Veneto, moratoria e aperture domenicali: "bene la Regione"

Veneto, moratoria e aperture domenicali: "bene la Regione"

Massimo Zanon, presidente di Confcommercio Veneto, plaude alla decisione annunciata dalla Regione che include anche la moratoria alla costruzione di nuove superfici di vendita fino all'approvazione della nuova legge regionale sul commercio.

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22 dicembre 2011

"Con l'assessore Coppola fronte comune contro le liberalizzazioni selvagge. Ringraziamo anche il Consiglio regionale per aver posto, dopo un ampio dibattito e approfondimento da parte di tutti i consiglieri regionali, un argine alla portata di piena delle misure sul commercio contenute nella Manovra Monti e per aver ridotto, rispetto alla versione precedente, il numero delle aperture domenicali dei negozi". Grato alla Regione per aver sostenuto la funzione sociale dei negozi di vicinato e l'equilibrio delle diverse forme distributive, Massimo Zanon, presidente di Confcommercio Veneto, a nome delle oltre 50mila imprese associate, plaude alla decisione annunciata ieri sera, a sorpresa, dalla stessa Regione, e fortemente richiesta dall'associazione, che include anche la moratoria alla costruzione di nuove superfici di vendita fino all'approvazione della nuova legge regionale sul commercio. "L'auspicio - dichiara Zanon - è che le competenze regionali prevalgano, come dice la legge, su quelle del Governo centrale, cioè che la Regione Veneto riesca a far valere fino in fondo la propria funzione programmatoria. In questa battaglia l'assessore avrà dalla sua il sistema regionale di Confcommercio Veneto, che da tempo chiede misure a tutela del territorio e di uno sviluppo economico-distributivo sostenibile. Si va quindi avanti sulla stessa strada, tentando anche l'impossibile per scongiurare quell'ondata di piena cui facevo riferimento, che travolgerebbe tutto il sistema distributivo svuotando ulteriormente i centri storici, innalzando il livello di cannibalizzazione già in atto anche nella grande distribuzione e mangiando ancora fette di territorio già abbondantemente ferito. E tutto, checché se ne dica, andrebbe a danno del consumatore, che sarebbe costretto a migrare sempre più in là per poter fare la spesa".

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