Turismo settore strategico, ma servono investimenti

Turismo settore strategico, ma servono investimenti

A Sanremo si è tenuto il Forum sul trurismo italiano. L'industria dei Viaggi e del Turismo in Italia contribuisce per circa il 4 per cento alla formazione del Pil. Spesa del Governo e investimenti sono inferiori alla media mondiale.

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14 dicembre 2009
L’industria dei Viaggi e del Turismo in Italia contribuisce per circa il 4% alla formazione del Pil ma se si considerano anche

L’industria dei Viaggi e del Turismo in Italia contribuisce per circa il 4% alla formazione del Pil ma se si considerano anche i settori indirettamente coinvolti la percentuale sale al 9,6%. Allo stesso modo l’industria diretta sostiene il 4% dell'occupazione, mentre il tasso di occupazione indiretto sale a quasi all’11%. Tuttavia sia la spesa del governo sia gli investimenti sono inferiori alla media mondiale. Di questo, e più in generale degli effetti della crisi e della competitività delle imprese turistiche italiane, si è parlato nel Forum Italiano del Turismo “Effetti della crisi e la prospettiva per il turismo italiano” che si è tenuto a Sanremo l’11 e il 12 dicembre. Secondo la WTO, nella classifica dei 10 Paesi maggiormente interessati dagli arrivi turistici internazionali l’Italia è al quinto posto, dopo la Cina, ma mantiene la quarta posizione per giro d’affari, che nel 2008 è aumentato del 7,2% rispetto al 2007. Secondo Travel & Tourism Competitiveness Index 2009 (World Economic Forum) l'Italia si trova per competitività al 28esimo posto su un campione di 133 Paesi (ai primi 3 posti: Svizzera, Austria e Germania) e solo in due aree è nei top 10: infrastrutture turistiche e risorse culturali. In alcune aree strategiche per il turismo, invece, l'Italia si trova sempre dopo la 30esima posizione come per priorità del turismo nell'agenda del Paese e infrastrutture di trasporto via terra. Il risultato peggiore si registra nella competitività dei prezzi del settore Viaggi&Turismo dove l'Italia si trova al 130esimo posto. Altro capitolo da sviluppare è quello legato alla capacità di proporre pacchetti adeguati a quanto turisticamente offre il Paese. La distribuzione di prodotti turistici in Italia, infatti, è molto più frammentata rispetto ai paesi europei e presenta una numerosità in aumento con 12.698 agenzie presenti sul territorio nel 2008, (+6% sul 2007). Anche il ruolo di internet nella distribuzione è sottovalutato: l'Italia è un Paese che sfrutta poco internet come canale di acquisto. Anche se in Italia il turismo è il settore che traina l’ecommerce e registra alti tassi di crescita. Il turismo da solo genera il 55% delle transazioni online italiane. Il valore medio degli ordini online nel turismo è di circa 300 euro. Da potenziare e migliorare poi anche la ricezione che come indicato dal direttore generale di Federalberghi Alessandro Cianella deve concentrarsi su tre punti fondamentali: qualità,la formazione e commercializzazione. Riguardo la qualità con Ambrosetti Federalberghi ha studiato un nuovo sistema di qualità che “sarà implementato attraverso un accordo con il sistema delle camere di commercio rendendolo estremamente accessibile a tutte le imprese”, ha dichiarato Cianella. Sulla formazione invece Cianella ha ricordato che il sistema Confcommercio, attraverso il fondo di formazione Forte, ha messo a disposizione delle imprese alberghiere 90 milioni di euro per finanziare la formazione, “una occasione che occorre cogliere al volo”. Infine sulla commercializzazione, in partnership con l'azienda leader mondiale in questo settore, Amadeus, “abbiamo realizzato il portale di prenotazione che si candida a schiudere alle nostre imprese le porte di un mercato che rappresenta il futuro”.

 

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