Tremonti: "nessuna emergenza, ma servono riforme"

Tremonti: "nessuna emergenza, ma servono riforme"

Chiudendo la tre giorni del workshop Ambrosetti a Cernobbio, il ministro dell'Economia ha sottolineato che per l'Italia "non c'è emergenza autunnale, ma esigenza di cambiare". Per lo sviluppo economico "naturalmente è necessario un ministro".

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6 settembre 2010
Prima la stoccata (“dire che bisogna fare come la Germania è superficiale, è roba da bambini”); poi la precisazione (“nessun a

Prima la stoccata (“dire che bisogna fare come la Germania è superficiale, è roba da bambini”); poi la precisazione (“nessun attacco e nessuna allusione”, ma “semplicemente un richiamo alla realtà e al buon senso”): le parole pronunciate venerdì scorso a Seul dal governatore di Bankitalia, Mario Draghi, hanno trovato ancora eco a Cernobbio dove il ministro del Tesoro, Giulio Tremonti, ha chiuso la tre giorni del workshop Ambrosetti.

Il titolare dell’Economia, parlando alla platea di imprenditori e manager in un intervento a tutto campo eccezionalmente aperto ai giornalisti, ha sottolineato anche che per l’Italia “non c’è emergenza autunnale, ma esigenza di cambiare'” e '”di redigere, in forma politica, il nostro programma di riforma”. Ma il responsabile del dicastero di Via XX settembre ha sostenuto pure che per lo sviluppo economico “naturalmente è necessario un ministro”. E, nell’esplicitare il suo pensiero, ha invitato “a essere un po' meno dialettici e meno superficiali in queste discussioni”. Il ministro ha sottolineato, inoltre, che “dobbiamo essere all’altezza del tempo non semplice che abbiamo davanti, definire nei prossimi 10 anni qual è il bene comune di questo Paese di cui sappiamo quali siano le complessità e i problemi di competitività”. Tornando alla questione tedesca Tremonti ha rimarcato che “non ci vuole un genio che ci dica che dobbiamo fare come la Germania” rilevando poi che il nostro Paese ha “la seconda manifattura in Europa”.

Tremonti ha affrontato poi anche il problema del Sud, che “è una questione nazionale” per la quale “va fatta una regia di concertazione su obiettivi strategici” non senza dimenticare di ricordare che nel Mezzogiorno “c’è anche  un drammatico problema di classe dirigente”.

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