Stabilimenti balneari, "bene la proroga, ma non basta"

Stabilimenti balneari, "bene la proroga, ma non basta"

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16 dicembre 2009
“Se confermata, la proroga di sei anni per le concessioni demaniali rappresenterebbe un fatto positivo, anche se non sufficien

“Se confermata, la proroga di sei anni per le concessioni demaniali rappresenterebbe un fatto positivo, anche se non sufficiente”. Lo ha affermato  Riccardo Borgo, presidente del Sib-Fipe, l’Associazione di categoria che riunisce circa 10.000 stabilimenti balneari, in merito alla misura prevista nella bozza del decreto Milleproroghe.

“Noi chiedevamo – ha spiegato Borgo - una proroga più lunga, di 20 anni, per consentire alle aziende di adeguarsi al nuovo sistema previsto dalle normative europee. Per il settore ora è più che mai necessario mettersi al lavoro con il Governo per predisporre una normativa complessiva che riordini tutti gli aspetti delle attività degli stabilimenti che operano su concessione demaniale”. Il nodo della questione è la mancata applicazione in Italia della direttiva europea Bolkenstein, che interviene sul regime delle concessioni prevedendone la scadenza ogni 6 anni, periodo dopo il quale lo Stato le riassegna con bandi di gara o aste. Una misura che, se applicata, potrebbe portare alla chiusura di numerosi stabilimenti, mettendo a rischio 400mila posti di lavoro.

“Ora – ha continuato Borgo - predisponiamo un sistema complessivo che non riguardi solo la durata delle concessioni, ma anche il riconoscimento degli investimenti fatti, il livello qualitativo, un sistema più equilibrato di aumenti del canone demaniale, differenziato a seconda delle tipologie di stabilimento”. Il presidente del Sib ha infine richiamato l’attenzione sulla necessità di recepire il protocollo d’intesa sui canoni demaniali sottoscritto dalla categoria con le Regioni e il Ministero del Turismo.

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