Zes unica, il credito d'imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno

Zes unica, il credito d'imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno

La Zona Economica Speciale (ZES) Unica Mezzogiorno, attiva dal primo gennaio 2024, comprende una zona delimitata del territorio italiano nella quale le imprese possono beneficiare di speciali condizioni per quanto riguarda gli investimenti e le attività di sviluppo. La ZES Unica che sostituisce le attuali Zone economiche speciali frammentate in 8 diverse strutture amministrative. Nello specifico quindi comprende i territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.

L'obiettivo della misura è di sostenere lo sviluppo dell'economia e la crescita nelle zone del sud Italia attraverso agevolazioni fiscali, semplificazioni burocratiche e un'Autorizzazione Unica per snellire le procedure. Tra gli incentivi troviamo ad esempio un credito d'imposta dedicato alle imprese che effettuano investimenti nelle regioni della Zona speciale. Il 22 maggio scorso è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto che ne disciplina l'attuazione. Ad annunciarlo è stato il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto: "Un passo importante, ora le imprese potranno utilizzare queste risorse per il rilancio dei loro investimenti, il rafforzamento della competitività e la crescita del territorio".

Come funziona il credito d'imposta

Visto il clima di forte incertezza che dura ormai da più di un anno, tra le agevolazioni previste dalla ZES Unica è stato inserito un credito d'imposta del 50% dedicato alle imprese che effettuano investimenti nelle regioni del Mezzogiorno. Il decreto attuativo pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 22 maggio ha disciplinato le modalità di accesso, di applicazione e i criteri necessari per poter fare domanda. È previsto uno stanziamento di 1,8 miliardi di euro.

Per accedere le domande potranno essere inoltrate dal 12 giugno al 12 luglio 2024. Le imprese dovranno inoltre comunicare all'Agenzia delle Entrate l'ammontare delle spese ammissibili sostenute dal primo gennaio 2024 e quelle che si prevede di sostenere fino al 15 novembre 2024. L'investimento minimo è di 200mila euro fino ad un massimo di 100 milioni.

La misura è rivolta a tutte le imprese, indipendentemente dalla forma giuridica e dal regime contabile adottato, già operative o che si insediano nella ZES unica, che decidono di acquistare beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate nelle zone assistite dalle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, come individuate dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027.

Sono esclusi i soggetti che operano nei settori:

  • dell'industria siderurgica, carbonifera e della lignite;
  • dei trasporti, esclusi i settori del magazzinaggio e del supporto ai trasporti, e delle relative infrastrutture;
  • della produzione, dello stoccaggio, della trasmissione e della distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche, della banda larga;
  • creditizio, finanziario e assicurativo.

Non possono fare domanda per l'agevolazione neanche le imprese che si trovano in stato di liquidazione o di scioglimento o infine in stato di difficoltà come definito dall'articolo 2, punto 18 del regolamento UE numero 651/2014 (consulta qui il testo in pdf).

Per individuare il settore di appartenenza farà fede il codice ATECO che dovrà essere indicato nella domanda di fruizione.

Investimenti ammessi

Sono coperti dal credito d'imposta gli investimenti realizzati dal 1° gennaio 2024 al 15 novembre 2024, relativi all'acquisto (anche attraverso contratti di locazione finanziaria) di:

  • nuovi macchinari;
  • impianti e attrezzature varie destinati a strutture produttive già esistenti
  • terreni
  • l’ampliamento di immobili strumentali agli investimenti e utilizzati per l’esercizio dell’attività nella struttura produttiva.

Sono esclusi i beni autonomamente destinati alla vendita, come pure quelli trasformati o assemblati per l’ottenimento di prodotti destinati alla vendita, oltre ai materiali di consumo, infine anche le acquisizioni effettuate tra soggetti tra i quali esistono rapporti di controllo o di collegamento. Il valore dei terreni e dei fabbricati ammessi non può superare il 50% del valore complessivo dell’investimento agevolato.

Nello specifico il credito d'imposta è regolato in questo modo:

  • 40% dei costi sostenuti per gli investimenti nelle regioni Calabria, Campania, Puglia e Sicilia;
  • 30% dei costi sostenuti per gli investimenti nelle regioni Basilicata, Molise e Sardegna;
  • nella misura massima, rispettivamente del 50% e del 40% per gli investimenti realizzati nei territori individuati ai fini del sostegno del Fondo per una transizione giusta nelle regioni Puglia e Sardegna;
  • 15% dei costi sostenuti per gli investimenti nelle zone assistite della regione Abruzzo indicate dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027.
  Calabria, Campania, Puglia, Sicilia Basilicata, Molise, Sardegna Territori del "Just Transition Fund" della regione Puglia (Provincia di Taranto) Territori del "Just Transition Fund" della regione Sardegna (Sulcis) Regione Abruzzo (solo zone assistite)
Grandi imprese
(fino a 100 mln di investimento)
40% 30% 50% 40% 15%
Medie Imprese
(fino a 50 mln di euro di investimento)
50% 40% 60%

50%

25%

Piccole Imprese
(fino a 50 mln di euro di investimento)
60% 50% 70% 60%

35%

Come fare domanda

Per accedere all'agevolazione i soggetti interessati devono comunicare all'Agenzia delle Entrate, a partire dal 12 giugno al 12 luglio 2024, l'ammontare delle spese sostenute dal primo gennaio scorso e che prevedono di sostenere fino al 15 novembre 2024. Il credito d'imposta sarà utilizzabile sono in compensazione presentando il modello F24 attraverso i servizi telematici dell'AdE.

La misura è cumulabile con altri aiuti "de minimis" e con altri aiuti dello Stato. Le imprese beneficiarie devono mantenere la loro attività nella ZES Unica per almeno cinque anni dopo il completamento dell'investimento. In caso contrario decadranno i benefici goduti. L'effettivo sostenimento delle imprese deve essere certificato da un revisore legale dei conti o da una società abilitata.

Sono presenti due fasi: la prima sulla prenotazione e la seconda sulla conferma di realizzazione degli investimenti.

Prenotazione degli investimenti

Dal 12 giugno al 12 luglio 2024, i soggetti interessati comunicano all’Agenzia delle entrate l’ammontare delle spese ammissibili sostenute dal 1° gennaio 2024 e quelle che prevedono di sostenere fino al 15 novembre 2024. Il modello di comunicazione, le relative istruzioni e le modalità di trasmissione saranno definiti da un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate.

L’ammontare massimo del credito d’imposta fruibile è pari a quello richiesto moltiplicato per la percentuale resa nota con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate, da emanare entro dieci giorni dalla scadenza del termine di presentazione delle comunicazioni, quindi entro il 22 luglio 2024. Detta percentuale è ottenuta rapportando il limite complessivo di spesa (pari a 1,8 miliardi di euro) all’ammontare complessivo dei crediti d’imposta prenotati. In altre parole, laddove l’ammontare delle richieste pervenute dei termini dovesse esprimere un fabbisogno finanziario superiore alla dotazione prevista, si procederebbe a un riparto che, di fatto, equivale a una riduzione delle intensità di aiuto indicate nella tabella di sintesi che precede.

Realizzazione degli investimenti

Le imprese che hanno realizzato investimenti per un ammontare inferiore a quello indicato nella prenotazione, devono comunicare all’Agenzia delle Entrate, dal 3 febbraio 2025 al 14 marzo 2025, l’ammontare effettivo degli investimenti realizzati e il relativo credito d’imposta maturato.

Se la percentuale spettante di credito d’imposta è stata riparametrata dall’AdE in fase di prenotazione, l'Agenzia rideterminerà la percentuale di credito spettante con proprio provvedimento da emanare entro dieci giorni dalla scadenza del termine per l’invio della comunicazione di realizzazione, quindi entro il 24 marzo 2025.

Le ZES del Mezzogiorno

A seguito del decreto legge n. 124/2023 la Zona economica speciale per il Mezzogiorno, la cosiddetta ZES Unica, a partire dal primo gennaio 2024 comprende le seguenti regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna, sostituendo le precedenti Zone frammentare in 8 diverse strutture amministrative.

Di seguito le Zone comprese dalla misura, divise per regione, che rimandano alla pagina dedicata dell'Agenzia per la Coesione territoriale:

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