Il vicepresidente di Confcommercio Paolo Uggè, ha sottolineato che "i recenti dati diffusi dall'Istat segnalano il trasporto come comparto che ha fatto registrare i rincari maggiori. Il dato, che potrebbe indurre in alcune valutazioni non riconducibili alla realtà, merita dei chiarimenti". "La voce trasporti ha osservato Uggè - non è riconducibile al solo autotrasporto di merci, ma ricomprende anche quello su ferro, via acqua, aerea, nonchè di persone. I dati in nostro possesso attestano un calo di fatturato dal 7 al 10 per cento nelle imprese esercenti l'attività di autotrasporto e una riduzione media dei corrispettivi che oscilla intorno al 10%. Questo in presenza di un calo della domanda di trasporto, determinato anche dal contemporaneo incremento dell'offerta, causata dall'arrivo di nuovi operatori provenienti dai Paesi recentemente entrati nella U. E., ha determinato inoltre una riduzione media di circa il 10% nei prezzi riscossi". "Aggiungendo gli incrementi delle voci: gasolio e personale ( che incidono intorno al 60% sui costi complessivi) - ha aggiunto Uggè -appare in tutta la sua evidenza quanto sia profonda la crisi nella quale si trovano le imprese che esercitano l'attività di autotrasporto su gomma. Questo non significa che gli intermediari, gli operatori logistici gli spedizionieri non siano riusciti, grazie ad una capacità contrattuale diversa, a lucrare incrementi anche superiori a quello indicato dall'Istituto di statistica. Da qui l'intuizione giusta di introdurre elementi di trasparenza nella filiera voluta dalle associazioni e approvata dal Parlamento in Agosto". Dunque, in conlsuione per Uggè, "il balzo del 4,2%" non è dovuto alle imprese di autotrasporto e quando le norme sopra richiamate diverranno realmente operative sicuramente i fattori di costo per i trasporti potranno essere in linea con gli altri.