Il Commissario al mercato interno, Michel Barnier, ha reso noto che l'Esecutivo Ue ha deciso di archiviare il caso perché "il governo ha deciso misure per adeguare la normativa italiana a quella Ue sul tema, cosa che finora non era successa".

La Commissione Ue ha deciso di chiudere la procedura di infrazione che aveva aperto contro
l'Italia per le norme sulle concessioni pubbliche agli stabilimenti balneari. Lo ha riferito, durante una conferenza stampa a Bruxelles, il Commissario europeo al mercato interno, Michel Barnier. L'Esecutivo Ue, ha detto il commissario rispondendo alla domanda di un giornalista, ha deciso di archiviare il caso perché "il governo ha deciso misure per adeguare la normativa italiana a
quella Ue sul tema, cosa che finora non era successa". Sulla questione delle concessioni ai privati delle spiagge (o di qualunque altro spazio pubblico) la Commissione aveva inviato due 'lettere di messa in mora' all'Italia nel 2009 e nel 2010. Secondo le norme Ue, le concessioni devono avere una durata limitata, e alla fine del periodo previsto deve essere garantita l'apertura alla concorrenza degli spazi pubblici interessati; le norme italiane, invece, prevedevano un rinnovo quasi automatico
delle concessioni dopo sei anni, senza garantire la riapertura del mercato alla loro scadenza. Questa posizione di Bruxelles era stata ribadita con una sorta di avvertimento preventivo della
portavoce di Barnier, nel maggio 2011, quando il governo Berlusconi si apprestava a prolungare addirittura fino a 90 anni le concessioni per gli stabilimenti balneari. Di fronte all'annoso problema dell'elevato numero di procedure d'infrazione Ue contro l'Italia, Barnier ha espresso la sua "piena fiducia" nel fatto "che il primo ministro italiano, che conosciamo bene come qualcuno a cui sta a cuore il mercato unico, punterà a fare dell'Italia un Paese virtuoso".