Tariffa sociale: pmi favorevoli ma senza aggravi per le imprese

Tariffa sociale: pmi favorevoli ma senza aggravi per le imprese

Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Cna, Confapi e Confagricoltura approvano la riforma della tariffa elettrica sociale per gli utenti domestici. "L'onere che ne deriva però non deve ricadere sulle bollette delle imprese".

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17 ottobre 2007
SETTORE UTILITIES E TELECOMUNICAZIONI

Tariffa sociale: pmi favorevoli, ma no ad aggravi per le imprese

 

La riforma della tariffa elettrica sociale per gli utenti domestici è una misura necessaria per venire incontro alle famiglie effettivamente disagiate, ma l’onere che ne deriva però non può e non deve ricadere sulle bollette delle imprese. Questo il commento, in una nota congiunta, delle sei Confederazioni delle Piccole e Medie Imprese aderenti al Progetto Energia Intelligente per le PMI (Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Cna, Confapi, Confagricoltura) sulla bozza di provvedimento sulle fasce sociali prevista dal decreto legge sulla liberalizzazione del mercato elettrico varato il primo luglio.

Le Organizzazioni spiegano che i meccanismi previsti per il recupero tariffario dell’onere derivante dalla suddetta agevolazione genererebbero pesanti ricadute sui prezzi dell’energia elettrica sostenuti dalle imprese italiane - già chiamate a contribuire alla copertura di altri meccanismi incentivanti, tra cui il CIP 6, le fonti rinnovabili e il risparmio energetico - e soprattutto causerebbero, per l’effetto moltiplicatore dell’Iva, una ingiustificata forma di doppia tassazione. Le sei Confederazioni auspicano che si trovi un meccanismo di trasferimento del costo dell’agevolazione sulla fiscalità generale al fine di evitare un aggravio che, per le sole PMI rappresentanti circa il 50% dei consumi elettrici nazionali, ammonterebbe a circa 200 milioni di euro.

 

 

 

 

 

 

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