Vacanze "vietate" per un italiano su quattro

Vacanze "vietate" per un italiano su quattro

I dati di Federalberghi sull'andamento del turismo estivo indicano che il 51,3 per cento degli italiani andrà in vacanza mentre il 46 per cento rimarrà a casa. "Siamo arrivati alla povertà turistica".

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22 luglio 2010
I dati di Federalberghi sull’andamento del turismo estivo indicano che il 51,3% degli italiani andrà in vacanza mentre il 46%

I dati di Federalberghi sull’andamento del turismo estivo indicano che il 51,3% degli italiani andrà in vacanza mentre il 46% rimarrà a casa per mancanza di soldi. Aumentano i giorni di vacanza che passano da 10 a 12. Il presidente Bernabò Bocca ha sottolineato che “si accresce, purtroppo, il solco tra chi può permettersi un periodo di vacanza estiva e chi no e seppur il giro d’affari si accresca del 20% esso è semplicemente dovuto da un lato alla fiammata inflazionistica di tutto ciò che consente la movimentazione turistica e dall’altro all’incremento (da 10 a 12) dei giorni di permanenza fuori casa”. “Da gennaio a giugno – ha aggiunto Bocca- l’Istat ha infatti rilevato incrementi significativi di tutto ciò che consente la movimentazione dei turisti all’interno del nostro Paese: dalle autostrade (+5,5%) alle ferrovie (+12,7%), dalle benzine (+14,8%) agli altri carburanti (+13,3%), a fronte di una diminuzione dei prezzi degli alberghi nazionali mediamente dell’1%. “Inoltre la netta divisione – ha proseguito  Bocca- tra chi può permettersi almeno un pernottamento fuori casa per vacanza durante il periodo estivo e chi no, è caratterizzato dal fatto che ben 1 italiano su 4 non fa vacanza per mancanza di soldi, sancendo la nascita di una nuova malattia del nostro sistema economico, definibile sinteticamente come povertà turistica. Ciò porta ad una stagnazione complessiva del movimento turistico estivo degli italiani che non si discosta dai numeri dell’estate 2009, se non solo nell’entità della spesa che mediamente passerà da 710 Euro del 2009 a 853 Euro per un incremento del 20% determinato dall’incremento delle notti (da 10 a 12) e dall’aumento dei costi del viaggio e degli spostamenti interni al Paese”. “A questo punto – ha concluso Bocca- dopo i dati dei primi sei mesi che indicano una crescita zero nelle presenze alberghiere ed un andamento similare anche dei mesi estivi nei quali 6 turisti su 10 sono italiani, riteniamo che l’Italia non possa permettersi il lusso di non cogliere quei segnali di ripresa economica che pur a livello mondiale cominciano a registrarsi, analizzando a livello politico le ragioni che ci vedono ancora al palo, quando Paesi come la Francia e la Spagna dichiarano di avere al contrario già avviato l’inversione di tendenza”.

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