Vendere un bar? Meglio a Milano. Lo dice il listino prezzi 2010 delle imprese commerciali

Vendere un bar? Meglio a Milano. Lo dice il listino prezzi 2010 delle imprese commerciali

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28 luglio 2010
Vendere un bar

Vendere un bar? Meglio a Milano. Una tabaccheria con i giochi (lotto, superenalotto ecc.)? Certamente a Catania. E un ristorante pizzeria? Ancora a Catania. Un panificio? La piazza giusta è Bari. E per un negozio d’abbigliamento? Catanzaro. A dirlo sono i dati del Listino nazionale prezzi 2010 delle aziende di Fimaa, la Federazione italiana mediatori e agenti d’affari. Il Listino riporta i valori delle attività commerciali parametrati percentualmente sull’incasso annuo e, in alcuni casi, sull’utile lordo delle aziende. Valori che vengono suddivisi, nella merceologia presa in esame, tenendo conto dell’ubicazione dell’esercizio commerciale e dell’’anzianità di arredamento e attrezzature. Il Listino aziende di FIMAA  fornisce anche un sintetico giudizio sull’andamento della domanda e dell’offerta nelle varie tipologie d’azienda e riporta inoltre il valore delle buonuscite nelle vie di maggior interesse commerciale  e il costo degli affitti annui per metro quadro.

“Il Listino – spiega Valerio Angeletti, presidente nazionale FIMAA Italia – analizza 25 province in 16 regioni con 34 diverse tipologie d’impresa ed è considerato un osservatorio efficace del mercato nazionale”.

Ma torniamo agli esempi. A Milano il valore di un bar in una posizione commerciale primaria – ipotizzando un fatturato annuo di 200.000 euro – può arrivare a 320.000 euro. Sempre con l’ipotesi media di aggio annuo di 200.000 euro, una rivendita tabaccheria-giochi catanese può anche raggiungere il valore di un milione di euro.  Ed a Bari un panificio è più apprezzato che nelle altre città. A Catania un ristorante pizzeria lo si può vendere a un valore di mercato mediamente più alto di Milano, Roma, Napoli. Più bassi, invece, - in tutte le città e in rapporto al fatturato annuo - i valori di mercati medi dei negozi d’abbigliamento e accessori e dei parrucchieri/estetisti.

A seconda dei centri cambiano naturalmente i valori di mercato, ma le attività in questo momento commercialmente più appetibili sono le stesse un po’ in tutta Italia: bar, tabaccherie con i giochi, ristoranti. E negli alimentari soprattutto i panifici. In linea generale, occorre comunque considerare che le valutazioni del Listino 2010 risentono della crisi del commercio e della conseguente riduzione, per il calo dei consumi, degli incassi delle aziende.

Quanto alle vie più commerciali, via Montenapoleone è, ad esempio, il “top” di Milano, con buonuscite dai 2 ai 6 milioni di euro, mentre l’affitto annuo vadai 2.000 ai 3.500 euro a mq. A Roma primeggia via Condotti con buonuscite dai 2,5 ai 4 milioni di euro e un affitto da 3 a 9.000 euro al mq. A Napoli, via Scarlatti e via Toledo (pedonale), via Dei Mille e via dei Filangieri sono le strade con le quotazioni maggiori: buonuscite da 350.000 a 1.200.000 euro e costo al mq. di affitto fino a 1.400 euro. Mentre a Firenze primo posto per via De’ Tornabuoni (da 1 a 3 milioni di euro la buonuscita e costo al mq. dell’affitto fino a 2.500 euro).

 

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