Sull'economia l'ombra minacciosa della criminalità

Sull'economia l'ombra minacciosa della criminalità

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3 dicembre 2010

In tempo di crisi cresce il pericolo che la criminalita' organizzata infetti l'economia legale. E'
l'allarme lanciato dal Censis nel XLIV Rapporto sulla situazione sociale del Paese-2010. La presenza della criminalita' organizzata contribuisce senza dubbio a determinare "quel quadro di forte ritardo strutturale delle regioni meridionali maggiormente coinvolte", si legge nel documento. Perche', se e' vero che la criminalita' organizzata ha ormai allargato i suoi interessi ben oltre il Sud d'Italia e al di fuori dei confini nazionali, e' altrettanto vero che nel Mezzogiorno i suoi effetti "restano decisivi in quanto al Sud si crea un circuito perverso con l'economia, la politica, la
societa' civile, tale da bloccare le iniziative di sviluppo nella legalita'". Per Campania, Calabria, Puglia e Sicilia sono stati considerati: i Comuni in cui sono presenti sodalizi criminali, che risultano essere 448; gli enti locali in cui si trovano beni immobili confiscati alle organizzazioni criminali, che
sono 441; i Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose negli ultimi tre anni, che sono 36. Complessivamente 672 Comuni, pari al 41,8% dei 1.608 Comuni delle quattro regioni, che occupano il 54,8% del totale della superficie territoriale, presentano almeno un indicatore di criminalita' organizzata. In essi, rivela il Censis, vive il 79,2% del totale della popolazione
delle quattro regioni del Meridione, vale a dire 13.440.130 individui che rappresentano il 22,3% della popolazione italiana. Rispetto a tre anni fa, e' aumentato il numero dei Comuni (che nel 2007 erano 610) e conseguentemente sono cresciute le popolazioni coinvolte (nel 2007 pari al 77,2% del totale), nonche' la superficie territoriale interessata (che era il 50,8%). Gli enti locali ove la pressione mafiosa sembra essere maggiore risultano concentrati in Campania (province di Napoli
e Caserta); Calabria (provincia di Reggio e in particolare nella piana di Gioia Tauro); Sicilia, (provincia di Agrigento). Si tratta di circa 380.000 persone che vivono subendo il
pesante condizionamento delle mafie. La criminalita' organizzata preme soprattutto in Sicilia
(dove il 52,3% dei Comuni presenta almeno un indicatore), segue la Puglia (con il 43% dei Comuni), la Calabria (38,4) e la Campania (36,3). La Sicilia e' al primo posto anche per quantita' di popolazione coinvolta (l'83,1% del totale), seguita da Campania (dove abita in un Comune criminale l'81,2% della popolazione), Puglia (il 77,6% di abitanti vive in un luogo in cui si respira la presenza della mafia) e Calabria (67,3%). Se oltre agli indicatori di carattere demografico si
considerano alcuni indicatori economici, risulta che nelle zone in cui la pressione mafiosa si fa piu' sentire si produce un Pil di 211,5 miliardi di euro, pari al 13,9% di quello nazionale.

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