Vicenza

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Debutto tranquillo per l'euro nella città veneta. Da un primo sondaggio condotto dalla Confcommercio locale tra gli operatori emerge infatti che i clienti si fidano del negoziante e accettano il resto senza particolari contestazioni.

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3 gennaio 2002

Euro: a Vicenza debutto tranquillo

 

Si fidano del negoziante e accettano il resto senza particolari contestazioni i clienti vicentini nei primi giorni di circolazione della nuova moneta unica. G li euroconvertitori, al primo posto tra le strenne del Natale appena trascorso, sono rimasti chiusi nel cassetto o in borsetta e servono, semmai, non tanto pe r controllare i prezzi durante la spesa quanto a calcolare gli euro equivalenti alle lire rimaste nel portafoglio.

A prevalere, per tutti, è il buon senso: così, per evitare inutili confusioni, chi paga in lire riceve il resto nella vecchia valuta o in euro e chi preferisce spendere gli euro (solo il 5 per cento della clientela che si è rivolta al commercio al dettaglio) inizia fin da subito a ricevere le monetine.

Questo è quanto emerso da un primo sondaggio svolto dalla Confcommercio di Vicenza tra gli operatori associati di città e provincia. Sarà perché molti negozi sono ancora chiusi per qualche giorno di ferie o perché impegnati nelle operazioni di inventario; o forse perché molti vicentini non sono ancora rientrati dalle vacanze e quelli rimasti in città aspettano il prossimo fine settimana per rifornire il frigorifero; un po' gioca anche il fatto che lunedì prossimo inizieranno le vendite di fine stagione e quindi gli acquisti più sostanziosi sono stati rinviati di qualche giorno: fatto sta che grossi problemi al fatidico varo dell'euro per il momento non ce ne sono stati. Anche perché la maggior parte della clientela preferisce terminare le lire che ancora ha in tasca, soprattutto per gli importi più esigui. Mentre per le spese più g rosse ci si affida all'elettronica, con Bancomat e carte di credito a farla da padroni, così da evitare qualsiasi disguido.

Qualche difficoltà viene invece segnalata nei punti vendita della distribuzione organizzata: i supermercati e gli ipermercati, infatti, complici i tempi lungh i per l'approvvigionamento presso gli istituti di credito e gli uffici postali, sono stati "scambiati" dalla clientela per veri e propri sportelli di banca. C osì, per evitare lunghe code ai bancomat, i consumatori, allo scopo di rifornirsi di nuove monete, si sono presentati alle casse dei supermercati con banconote in lire di grosso taglio anche per pagare importi minimi di spesa effettuata. Una situazione che ha creato non pochi disguidi, visto che il 20 per cento dei punti vendita non era riuscito a ottenere gli euro in tempo utile, mentre in due giorni il 40 per cento del movimento complessivo del contante è stato costituito proprio da monete e banconote date di resto. Positivo, invece, il fatto che il 25 per cento dei pagamenti sia stato effettuato nella nuova valuta, ben di più rispetto a quanto avvenuto nel commercio al dettaglio tradizionale.

 

 

 

 

 

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