Turismo: il mare è in crisi

Turismo: il mare è in crisi

Oltre un milione di presenze in meno sulle spiagge a giugno e luglio rispetto allo scorso anno. Frenano i consumi, tutto esaurito solo nei week-end. Sib: "sistema turistico malato, ma il Governo fa finta di niente".

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4 agosto 2010
Segnale negativo per il turismo balneare nei primi due mesi della stagione estiva

Segnale negativo per il turismo balneare nei primi due mesi della stagione estiva

2010 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, soprattutto per quanto concerne il mese di giugno. “Negli stabilimenti abbiamo registrato un forte decremento di presenze, circa un milione di turisti, e, soprattutto, di consumi”, sottolinea Riccardo Borgo, presidente del Sindacato Italiano Balneari. Solo le località a ridosso dei grandi centri urbani hanno tenuto: i turisti, infatti, hanno preferito i litorali vicino ai luoghi di residenza. Per quanto riguarda i turisti stranieri, il Sib ha riscontrato un maggiore afflusso di quelli provenienti dai Paesi dell’Est, russi e polacchi in testa, mentre sono in calo francesi, tedeschi e giapponesi, e c’è un timido ritorno  degli americani. “Non mi sento di azzardare previsioni per il mese di agosto – continua Borgo – ma come sempre le condizioni atmosferiche saranno decisive, particolarmente nelle ultime due settimane del mese, spesso determinanti per l’esito della stagione, anche se sarà molto difficile recuperare un andamento iniziale negativo”.

“La stagione turistica 2010 porta con sé i segnali di un malessere che colpisce il sistema turistico nel suo insieme, (un italiano su 4 rinuncia alla vacanza per mancanza di soldi), e, inevitabilmente, anche il comparto balneare. Le risposte del Governo - conclude il presidente del Sib - ad oggi, non sono per nulla incoraggianti. Anzi, abbiamo la netta sensazione di una grave sottovalutazione delle problematiche che oggi colpiscono pesantemente il settore: il rinnovo delle concessioni e i canoni demaniali. Purtroppo stiamo assistendo ad un incomprensibile ostracismo da parte di autorevolissimi esponenti del Governo, un atteggiamento che con il tempo potrebbe arrecare un danno irreversibile all’immagine stessa del turismo italiano".

 

 

 

 

 

 

 

 

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