WELFARE: GOVERNO SOTTO PRESSIONE

WELFARE: GOVERNO SOTTO PRESSIONE

Approda oggi alla Camera il disegno di legge sul Welfare. Palazzo Chigi deve decidere su quale testo porre la fiducia. Sindacati contrari alle modifiche. Prodi: "Acceterò solo cambi tecnici".

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26 novembre 2007
Welfare: governo sotto pressione

Welfare: governo sotto pressione

 

Approda oggi alla camera il disegno di legge sul Welfare. Nella maggioranza si lavora per trovare un accordo. Impresa non facile, perché la lista degli scontenti comprende Confindustria e sindacati, Diliberto e Dini, Democratici e Comunisti. Il premier Romano Prodi si mostra comunque sereno sottolineando che “le nostre fibrillazioni sono giochi da bambini in confronto all'opposizione�. Malgrado il pressing della sinistra radicale, Prodi accetterà solo “modifiche tecniche� alla proposta sottoscritta a luglio. Resisterà viceversa alla cancellazione di intere sezioni del protocollo. “Sarebbe come violentare una o l’altra delle parti sociali�. Walter Veltroni dà a Prodi il massimo dell’appoggio possibile. Il segretario del Partito Democratico suggerisce una strada prudente. Certo, il testo della commissione (quello criticato da Dini, dall'Italia dei Valori e dai Radicali) non va buttato perché frutto del confronto parlamentare. Ma neanche è possibile tradire la proposta originaria, che ha una doppia legittimazione. Primo: è stata firmata dalle parti sociali (cioè da sindacati e industriali). Secondo: è stata approvata da 5 milioni di lavoratori con un libero referendum. Devono "prevalere insomma la ragione, il buon senso, la capacità del compromesso", avverte il ministro del Lavoro Cesare Damiano. I tempi per un'intesa sono stretti perché oggi l'aula di Montecitorio discute il pacchetto di riforme. La pratica dovrà poi andare al Senato, in una finestra lasciata libera dall'esame della Legge Finanziaria. Per risolvere la questione, Prodi avrebbe dato la disponibilità a un incontro con i sindacati e gli industriali già oggi pomeriggio, quando rientrerà in Italia via Parigi. Le diplomazie sono al lavoro per organizzare il vertice.  Al momento decisivo, il governo è deciso a porre la fiducia sul testo che giudicherà pronto. Cosa che significherebbe cancellare in tutto o in parte gli emendamenti della commissione Lavoro. Quest'eventualità non entusiasma Bertinotti: "Sono un fautore del sistema parlamentare - dice il presidente della Camera - e penso che il protocollo sullo stato sociale debba generare un dibattito come quello avviato in commissione". All'esecutivo sono stati lanciati messaggi chiari da Confindustria e sindacati, anche in vista di un possibile incontro proprio oggi: gli industriali e la Cisl sono più rigidi e chiedono un testo fedele all'intesa di luglio, mentre Cgil e Uil si mostrano cauti e insistono sulla necessità di discutere con le parti sociali qualsiasi nuova modifica. Il capogruppo del Pd alla Camera Antonello Soro si è detto comunque convinto che "Dini non ha interesse a far saltare il governo e il quadro di riferimento economico" e "Prc sa che se dovesse cadere Prodi tornerebbe lo scalone". La sinistra radicale, dal canto suo, rimane impegnata a difendere il testo licenziato dalla Commissione che introduce alcune modifiche. "Sul protocollo si deve aprire un dibattito come quello già avviato in Parlamento", ha ribadito il presidente della Camera Fausto Bertinotti, anche se per il capogruppo del Prc al Senato Giovanni Russo Spena "il governo non cadrà sul welfare, perchè alla fine noi voteremo la fiducia. Il vero banco di prova sarà la legge elettorale". Dal Pdci sono arrivate parole dure contro il presidente di Confindustria Montezemolo che "non può dettare alcuna linea, il Parlamento è sovrano. Il testo licenziato dalla Commissione Lavoro non comporta alcuna spesa aggiuntiva, ma concede altre garanzie ai lavoratori. Chi dice il contrario dice una bugia". Anche i Verdi hanno puntato il dito contro Confindustria: "non lanci ultimatum e si misuri al tavolo delle parti sociali nel merito dei miglioramenti portati in Commissione". L'Italia dei Valori, cosi' come i radicali, hanno invece chiesto che il pacchetto welfare venga approvato nel suo testo originario "e se servirà la fiducia ben venga". Il centrodestra, invece, insiste sulla fragilita' del governo. Per l'ex ministro di An Maurizio Gasparri "il governo vacilla nuovamente". Scettico sulla tenuta della maggioranza si e' detto anche Roberto Maroni, capogruppo della Lega alla Camera: "non sarebbe la prima volta che il governo fosse vittima di fuoco amico".

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