STUDI DI SETTORE, PICCOLI PASSI AVANTI

STUDI DI SETTORE, PICCOLI PASSI AVANTI

E' ripartito il confronto tra Governo e categorie interessate per definire gli interventi a garanzia dell'applicazione dei nuovi indici di normalità. L'Esecutivo ha proposto alcune misure per chiarire e definire le garanzie dei contribuenti.

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28 giugno 2007
Studi di settore, piccoli passi avanti

Studi di settore, piccoli passi avanti

 

Nuovo round tra governo e categorie interessate agli studi di settore per definire gli interventi richiesti dalle organizzazioni del commercio, del turismo, dei servizi e dell’artigianato a garanzia dell’applicazione dei nuovi indici di normalità. Nel corso dell’incontro - a cui hanno partecipato il viceministro Vincenzo Visco, il sottosegretario Antonio Lettieri ed i rappresentanti di Confcommercio, Confartigianato, Cna, Confesercenti, Casartigiani, Clai - il Governo ha proposto alcune misure “per chiarire e definire� le garanzie dei contribuenti, a partire da quella che prevede, per l’anno di imposta 2006 e cioé per le dichiarazioni 2007, che l’adeguamento previsto in ciascuno studio di settore può essere effettuato tenendo conto del livello minimo dei ricavi derivante dall'’pplicazione degli indicatori di normalità economica. A condizione, però, che “tale livello minimo non sia inferiore al livello di congruità puntuale previsto dagli studi senza tenere conto dell’effetto dei medesimi indicatori�.

Visco ha anche proposto garanzie sugli accertamenti: sempre per le dichiarazioni 2007, in fase di eventuale accertamento, '�’Agenzia delle Entrate dovrà motivare, in riferimento allo specifico contribuente, l’utilizzo degli indicatori di normalità economica, tenuto conto che sugli stessi non c’è stato il parere della Commissione degli Esperti�. Per dare poi maggiori certezze ai contribuenti, nella fase di eventuale accertamento, l’Agenzia delle Entrate avrà a disposizione una procedura per rendere uniformi le fasi del contraddittorio.

Altre tutele previste dalla legge si applicano infine per i contribuenti i cui ricavi dichiarati rientrano nell’intervallo di confidenza indicato nello studio di settore tenendo conto degli indicatori, a condizione che i ricavi medesimi non siano inferiori al livello di congruità puntuale previsto dagli studi applicati senza tenere conto degli indicatori. Infine, per quanto riguarda le imprese e gli enti no profit non è prevista l’applicazione degli studi di settore, “in quanto per loro natura non possono riscontrare la situazione di normalità con cui è definito lo studio�.

 

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