Balneari, "ombrelloni chiusi se non avremo certezze del governo"

Balneari, "ombrelloni chiusi se non avremo certezze del governo"

Il presidente del Sib Capacchione: “Questa estate sulle spiagge saranno molteplici le iniziative di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e di protesta contro l'attuale vuoto legislativo fonte di caos amministrativo”.

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19 luglio 2024

Quando chiuderà il Parlamento per la pausa estiva, se non sarà stato varato un provvedimento legislativo chiarificatore della questione concessoria, chiuderemo gli ombrelloni di tutta Italia” non usa mezzi termini Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe/Confcommercio che nel corso dell’Assemblea nazionale straordinaria torna a chiedere alle istituzioni di porre l'attenzione sul tema delle concessioni demaniali in vista della deadline del prossimo 31 dicembre per l'applicazione della Direttiva Bolkestein (guarda il link pdf). “La perdurante inerzia del Governo e del Parlamento - ha detto Capacchione - sta creando un caos amministrativo in danno degli imprenditori balneari e del Paese, il rischio è quello di distruggere un comparto formato da 30.000 aziende e 100.000 addetti diretti che attira sulle nostre spiagge milioni di turisti, italiani e stranieri. Abbiamo invocato, inutilmente, da mesi questo provvedimento, insieme alle altre Associazioni di categoria, dei Comuni e delle Regioni di ogni orientamento politico. Inascoltate, persino, le molteplici richieste di incontro con il Presidente del Consiglio dei Ministri o un eventuale delegato al fine di ottenere un chiarimento sull'indirizzo politico del Governo su questa importante vicenda". "Nel frattempo - ha aggiunto il presidente del Sib - gli Enti concedenti, (Comuni e Autorità di sistema Portuale), stanno procedendo a emanare i bandi per la riassegnazione delle concessioni demaniali, pur in assenza di una indispensabile regolamentazione nazionale, con conseguente esteso e grave contenzioso in sede giudiziaria che saremo costretti a intraprendere per la tutela delle aziende attualmente operanti. Si è creata, pertanto, una situazione caotica che impone al Governo e al Parlamento di adottare un provvedimento legislativo che dia certezza agli operatori privati e agli Enti che esercitano le funzioni amministrative. Sono del tutto inutili e inefficaci eventuali promesse di interventi futuri, così come proposte di legge di iniziativa parlamentare per la cui approvazione è necessaria una tempistica in contrasto con l'urgenza che la situazione impone". “L'Assemblea nazionale del Sindacato, preso atto di questa pericolosa situazione che mette in rischio migliaia di posti di lavoro e la stessa immagine turistica dell’Italia - ha detto Capacchione- ha deciso di continuare la mobilitazione della categoria con una pluralità di iniziative sindacali che si svolgeranno nelle prossime settimane, compresa la chiusura degli ombrelloni in tutt'Italia, qualora si dovesse arrivare alla pausa estiva dei lavori parlamentari senza che sia stato emanato alcun provvedimento che colmi l'attuale vuoto legislativo fonte di caos amministrativo. "Spiegheremo ai clienti - ha concluso il presidente del Sib - il ruolo e la funzione della balneazione attrezzata italiana, frutto di professionalità ed esperienza. Chiariremo, poi, che, con una errata applicazione della Bolkestein, non solo non ci saranno più spiagge libere, ma, soprattutto, non si verificheranno riduzioni di tariffe, piuttosto l’esatto contrario, come già avvenuto in quelle località dove si è provveduto con le gare. Stiamo operando insieme alle altre sigle Sindacali del settore per il più ampio coinvolgimento della categoria in questa oramai, inevitabile, azione sindacale di sensibilizzazione dell'opinione pubblica e di protesta nei confronti del Governo al fine di evitare una errata applicazione della Direttiva Bolkestein”.

Prima tappa della campagna di mobilitazione

Si è svolta con successo il 2 giugno scorso la prima tappa della "campagna estiva" di mobilitazione degli imprenditori balneari aderente al Sindacato Italiano Balneari FIPE/Confcommercio e FIBA/Confesercenti. Sono infatti stati oltre 10mila i manifesti affissi all'ingresso e all'interno degli stabilimenti balneari. La giornata, oltre a celebrare la Festa della Repubblica, ricordava che da ben 14 anni gli imprenditori balneari italiani sono in attesa di una legge che applichi correttamente la Direttiva Bolkestein.

"Abbiamo avuto l’unico torto - hanno affermato in una nota congiunta i presidenti Antonio Capacchione e Maurizio Rustignoli - di aver creduto nelle leggi dello Stato italiano che garantiva la continuità di lavoro.  Non possiamo essere penalizzati per questo motivo".

La Direttiva Bolkestein, così come chiarito dalla Corte di Giustizia dell'Unione europea, presuppone l'accertamento della scarsità della risorsa e quindi l'impossibilità del rilascio di nuove concessioni. Il Tavolo tecnico consultivo sulla mappatura delle concessioni demaniali marittime ha certificato che nel nostro Paese vi è la possibilità del rilascio di nuove concessioni e che, quindi, nuovi operatori possono svolgere questa attività. 

 "Questa è solo la prima di una serie di iniziative di mobilitazione che abbiamo in programma questa estate - hanno spiegato i Sindacati - per spingere il Governo e il Parlamento a fare il proprio dovere: emanare una legge che, applicando correttamente la Direttiva europea, salvaguardi, nel contempo, le 30mila imprese balneari italiane, (la maggior parte piccole e medie a carattere familiare), che con competenza e professionalità forniscono, da oltre 2 secoli, servizi che il mondo ci invidia e, soprattutto, che attirano ogni anno milioni di turisti sulle nostre spiagge e generano un importante gettito economico a vantaggio non solo dei nostri litorali".

 

Conferenza delle Regioni, Sib: "richieste condivisibili"

Alla luce delle nuove disposizioni del Consiglio di Stato e con l'avvicinarsi del tavolo tecnico convocato dalla presidenza del consiglio dei ministri il 20 maggio e 12 giugno prossimi, giovedì 16 maggio è stato convocato d'urgenza un vertice nazionale delle Regioni italiane sullo stato delle concessioni balneari. L'incontro si è svolto a Roma, nella sede della Regione Liguria ed è stato coordinato dall'assessore regionale al Demanio marittimo, Marco Scajola, coordinatore anche del tavolo sulla materia nella Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome. "Chiederemo formalmente al Governo che si adoperi nel più breve tempo possibile a elaborare una norma per affrontare con serenità e certezza la prossima stagione estiva e quelle che verranno, dando così un ulteriore tempo al legislatore di portare avanti un confronto costruttivo con l'Unione Europea la quale, se interpellata, ha sempre dimostrato di ascoltare ed eventualmente accogliere le proposte degli Stati membri". Così l'assessore Scajola al termine dell'incontro, chiedendo in aggiunta che sia la politica a dettare la rotta da seguire, senza dipendere "dalle espressioni, per quanto autorevoli, del Consiglio di Stato".

"Condividiamo la richiesta delle Regioni- ha commentato Antonio Capacchione, presidente di Sib Confcommercio - la situazione di incertezza amministrativa impone che avvenga senza indugio e, quindi, con un decreto legge è a rischio l'imminente stagione estiva".

Capacchione: "Per l'inerzia del governo si lascia il settore nel caos amministrativo"

Nel corso della Giunta nazionale convocata d’urgenza a Roma, Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a FIPE/Confcommercio, ha sottolineato che "è grave che il Governo non abbia ancora emanato il più volte invocato provvedimento legislativo chiarificatore che, non solo salvaguardi la balneazione attrezzata italiana, ma, soprattutto, superi lo stato di caos amministrativo e giudiziario in cui versa il settore". “Il rischio è quello, non solo che la possibile assenza dei servizi alla balneazione e del salvamento possa creare problemi alla pubblica incolumità, ma, anche e principalmente, sono a rischio migliaia di posti di lavoro, non solo stagionali”, ha continuato Capacchione.

Il massimo Organo dirigente del Sindacato ha deliberato di avviare una serie di iniziative di protesta, sia locali che nazionali, per la mancata emanazione di una legge che sta mettendo in pericolo, non solo la sopravvivenza di 30mila imprese balneari, ma, in special modo, l’immagine e il settore turistico del Paese, con conseguenti gravissime ripercussioni economiche e occupazionali.

Oltre 5mila balneari a Roma per difendere aziende e lavoro

manifestazione sib balneari

"Non manifestiamo contro il governo, ma sollecitiamo le istituzioni nazionali a legiferare con urgenza. È assolutamente necessario e improrogabile superare il caos amministrativo per mettere in sicurezza un importante settore economico del Paese, composto, prevalentemente, da piccole e medie imprese a conduzione familiare che il mondo ci invidia”. Sono le parole che Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari aderente a Fipe/Confcommercio, ha pronunciato davanti ai 5mila imprenditori che hanno riempito l'11 aprile scorso Piazza Santi Apostoli a Roma, convocati dallo stesso Sib e da Fipe/Confesercenti quando mancavano meno di nove mesi alla “deadline” del 31 dicembre prossimo per la scadenza delle concessioni demaniali marittime. In assenza di nuovi provvedimenti, i Comuni stanno organizzando bandi per la riassegnazione delle spiagge, uno diverso dall’altro, nel mentre il Governo ha stabilito che solo il 33% dei nostri litorali è occupato da concessioni. Il problema nasce dall’errata e confusa applicazione della Direttiva Bolkestein, che impone la messa a gara delle concessioni demaniali marittime alla scadenza. Si tratta di una questione annosa, mai affrontata da tutti i Governi che si sono susseguiti negli ultimi quindici anni, che secondo i balneari hanno preferito non risolvere il problema concedendo varie proroghe, poi regolarmente annullate dalla giurisprudenza amministrativa italiana. Manca quindi una legge nazionale per un corretto recepimento della Direttiva Bolkestein che superi quella emanata dal Governo Draghi, tra l'altro inapplicabile vista la mancata emanazione dei decreti attuativi.

“Se non avremo certezze in tempi brevi siamo pronti a mettere in campo ulteriori forme di protesta eclatanti a partire dal prossimo 2 giugno, Festa della Repubblica. Vogliamo difendere a tutti i costi – ha aggiunto Capacchione - il diritto al lavoro sancito dalla nostra Costituzione. Il comparto è fermo, con gravi danni all’indotto: in questa situazione è da pazzi pensare di programmare investimenti per migliorare l’offerta dei servizi di spiaggia. Ne risulterà danneggiato l’intero settore turistico proprio in un momento in cui il nostro Paese sta risalendo le posizioni in ambito internazionale e l’offerta balneare potrebbe fare la differenza per tornare ai vertici del settore”.

 “Siamo stati costretti ad indire questa manifestazione - ha detto ancora  Capacchione - per la mancata emanazione da parte dello Stato di un atto normativo chiarificatore. Ma, attenzione: non sono coinvolte solo le imprese balneari, ma anche ristoranti, chioschi, campeggi, spiagge, insomma tutte quelle strutture che insistono sul demanio sia marittimo che lacuale o fluviale. Esiste poi il forte e concreto rischio di inevitabili contenziosi che gli imprenditori sarebbero costretti ad intraprendere presso le Autorità giudiziarie competenti, ingolfando, di fatto, i tribunali italiani”.

La situazione è gravissima: è in gioco il futuro di centinaia di migliaia di famiglie, di onesti lavoratori che con passione, competenza e professionalità portano avanti da oltre due secoli una tradizione che ogni anno attira sui nostri litorali milioni di turisti. Definiti ‘le sentinelle del mare’, gli imprenditori balneari, grazie anche all’esperienza e al rispetto dell’ambiente con cui lavorano, sono il ‘fiore all’occhiello’ della nostra offerta turistica. Vorrebbero continuare ad esserlo, chiedono troppo?”, ha concluso il presidente del Sib. “È urgente emanare un provvedimento legislativo chiarificatore sulla scadenza delle concessioni demaniali marittime vigenti - ha dichiarato Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a FIPE/Confcommercio, oggi in occasione dell’Audizione da parte della Struttura delle politiche del mare del competente Ministero.

“Abbiamo colto anche questa occasione per sottolineare l'urgenza di una nuova legge che chiarisca la problematica ed effettui il non più differibile riordino della materia - ha precisato Capacchione - evidenziando che non si può discutere del futuro senza affrontare le problematiche del presente”.

Sib ribadisce: “serve un provvedimento legislativo urgente”

"È urgente emanare un provvedimento legislativo chiarificatore sulla scadenza delle concessioni demaniali marittime vigenti". Lo ha ha dichiarato il 23 aprile scorso il presidente del Sib, Antonio Capacchione, in occasione dell’audizione da parte della Struttura delle politiche del mare del competente Ministero.

“Abbiamo colto anche questa occasione per sottolineare l'urgenza di una nuova legge che chiarisca la problematica ed effettui il non più differibile riordino della materia - ha precisato Capacchione - evidenziando che non si può discutere del futuro senza affrontare le problematiche del presente”.

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