per un banchetto 5 per 3 metri". Calenda ha quindi aggiunto che la prima battaglia da vincere sulla concorrenza e' "la battaglia della trasparenza". Immediata la risposta degli operatori del settore: "Il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, che punta a un registro per la trasparenza nelle concessioni balneari, parla senza conoscere la realtà". Lo afferma in una nota il presidente del Sindacato italiano balneari/Confcommercio, Riccardo Borgo, secondo il quale l'incontro di martedì prossimo, 14 marzo, sarà l'occasione per un confronto con la categoria". A giudizio di Borgo, il ministro si avventura in una "ardita quanto banale divisione (l'entrata totale diviso il numero delle concessioni)", attraverso cui "sentenzia che ogni concessione paga un'inezia". Invece, puntualizza, "il canone è quanto lo Stato ci chiede e che deriva da una legge" e "costituisce solo una voce tra i costi sostenuti dai balneari. Quello che certamente non sa è che qualche centinaio di imprese oggi sta fallendo in quanto gravate da canoni con valori commerciali che, per la loro stessa assurda esosità, non riescono a pagare. E' dal 2007 che chiediamo, inutilmente, una perequazione e un riequilibrio". I balneari si dichiarano poi "pronti" sulla trasparenza, ma avvertono che servirebbe "una iniziativa di carattere generale che riguarda tutti i tipi di concessione. Anche quelle in capo a potentati economici e/o mediatici o, ad esempio, autostradali e petrolifere che risultano essere di competenza del Mise". Insomma, conclude, "ci sembra che Calenda "l'abbia giurata' agli imprenditori balneari, immaginandoli potenti e ricchissimi nababbi, anziché, come realmente siamo nella stragrande maggioranza dei casi, piccole imprese dove l'elemento lavoro (100.000 addetti diretti), è fondamentale". Quanto poi alla differenza tra "l'ottica che il Ministro Enrico Costa ci ha spiegato, e quella di Calenda, che conosciamo solo da qualche giorno", i balneari chiedono che "il Governo chiarisca punto per punto".

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca